A Bologna celebrati con successo di partecipazione e di adesione i 110 anni della Fiom "Signori entra il lavoro, tutti in piedi" Quattro giorni di dibattiti, informazione e musica. Diffuso "Il Bolscevico" In 30 mila allo spettacolo di Santoro Verrebbe da dire: la FIOM ha 110 anni ma non li dimostra. E ancora: alla faccia del governo del neoduce Berlusconi, di Marchionne e della Confindustria della Marcegaglia, la FIOM non è affatto un sindacato vecchio, isolato, alle corde, ma vivo, combattivo, che gode di consensi non solo tra i lavoratori che rappresenta, tanti e in crescita, ma tra i giovani e nella società civile, specie quella progressista e di sinistra. È un giudizio questo che si ricava anche da come si è svolta la celebrazione dei 110 anni del sindacato dei metalmeccanici della CGIL, dai contenuti che sono stati espressi e dai risultati di partecipazione e di adesione ad essa. Un evento di grandi dimensioni, durato 4 giorni, dal 16 al 19 giugno, organizzato in tre luoghi di Bologna (Piazza XX Settembre, Parco di Villa Angeletti, Piazza VIII Agosto) e per la cui realizzazione 500 tute blu hanno lavorato gratis. Inoltre in 50 mila hanno aderito all'invito a sottoscrivere con un Sms di 2,50 euro per partecipare alle spese. Quella della FIOM è una storia gloriosa che ha attraversato, in una posizione di punta, la storia del movimento sindacale e operaio italiano. È stata protagonista di lotte memorabili per la conquista di fondamentali libertà sindacali e diritti contrattuali dei lavoratori. Una storia che va dunque ricordata e tramandata come merita. Tuttavia, la scelta operata dal vertice della FIOM per questa ricorrenza è stata quella di guardare più che al passato al presente e al futuro. Ciò in considerazione del momento che stiamo vivendo caratterizzato, da un lato, da un attacco furibondo di governo e padronato, con la complicità dei sindacati collaborazionisti CISL e UIL in testa, al contratto nazionale e alle libertà sindacali, compreso il diritto di rappresentanza e di sciopero e, dall'altro, da un progressivo risveglio delle coscienze e da una voglia di ribellarsi a questo stato di cose, come è emerso nello straordinario risultato dei referendum del 12 e 13 giugno su acqua, nucleare e legittimo impedimento. Proprio in questi giorni inizia a Torino il processo intentato dalla FIOM contro la Fiat e le sue newco, che altro non sono che un trasferimento d'impresa mascherato nella stessa fabbrica di Pomigliano per licenziare e riassumere gli stessi lavoratori, ma non tutti, solo il 40%, e applicare il contratto aziendale non sottoscritto dalla FIOM, in deroga a quello nazionale. Ed è di questi giorni l'annuncio del segretario della UIL, Luigi Angeletti, di disdire ufficialmente l'accordo del '93, che tra le conseguenze avrebbe quella di cancellare le RSU (rappresentanze sindacali unitarie aziendali) elette dai lavoratori, per tornare di botto alle RSA (rappresentanze sindacali aziendali) nominate dall'alto dalle burocrazie sindacali. Non una semplice ricorrenza, non un mero ricordo delle ragioni che diedero vita alla FIOM, ha detto il segretario generale, Maurizio Landini, nel presentare la manifestazione, bensì un rilancio di queste ragioni nelle battaglie di oggi che indica "nella scelta di ridare dignità di bene comune, di patrimonio di tutti, al lavoro, alla democrazia, ai diritti, al contratto nazionale e alla legalità". In questo contesto, come esempio Landini ricorda "lo scatto di dignità dei lavoratori del Gian Battista Vico (di Pomigliano, ndr) che si sono rifiutati di sottostare al ricatto della Fiat che chiedeva loro di rinunciare ai diritti, altrimenti Marchionne avrebbe chiuso la fabbrica". I quali hanno permesso di tornare a parlare delle condizioni di lavoro, di democrazia e di rappresentanza sindacali, di contratto "come elemento di tutela e di solidarietà generali". Questo è almeno il senso che il vertice FIOM ha voluto dare alla celebrazione con la parola d'ordine: "Signori entra il lavoro"; alla quale è stata aggiunto su suggerimento di Santoro, "Tutti in piedi". Si parla, è ovvio, del lavoro dipendente, per il quale si chiede rispetto e dignità e che invece, nel corso degli ultimi vent'anni è stato letteralmente massacrato, totalmente precarizzato, progressivamente spogliato di tutele e di diritti elementari, tant'è che oggi i figli stanno peggio dei padri. Le conquiste strappate con le lotte del Novecento sono sotto attacco. Occorrono proposte alternative che evitino l'uscita dalla crisi a spese dei lavoratori e dei ceti più deboli. Incombe, a questo proposito, la stangata fiscale di Tremonti di 40 miliardi di euro. E questo non è un problema che riguarda solo la FIOM. Un allarme che è stato colto dai tanti ospiti che hanno partecipato alla celebrazione. Fitto il programma della festa a partire dal saluto del presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, PD, e dagli interventi di apertura di Susanna Camusso e Maurizio Landini, segretari generali della CGIL e della FIOM. E inoltre, dibattiti sui temi del lavoro, mostre, spettacoli e concerti. Michele Santoro, uscito di fresco dalla Rai, insieme alla sua struttura di "Anno Zero" ha accettato di organizzare nel Parco di Villa Angeletti a Bologna una serata dedicata ai 110 anni della FIOM, per parlare e dibattere delle condizioni di lavoro in Italia, del precariato e dei bassi salari, ciò con l'ausilio di un megaschermo e in collegamento con numerose emittenti radio televisive locali e la rete Internet, un po' sull'esempio dell'evento realizzato nel marzo 2010 dedicato alla libertà d'informazione denominato "Rai per una notte". Una serata, anche questa coronata da un successo di partecipazione: 30 mila le persone presenti nel Parco, le operaie Omsa in prima fila, tanti giovani, precari della scuola e altri, più altre migliaia e migliaia in Rete. Animata da noti personaggi dello spettacolo, come Serena Dandini, il vignettista Vauro Senesi, Roberto Benigni, apparso all'improvviso. Ancora Dario Fo e Franca Rame, Maurizio Crozza (che ha fatto la caricatura di Marchionne), e giornalisti come Marco Travaglio. Ha portato il suo contributo, come "lavoratore" della giustizia" anche il magistrato antimafia Antonio Ingroia. C'è anche Corrado Guzzanti con la sua satira graffiante per prendere in giro i potenti e i maneggioni di turno, la "P2, la P3, la P4". Tra i bersagli della satira, il ministro Brunetta protagonista di recente di un vergognoso quanto gratuito attacco ai lavoratori precari da lui definiti la "peggiore Italia". Numerosi anche i cantanti che hanno accolto l'invito ad esibirsi per i 110 della FIOM: Teresa De Sio, Daniele Silvestri, i Subsonica. Una squadra di compagni dell'Emilia Romagna diretta dal compagno Denis Branzanti ha diffuso "Il Bolscevico" e intrecciato discussioni con diversi partecipanti all'evento. La quattro giorni della FIOM si è conclusa con un concertone: sul palco si sono succeduti Fiorella Mannoia, Luca Barbarossa, Paola Turci e Andrea Rivera. Nota a margine: i segretari di SEL e IDV e della FDS Nichi Vendola, Antonio Di Pietro e Massimo Rossi e la Bindi hanno fatto passerella nel corso dell'iniziativa per "discutere" di rappresentanza del lavoro. 22 giugno 2011 |