Il governo sceglie la data estiva per farlo fallire (I temi dei 4 referendum)
Il 12 e 13 giugno referendum sulla fecondazione assistita
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Crisi di governo permettendo (elezioni anticipate farebbero automaticamente slittare i referendum), si andrà alle urne il 12 e 13 giugno per votare per i quattro referendum che chiedono l'abrogazione parziale della legge 40 del 19 febbraio 2004 "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita". L'ha deciso il consiglio dei ministri il 7 aprile scorso facendosi arrogantemente beffa della richiesta dei promotori dei referendum che avevano indicato il 29 e 30 maggio come una data utile a favorire la massima partecipazione al voto.
Il governo del neoduce Berlusconi, come si immaginava, ha invece preferito una data estiva, l'ultima utile che poteva scegliere, proprio per favorire l'astensione e quindi far saltare il quorum necessario a renderli validi. Un bel regalo al Vaticano che attraverso la CEI e il suo presidente, cardinal Camillo Ruini, è sceso subito e apertamente in campo per sostenere l'astensione ai referendum trovando nella Casa del fascio ma anche nell'Unione paladini pronti a scendere in campo in questa ennesima crociata oscurantista e medievale.
Il ministro dell'Interno Pisanu, che ha annunciato la decisione, ha spiegato che sulla data del 29 maggio non c'era "la necessaria unanimità politica né tra le forze di maggioranza né tra quelle di opposizione". Se infatti UDC e Lega Nord hanno letteralmente alzato le barricate intorno alla data del 12 giugno, anche l'Udeur di Mastella non è stata da meno. Mentre la Margherita di Rutelli, nonostante la pilatesca "neutralità" di facciata sui referendum che l'ha spinta per ora a lasciare "libertà di coscienza" sul voto, ha sollevato comunque una questione istituzionale circa la coincidenza, nella data del 29 maggio, delle elezioni di ballottaggio per alcuni comuni siciliani.
Il fatto che anche il governo si sia orientato a puntare decisamente sull'astensione sta comunque a significare che esso, cosiccome il Vaticano, ritiene tutt'altro che probabile la vittoria dei no.
Un motivo di più per andare a votare il 12 e 13 giugno e votare 4 sì per infliggere un duro colpo alla legge fascista, oscurantista, antiscientifica e antifemminile sulla fecondazione assistita e alla politica del governo che con questa legge ha rilanciato la triade mussoliniana "Dio-patria-famiglia" già presente in tutta la sua politica interna, sociale ed estera.
Restiamo fermamente dell'opinione che questa legge andava abrogata totalmente come prevedeva un referendum che la corte costituzionale non ha ammesso. Un obiettivo che resta valido e che occorre perseguire per il futuro.
Nell'immediato occorre però sostenere i quattro referendum che intendono cancellare alcune norme fra le più fasciste, oscurantiste e disumane presenti in questa legge.
Come i limiti angusti alla ricerca scientifica clinica e sperimentale sull'embrione necessaria per giungere a nuove cure per malattie gravi e oggi incurabili come per esempio l'Alzheimer, il Parkinson, la sclerosi multipla, il diabete, i tumori. Il divieto all'accesso alle tecniche di fecondazione assistita per le coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche trasmissibili che potrebbero quindi avere figli sani attraverso una diagnosi e una terapia genetica preimpianto. Il divieto alla fecondazione eterologa, ossia il divieto ad utilizzare gameti (ovuli e spermatozoi) provenienti da donatori esterni alla coppia. L'obbligo di produrre un massimo di tre embrioni da trasferire con un unico impianto nell'utero materno obbligando le donne, in caso di insuccesso, a un secondo doloroso intervento di prelievo di ovociti. Il divieto di revoca della volontà di impianto dopo la fecondazione dell'ovulo anche se l'embrione risulta malformato o malato. Infine uno dei referendum chiede l'abrogazione dell'articolo 1 che per la prima volta al mondo riconosce e sancisce giuridicamente il dogma cattolico secondo cui l'embrione è una persona ed equipara i suoi diritti a quelli delle persone già nate.
Della legge resterà in piedi invece il divieto alla fecondazione assistita per le coppie gay, per quelle non sposate o conviventi stabilmente (requisito che dovrà essere verificato nientemeno che dal governo), per le donne single, vedove (nemmeno se il marito ha autorizzato l'uso dei suoi gameti crioconservati anche post-mortem) o non in età (peraltro da definire) potenzialmente fertile. Inoltre, resta la possibilità per il personale sanitario di ricorrere all'"obiezione di coscienza". Col che, come è già avvenuto per la legge 194 sull'aborto, si compie una inammissibile discriminazione fra la cura della infertilità e della sterilità, che per noi è una patologia come tutte le altre, e le altre prestazioni cliniche e terapeutiche a cui tutto il personale sanitario è obbligato. Infine, la legge continuerà a vietare la ricerca scientifica sulla clonazione umana anche a fini terapeutici. Quello che non vieta e non potrà mai vietare è che i ricchi potranno continuare a ricorrere ad ogni tipo di prestazione pagandosela profumatamente all'estero.
Tutto ciò lede fortemente il diritto universale alla salute, in particolare delle donne, l'autonomia dei medici nelle scelte terapeutiche, la libertà della ricerca e della sperimentazione scientifica ancora una volta subordinati e incatenati ai dogmi oscurantisti, metafisici, antiscientifici e antifemminili della chiesa cattolica.
Far vincere i Sì ai quattro referendum è solo il primo necessario passo non solo per eliminare gli effetti più vistosi di questa legge ma anche per dare un segnale forte che affermi e proclami la sacrosanta aspirazione del nostro popolo al progresso scientifico e sociale, a una concezione democratica e non retriva in materia di famiglia e di sessualità, a una giurisdizione libera dal condizionamento della morale e dell'etica cattoliche, a uno Stato non confessionale. Un'aspirazione che anima profondamente anche la maggioranza delle masse cattoliche italiane, come hanno dimostrato in passato le schiaccianti vittorie ai referendum sul divorzio e l'aborto, che certo non vogliono che il nostro Paese, com'è avvenuto con questa legge, ripiombi in pieno Medioevo.

20 aprile 2005