I vescovi del Sud: "contro la mafia non vi votiamo più"

I vescovi più attivi nella lotta e nella denuncia della criminalità organizzata e del degrado sociale nel Mezzogiorno sono pronti a proclamare, "se serve", lo "sciopero del voto" se i politici della destra, come della "sinistra" del regime neofascista non daranno un segnale forte contro le mafie, il malgoverno e il malaffare che stanno strangolando il Sud.
A guidare la "rivolta" sono, per la Campania il vescovo di Acerra Antonio Riboldi, per la Calabria il vescovo di Locri Giuseppe Morosini e per la Sicilia Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo. Don Riboldi, in particolare, è il più convinto assertore della proposta di disertare le urne. "Adesso tocca a noi - avverte Riboldi da sempre nel mirino dei clan -. Ai politici bisogna dire: o ascoltate la nostra voce, o non vi votiamo più".
"In 50 anni al Sud ho visto solo parole ed errori: - dice a Famiglia Cristiana - fabbriche nate e morte, terreni agricoli devastati, turismo in abbandono. Le mafie hanno avuto terreno fertile, arato dallo Stato e da un sistema di corruzione e di collusione impostato con straordinaria efficacia". E la gente "ha subìto e si è rassegnata. Ma la cultura dell'illegalità è stata diffusa dallo Stato. E non mi consola - aggiunge critico verso i roboanti annunci del governo del neoduce Berlusconi - vedere che proprio chi ha contribuito alla logica della corruzione propone una legge contro di essa".
Il vescovo di Acerra, da sempre una delle voci più forti contro la criminalità organizzata, ritiene che per cambiare serve "più coraggio". Dunque "bisogna tagliare i ponti, anche quelli tra le nostre chiese e la cultura mafiosa, che spesso dimostra di essere devota".
Di una chiesa "a volte troppo timida" di fronte alla mafia parlano, sempre su Famiglia Cristiana, anche altri tre presuli del Mezzogiorno, secondo cui è ora di scelte coraggiose, per fare in modo che il documento della Cei sul Sud, in cui si parla di "inadeguatezza della classe politica", non finisca sugli scaffali come quello di 20 anni fa.

17 marzo 2010