Bangladesh
In piazza i lavoratori supersfruttati dalle multinazionali
Recentemente in Bangladesh governo e padroni delle aziende tessili hanno raggiunto un accordo che aumenta il salario minimo dagli attuali 38 dollari mensili a 68. Gli industriali tessili si lamentano ma i lavoratori lo considerano una miseria e hanno deciso di continuare la lotta a sostegno della loro richiesta di un aumento fino a 100 dollari al mese. Una lotta sostenuta da scioperi e manifestazioni per le strade coi lavoratori che fronteggiano le cariche della polizia e danno vita a duri scontri in particolare nella capitale Dhaka. Con barricate improvvisate e lancio di pietre i lavoratori rispondono alla polizia che usa gas lacrimogeni e proiettili di gomma, in una battaglia per le strade che nel mese di novembre si è ripetuta più volte.
Già nel luglio 2010 i lavoratori del tessile erano stati protagonisti di dure lotte che avevano ottenuto un accordo tra governo e industriali che fissava il salario minimo a 50 dollari al mese. Accordo che i padroni avevano successivamente violato pagando salari inferiori. I lavoratori hanno alzato il tiro, chiesto aumenti salariali più consistenti e respinto l'intesa al ribasso promossa dal governo. Il ministro del lavoro Rajiuddin Ahmed Raju ha esortato i lavoratori a tornare nelle aziende e promesso punizioni pesanti contro gli organizzatori delle proteste che “distruggerebbero” l'industria traino del Bangladesh, riempiendo le tasche dei padroni locali e delle multinazionali del settore. Ma la protesta è rimasta in piedi e dopo l'annuncio dell'intesa si sono bloccate per lo sciopero un centinaio di fabbriche e sono continuati i cortei di protesta.
4 dicembre 2013