Sotto la spinta dell'esperienza bellica in Jugoslavia

Il vertice di Colonia attrezza l'UE perché sia competitiva con gli Usa anche sul piano militare

L'imperialismo europeo avrà una politica estera e militare comune e un proprio esercito

Il ruolo dell'Unione europea (Ue) nell'aggressione imperialista alla Federazione jugoslava è stato alla pari di quello degli Usa. Certamente a livello politico, inferiore temporaneamente a livello militare. Gli spiragli della "pace" imposta dall'imperialismo occidentale a Belgrado riaprono l'offensiva politica e economica della superpotenza europea che nel vertice del 3 e 4 giugno a Colonia si butta nella "ricostruzione" dei Balcani attraverso il "Patto di stabilità per l'Europa sudorientale" allo scopo di inglobare tutta la penisola balcanica. Ma al vertice tedesco la Ue ha pensato soprattutto a organizzarsi per superare definitivamente il gap militare che la separa dal concorrente imperialismo americano e ha dato il via al progetto che entro la fine del prossimo anno le permetterà di avere una politica estera e militare comune e una "capacità militare autonoma" effettiva.
Nel documento finale del vertice, la "Dichiarazione di Colonia" si afferma che "l'Unione deve avere la capacità di condurre azioni in modo autonomo, potendo contare su forze militari credibili, sui mezzi per decidere di farle intervenire e sulla disponibilità a farlo, lasciando impregiudicate le azioni della Nato". Non c'è concorrenza con la Nato affermano i Quindici; anzi, il ruolo autonomo degli europei nella prevenzione e nella gestione delle crisi riconosciuto dall'ultimo vertice Nato di Washington, "contribuirà a dare vitalità a un'Alleanza rinnovata". Tra le due strutture militari ci saranno "consultazioni, cooperazioni e trasparenza".
E' ovvio che al momento il legame con la Nato a guida Usa non può essere rescisso del tutto ma il passo deciso a Colonia va in quel senso. A partire dallo scioglimento della Ueo, l'Unione dell'Europa occidentale, il "pilastro" europeo dentro la Nato, che si scioglierà nella Ue al vertice di Parigi del dicembre 2000 perché ormai "ha esaurito il suo scopo".
Per quella data dovrebbero essere già in funzione le strutture politiche e militari necessarie ad attuare la politica estera e di sicurezza comune, in sigla Pesc. Il documento precisa inoltre le missioni che interesseranno la difesa comune: "le missioni umanitarie e di soccorso, le attività di mantenimento della pace e le missioni di unità di combattimento nella gestione delle crisi, ivi comprese le missioni tese al ristabilimento della pace". Non manca nulla nelle definizioni con le quali i paesi imperialisti giustificano le loro aggressioni militari. Solo una precisazione: la Ue si impegna a "contribuire alla pace e alla sicurezza internazionali secondo i principi della Carta delle Nazioni Unite". Ipocrisia imperialista resa evidente anche dagli oltre due mesi di bombardamenti sulla Serbia in violazione della Carta Onu.
La Pesc ha già il suo responsabile incaricato: l'attuale segretario generale della Nato, il socialista spagnolo Javier Solana, il cui mandato sulla poltrona di Bruxelles scadrà a fine anno. L'ex pacifista e anti-Nato Solana, sponsorizzato in particolare dal socialdemocratico Schroeder e dal laburista Blair, si è meritato la carica guidando l'Alleanza atlantica nell'aggressione imperialista alla Federazione jugoslava. Una designazione significativa dei futuri compiti che lo aspettano come responsabile della Pesc.
Tra le altre strutture previste vi è la costituzione di un Comitato politico e di sicurezza permanente con sede a Bruxelles, di un Comitato militare della Ue formato da rappresentanti militari di tutti i paesi membri, di una "Sala operativa per la raccolta e la valutazione delle informazioni, di un centro satellitare europeo al servizio della struttura di difesa comune. La sede decisionale per lo svolgimento delle "missioni di pace" dovrebbe essere quella del consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa; le decisioni saranno prese a maggioranza e in ogni caso, precisa il documento di Colonia, "gli stati membri conservano in ogni circostanza il diritto di decidere se e quando dispiegare le proprie forze nazionali".
Il documento impegna gli Stati a creare strutture di comando e reparti dedicati alle operazioni comuni e a predisporre gli opportuni investimenti per "rafforzare la base di difesa industriale e tecnologica", cioè l'industria degli armamenti. Che per fronteggiare la concorrenza dei giganti americani è già interessata da tempo da un processo di privatizzazioni e fusioni tra i maggiori gruppi europei finora realizzato principalmente sugli assi franco-tedesco e italo-britannico.
Con queste decisioni i Quindici si sono impegnati a "fornire all'Unione europea i mezzi e la capacità necessari perché possa assumere le proprie responsabilità" affinché in una prossima crisi la superpotenza europea sia in grado di intervenire autonomamente a tutela dei propri interessi imperialisti.
Il vertice di Colonia ha varato anche un nuovo "Patto europeo per l'occupazione". Il Patto si fonda sulla concertazione tra organizzazioni sindacali e ministri del Lavoro, con la partecipazione dei ministri finanziari che sono i depositari della "rigorosa applicazione delle disposizioni del patto di stabilità". Cioè al primo posto resta il controllo dei bilanci, la crescita dell'occupazione può attendere. Anche perché nel Patto non ci sono impegni concreti ma solo vuoti giri di parole: il Patto incarica la Commissione europea di formulare "raccomandazioni" ai governi affinché adottino "misure concrete che incidano sull'occupazione". Il bilancio della riuscita delle "raccomandazioni" sarà fatto in una speciale Conferenza da tenere nella primavera del 2000 in Portogallo. Il bilancio di quanto la Ue sia lontano dagli interessi dei popoli europei gli elettori devono farlo entro il 13 giugno astenendosi e rifiutando l'Europa imperialista, affamatrice e interventista.