Vittoria schiacciante del NO al referendum. Grosso e significativo contributo di Calabria, Sardegna e Sicilia (Comunicato dell'Ufficio stampa)
Bocciata la costituzione del regime neofascista
Devastante sconfitta della Casa del fascio. Alta affluenza alle urne dopo 11 anni di quorum mancato. Prodi apre vergognosamente alla Casa del fascio sulla "riforma della Costituzione"
Respingere ogni intesa tra la destra e la "sinistra" borghese sulle riforme costituzionali
Un grande e inequivocabile NO alla Costituzione del regime neofascista. Un colpo devastante a tutta la Casa del fascio e in particolare all'asse neofascista Berlusconi-Bossi. Un implicito ma eloquente monito alla "sinistra" borghese a non cercare intese con la destra per fare insieme la controriforma neofascista, presidenzialista e federalista della Costituzione. Questo ha espresso il popolo italiano con la schiacciante vittoria del NO al referendum del 25 e 26 giugno sulla controriforma costituzionale voluta dalla Casa del fascio.
Due infatti gli elementi di grande significato che rendono così schiacciante e inequivocabile il verdetto di questo referendum: l'alta partecipazione al voto, col 53,7%, e la netta prevalenza del NO, col 61,7% di voti contrari contro il 38,3% a favore. Due elementi per niente scontati fino alla vigilia della consultazione, anzi in larga parte imprevisti e inaspettati. Il fatto che sia stato raggiunto il quorum, in un referendum costituzionale che non lo prevede neanche, e che ciò sia avvenuto per la prima volta dopo 11 anni di quorum mancati, in aggiunta al fatto che chi è andato a votare c'è andato in netta maggioranza per bocciare la controriforma costituzionale, nonostante che questa fosse presentata come "innovativa" e "moderna" dalla destra senza essere adeguatamente smascherata nella sua vera essenza fascista dalla "sinistra" borghese, fa crollare di colpo tutte le false tesi borghesi sul presunto "disinteresse" e sulla presunta "ignoranza" delle masse sulla posta politica in gioco in questo referendum, le quali hanno invece dimostrato una coscienza e una maturità pienamente all'altezza della situazione.
Ancora una volta la realtà dimostra che l'astensionismo non è legato al disinteresse, al qualunquismo e ai fattori stagionali (in questo caso il periodo estivo ormai avanzato e il gran caldo), ma è una scelta cosciente delle masse, che lo usano o meno a seconda delle situazioni e per esercitare ben determinate opzioni politiche. In questo caso specifico l'alta affluenza ha un valore ancor più significativo, visto che i partiti della "sinistra" borghese hanno praticamente disertato la campagna referendaria e tenuto un profilo bassissimo, per non rischiare di coinvolgere il fragile governo dell'Unione in uno scontro dall'esito tutt'altro che scontato, e soprattutto per tenere aperto il dialogo con la destra sulle "riforme" costituzionali nel dopo referendum. Le masse popolari hanno quindi supplito alla defezione dei partiti della "sinistra" parlamentare mobilitandosi autonomamente per bocciare la controriforma della Casa del fascio, comprendendo perfettamente la gravità antidemocratica, liberticida, secessionista e fascista del suo disegno politico: come era già successo altre volte nei cinque anni del governo neofascista Berlusconi, quando le masse sono scese spontaneamente in piazza malgrado l'ignavia e il capitolazionismo dei rimbambiti leader della "sinistra" parlamentare.

La travolgente vittoria del NO
Il NO ha vinto in misura netta e il più delle volte travolgente in tutte le 20 regioni d'Italia tranne 2, Lombardia e Veneto, dove comunque la vittoria dei SI è stata quasi sempre di stretta misura, e con le importanti e significative eccezioni di province come Milano, Mantova, Venezia e Rovigo, dove ha prevalso il NO. In Emilia-Romagna l'affluenza più alta, con il 64,3%, dove due votanti su tre hanno scelto il NO. L'affluenza più bassa si è registrata in Campania, con il 40,2% di partecipanti, ma dove si è anche avuta una delle più schiaccianti affermazioni del NO, col 75,3% contro il 24,7% dei SI.
Il record assoluto dei NO spetta alla Calabria, che con l'82,5% assesta il colpo più duro al disegno neofascista di Berlusconi e Bossi. Ma in generale è tutto il Meridione che ha bocciato con percentuali plebiscitarie la Costituzione del regime neofascista: Molise 71,7% di NO, Puglia 73,5%, Basilicata 76,9%, Sicilia 69,9%. Quest'ultimo dato è particolarmente importante e significativo, visto che il neoduce Berlusconi contava anche sulla Sicilia, dove Forza fascisti ha ancora una grossa rendita elettorale, per bilanciare almeno in parte la valanga dei NO. Anche l'altra grande isola, la Sardegna, ha bocciato sonoramente la controriforma costituzionale, con il 72,3% di NO. Il popolo del Mezzogiorno d'Italia e delle isole ha dunque compreso molto bene il disegno razzista, secessionista e antimeridionalista che si cela dietro la "devolution" federalista di Berlusconi-Bossi, e gli ha inflitto una dura lezione.
Se a tutto ciò si aggiunge la vittoria netta dei NO in tutte le regioni del Centro, con percentuali tutte ben al di sopra della media nazionale, rafforzate in valore assoluto dalla concomitante maggiore affluenza al voto, e l'affermazione in varia misura del NO anche nella maggior parte del Nord, tra cui tutti i capoluoghi di regione e le grandi aree urbane in generale, si può ben dire che le masse popolari italiane hanno respinto a stragrande maggioranza la Costituzione del regime neofascista e inferto un duro colpo all'asse Berlusconi-Bossi che aveva cercato di imporla con un golpe istituzionale. Ora i due banditi accusano il colpo, che non si aspettavano così devastante, rilasciano dichiarazioni di rabbiosa impotenza e si preparano a fronteggiare i malumori e la fronda di AN e UDC sempre più insofferenti a subire le decisioni imposte dall'asse Forza fascisti-Lega, specie quando si dimostrano fallimentari: "Gli italiani fanno schifo", ha detto il fascioleghista Speroni; "Si è persa un'occasione storica", ha detto il neoduce, che già aveva definito "indegni di essere italiani" chi votava no. Ma si guardano bene dall'ammettere che i SI, perfino nelle due regioni dove hanno prevalso, sono stati nettamente inferiori alle percentuali che la Casa del fascio aveva ottenuto nelle ultime consultazioni elettorali.

No alle manovre della "sinistra" borghese per una "riforma condivisa"
Il PMLI si è speso con tutte le sue forze e con grande generosità affinché si realizzasse questa grande vittoria del NO, mettendo in campo un impegno serio, determinato e duraturo di tutti i militanti, simpatizzanti attivi e amici, che i dirigenti nazionali del Partito con alla testa il compagno Giovanni Scuderi ringraziano con calore, durante tutta la campagna referendaria, partecipando anche nei Comitati unitari "Salviamo la Costituzione" pur dovendo registrare che in certi casi abbiamo subito delle scorrettezze, e propagandando il NO in ben 116 comuni di tutta Italia, come documentiamo in questo stesso giornale. Lo stesso non si può certo dire dei partiti della "sinistra" borghese, che non solo hanno fatto poco e nulla per animare, sostenere e spiegare la campagna referendaria, ma l'hanno addirittura boicottata e tradita di fatto, offrendo uno sfacciato e vergognoso dialogo alla destra per fare insieme le stesse "riforme" neofasciste, presidenzialiste e federaliste bocciate col referendum.
Non si era ancora spenta l'eco dell'annuncio della vittoria del NO, che il democristiano Prodi si è precipitato a dichiarare che "come maggioranza di governo è nostro dovere aprire il dialogo con tutte le forze politiche per discutere insieme gli aggiornamenti da apportare alla Costituzione". Anzi ha aggiunto di aver incaricato il ministro per le Riforme istituzionali Vannino Chiti "di avviare immediatamente i contatti con le forze politiche per impostare il dialogo sulla riforma della Costituzione e della legge elettorale". Il rinnegato D'Alema, ansioso evidentemente di riprendere il filo della sua Bicamerale golpista, ha detto da parte sua che "è ora di aprire un confronto serio sul futuro del sistema politico e istituzionale del Paese". Mentre Rutelli ha fatto l'offerta di inciucio direttamente al caporione fascista Fini a "Porta a porta", annunciandogli che "l'Unione sarà pronta a sottoporvi un disegno di legge costituzionale".
Solo il cacasotto nuovo guardiano della Camera, Bertinotti, cerca di smarcarsi proponendo una ridicola "pausa di riflessione", subito sbugiardato però dal rinnegato Fassino, che in un'intervista al suo giornale della grande borghesia preferito, "La Stampa" del 27 giugno, gli ricorda come le riforme costituzionali, a cominciare dal federalismo, sono nel programma dell'Unione che anche lui ha firmato, e che "tutta l'Unione ha chiesto il No in nome della volontà di aprire un percorso riformatore".
La "sinistra" borghese vuol far quindi rientrare dalla finestra, trescando con la destra neofascista, democristiana e leghista, quel che le masse popolari hanno cacciato dalla porta con la schiacciante vittoria del NO, e si accinge a farlo proprio in nome del risultato referendario, che travisa e strumentalizza sfacciatamente a supporto di questa sua linea politica di intesa conciliatoria con la Casa del fascio. Una linea che si è già ampiamente dimostrata in passato foriera di neofascismo, presidenzialismo e separatismo, come dimostrano la Bicamerale di D'Alema e le "riforme" presidenzialiste e federaliste fatte dai governi del "centro-sinistra", e che bisogna respingere risolutamente, perché rappresenta solo la versione "riformista" e "bipartisan" della Costituzione del regime neofascista appena bocciata.

28 giugno 2006