Al vertice di Shannon (Irlanda)
Usa e Ue si riconciliano sull'Iraq

Accordo raggiunto anche sui sistemi satellitari Gps e Galileo. Bush: "Le aspre differenze di opinioni con gli amici europei sono ormai superate". Prodi non dice una parola sul ritiro delle truppe
Migliaia di manifestanti contro Bush e la guerra all'Iraq

Le premesse per una riconciliazione tra Usa e Ue sull'Iraq erano state poste dalle cerimonie ai primi di giugno per la commemorazione dello sbarco in Normandia e avevano preso corpo l'8 giugno, col voto unanime dei paesi europei presenti in Consiglio di sicurezza alla risoluzione numero 1546 che legittimava l'occupazione imperialista dell'Iraq e il governo fantoccio insediato a Baghdad dalla Casa Bianca. La risoluzione anglo-americana che aveva ricevuto il plauso di Prodi e della Unione europea (Ue) era presentata come "una svolta" nella situazione irachena ma invece non cambierà un bel nulla: le forze di occupazione sotto comando americano restano nel paese col nome di Forza multinazionale sotto comando unificato, cioè Usa, e l'Autorità provvisoria ha passato solo formalmente il potere al governo ad interim, nominato dagli Usa.
Il copione del vertice di Shannon, in Irlanda, tra Usa e Ue del 26 giugno era quindi già scritto e ha permesso al nuovo Hitler Bush di affermare che "le aspre differenze di opinione con gli amici europei sono ormai superate". Le divergenti esigenze imperialiste delle due superpotenze non sono certo cancellate, sono molto attenuate sull'Iraq e su altre questioni.
Al vertice bilaterale nel castello di Dromland, blindato da polizia e esercito, hanno partecipato Bush col segretario di Stato Powell e per la Ue il presidente della Commissione Romano Prodi, il presidente di turno, l'irlandese Aehrn, e l'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Javier Solana. La dichiarazione congiunta, in merito all'Iraq, riprende la risoluzione dell'Onu, ne riecheggia le frasi ipocrite e esprime "pieno appoggio" di Washington e Bruxelles "al governo Allawi e al popolo iracheno pienamente sovrano nella costruzione di un paese libero, sicuro, democratico, unito e prosperoso". Sotto la cappa dei 160 mila soldati del contingente di occupazione imperialista e dei 30 mila mercenari.
Usa e Ue plaudono "all'approvazione unanime" della risoluzione 1546 che legittima, affermano, il nuovo governo e il percorso politico, dettato da Washington, che condurrà a un Iraq democratico nel 2005. L'esecutivo fantoccio di Allawi, affermano, "merita il forte sostegno della comunità internazionale di cui ha bisogno" e sollecitano l'Alleanza atlantica a fornire "l'addestramento e l'equipaggiamento delle forze di sicurezza"; sarà questo uno degli argomenti del successivo vertice Nato di Istanbul. Si preoccupano tra l'altro per il debito estero iracheno e invitano l'esecutivo di Allawi a definirne la riduzione in collegamento con un programma del Fondo monetario internazionale (Fmi), l'organismo finanziario imperialista che concede aiuti ai paesi condizionandoli all'applicazione della politica neoliberista.
Fra gli altri argomenti trattati è spuntato anche un accordo affinché il sistema di navigazione satellitare Galileo, che l'Ue vuole costruire per avere una propria rete per usi anche militari autonoma dagli Usa, sia compatibile col sistema Gps americano.
Nella conferenza stampa al termine del vertice Bush ha sottolineato la riconciliazione con la Ue sull'Iraq e rilanciato sul tema del coinvolgimento della Nato per rafforzare l'occupazione del paese. "La Nato deve assumersi le sue responsabilità in Iraq" ha ribadito il presidente americano, senza essere contraddetto. Anzi a sentire le dichiarazioni di Prodi sembra che tutto fila liscio tra le due sponde dell'Atlantico. "Sono rapporti splendidi, non c'è nessuna grande controversia tra di noi", afferma il presidente della Commissione che si era fatto portavoce dell'opposizione europea alla guerra all'Iraq e solo un mese fa chiedeva il ritiro delle truppe dal paese. Adesso tace, la "svolta" dell'Onu lo ha folgorato. In una lettera al Washington Post ha sostenuto che la Ue "desidera cominciare a lavorare con un governo iracheno che abbia una vera autorità". Una velata critica agli Usa sui mancati poteri al fantoccio Allawi ma soprattutto l'espressione della volontà dell'imperialismo europeo di tentare di mettere un piede in Iraq una volta riconciliato con gli Usa. Altro effetto dei rapporti "splendidi" tra Usa e Ue è secondo Prodi l'impegno comune di "lavorare di più per il futuro, nell'armonizzare le nostre regolamentazioni e gli standard per creare veramente un esempio per l'economia mondiale". Nel segno del liberismo. Il riferimento è all'accordo per definire entro il 2005 una strategia per la completa liberalizzazione dei commerci transatlantici, nonché all'intesa per far avanzare i negoziati a Doha in merito alla liberalizzazione del commercio agricolo mondiale.
In concomitanza col vertice si sono svolte nella capitale irlandese e presso la sede dell'incontro due manifestazioni contro Bush e la guerra all'Iraq. Il 25 giugno a Dublino erano almeno 10 mila i dimostranti che hanno sfilato nel centro della città. Il 26 giugno un corteo di autobus e altri mezzi ha portato dalla capitale al castello di Dromland almeno 5 mila manifestanti che hanno sfilato dietro striscioni e cartelli con la parola d'ordine "Stop Bush"; un imponente schieramento poliziesco in assetto di guerra li ha tenuti a debita distanza dalla sede del vertice.
7 luglio 2004