Manifestazione regionale il 7 febbraio 2003 a Palermo
VIVA LO SCIOPERO GENERALE DELL'INDUSTRIA IN SICILIA
APPELLO DELL'ORGANIZZAZIONE PALERMITANA DEL PMLI ALLE FORZE POLITICHE DEL MOVIMENTO E AGLI STUDENTI A STRINGERSI AGLI OPERAI IN LOTTA
Dal nostro corrispondente di Palermo
Venerdì 7 febbraio si terrà a Palermo la manifestazione regionale in occasione dello sciopero generale dell'industria siciliana, unitariamente indetto da Cgil, Cisl e Uil. Nell'assemblea di fabbrica, tenutasi a Termini Imerese il 10 gennaio, la maggioranza degli operai Fiat, accettando la proposta della Fiom regionale, aveva dato mandato alle segreterie generali dei tre sindacati di indire lo sciopero generale di tutte le categorie e non solo dell'industria.
Quella dello sciopero generale di tutte le categorie sarebbe stata la soluzione più incisiva, dal momento che non soltanto la classe operaia, ma tutte le masse lavoratrici e popolari siciliane in questo momento sono oppresse da una crisi economica che ha portato nuova povertà, disoccupazione ed emigrazione. Purtroppo non si è potuti arrivare a tale soluzione a causa della spaccatura nel sindacato e delle resistenze della Cisl. Quest'ultima formalmente ``appoggia'' la lotta degli operai Fiat ed indotto, ma praticamente, dopo la firma del patto tra il neoduce Berlusconi e i vertici Fiat, ha assunto un atteggiamento attendista che di fatto ha spaccato il fronte sindacale ed operaio e si è risolto in una capitolazione, non dichiarata ma effettiva, davanti alla irrisolta questione della Fiat di Termini.
L'atteggiamento di attesa della Cisl siciliana è stato dettato da un lato dalla necessità di mantenersi fedeli alla linea capitolazionista della segreteria nazionale di fronte al governo neofascista ed antioperaio del neoduce, dall'altro dall'impossibilità di dichiarare apertamente l'abbandono della lotta, come ha invece fatto la segreteria nazionale, dato che gli operai siciliani sempre più numerosi sono scesi in lotta per difendere l'industria e l'economia dell'isola. Infatti, mentre la Cisl siciliana era immobilizzata dalla sua irrisolvibile contraddizione e continuava a tergiversare e a rimandare la data dell'incontro delle segreterie regionali dei tre sindacati per l'indizione dello sciopero generale, in Sicilia nelle ultime due settimane quasi giornalmente si sono svolti scioperi spontanei, manifestazioni ed occupazioni.

I lavoratori non mollano la piazza
A Palermo, mentre la lotta della Fiat di Termini Imerese taceva, danneggiata dalla scissione sindacale, sono scesi in piazza i lavoratori dell'Imesi di Carini che hanno occupato l'assessorato regionale all'industria ed inscenato dure contestazioni sotto la sede del comune e della Presidenza della regione, con lo scopo di impedire la vendita dell'azienda, attualmente nel gruppo a maggioranza pubblica Ansaldo-Breda, ad un privato. Contemporaneamente sono scesi in piazza anche gli operai della ex Keller, poiché l'imprenditore toscano Mancini, che ha rilevato l'azienda l'anno scorso, ha dichiarato che non rimetterà in funzione lo stabilimento se prima non verrà firmata a suo favore la cessione dell'Imesi. Gli operai ex-Keller hanno svolto un corteo con blocco stradale nel centro di Palermo contro questo arrogante ricatto padronale.
Hanno manifestato negli stessi giorni a Palermo le operaie del polo tessile di Riesi (Caltanissetta) che rischia la chiusura. Altre manifestazioni operaie si sono avute nella provincia di Enna. Negli stessi giorni si è svolta un'assemblea di fabbrica all'Imesi di Carini alla quale hanno partecipato anche operai della ex-Keller, dei Cantieri Navali palermitani e della Fiat di Termini Imerese.
La recessione economica in cui versa la Sicilia centro-occidentale comincia ad attanagliare anche le zone della Sicilia orientale, storicamente le più ricche dell'isola. Si annunciano licenziamenti nelle aziende elettroniche del catanese, che hanno finora costituito un elemento trainante dell'industria siciliana. Il settore dell'industria agro-alimentare, nel quale eccelleva la provincia di Ragusa, è in una pesante crisi, in gran parte creata dalla ``siccità'' del 2002. A ciò si aggiunge l'incertezza sul futuro dei siti chimici di Gela (Caltanissetta) e di Priolo (Siracusa), dal momento che a tutt'oggi non è stata messa in atto alcuna seria azione politica che obblighi l'Enichem a mantenere gli impianti del nisseno e del siracusano e a risanare l'ambiente. A questo punto la Cisl siciliana a rischio di perdere la base ha dovuto smuoversi dal suo attendismo e, suo malgrado, è stata costretta a seguire la strada dello sciopero voluto dalla Fiom e dalla Cgil.

Sostegno militante del PMLI
Il PMLI ha appoggiato la proclamazione di uno sciopero generale di tutte le categorie, non solo dell'industria, che permettesse alle masse siciliane di pronunciarsi in difesa dell'economia regionale e contro le scelte antimeridionali del governo del neoduce Berlusconi. Lo sciopero generale non è stato proclamato, tuttavia l'Organizzazione palermitana del PMLI ha lavorato per diffondere il più possibile la notizia dello sciopero dell'industria e per spingere le varie realtà di movimento ad aderirvi.
In un'assemblea del 30 gennaio contro la guerra all'Iraq, alla quale erano presenti il PMLI, Rifondazione, Attac, Cobas, Centri Sociali, collettivi studenteschi, il PMLI ha lanciato un appello a tutte le organizzazioni presenti a scendere in piazza accanto agli operai siciliani, per portare dentro la manifestazione operaia le rivendicazioni contro la guerra di aggressione all'Iraq e, così, saldare la lotta delle masse lavoratrici e popolari in difesa dei propri diritti e contro il governo del neoduce Berlusconi, con le posizioni oggettivamente antimperialiste del movimento. Infatti la guerra imperialista all'Iraq nella quale vuole trascinarci il neoduce Berlusconi trasformerà la Sicilia in una base militare statunitense e peggiorerà le condizioni delle masse, aumentando la disoccupazione, la povertà, l'emigrazione. L'appello del PMLI è stato accolto dal movimento palermitano, che venerdì 7 scenderà in piazza accanto agli operai siciliani.
Parallelamente l'Organizzazione palermitana del PMLI ha lanciato un appello, che diffonderà nelle scuole, per invitare anche gli studenti a scendere in piazza accanto agli operai e ai lavoratori, i quali lottando contro la deindustrializzazione della Sicilia difendono e costruiscono il futuro delle giovani generazioni.
Le parole d'ordine con le quali il Partito scenderà in piazza il 7 febbraio a Palermo, schierandosi accanto agli operai di Fiat ed indotto di Termini Imerese, sono quelle stabilite dal Centro per lo sciopero generale nazionale dell'industria del 21 febbraio prossimo: Contratto subito; 135 euro per tutti; Sì al referendum sull'art. 18; Nazionalizzare la Fiat; No all'aggressione imperialista all'Iraq. In più verrà aggiunta la parola d'ordine specifica: Industrie per la Sicilia.