Contro la privatizzazione di Renzi e Bonaccorsi e la disdetta dell'integrativo
Vittoria dello sciopero a oltranza dei lavoratori ATAF
L'assemblea dei lavoratori guida la coraggiosa mobilitazione. Pesante repressione giudiziaria. Presenti e solidali gli autoferrotramvieri di Genova e Roma
Redazione di Firenze
I lavoratori dell'ATAF (l'azienda di trasporto pubblico fiorentina) hanno ottenuto una bella vittoria contro la privatizzazione voluta dal neopodestà Matteo Renzi e dal suo uomo Filippo Bonaccorsi, messo dal e neoleader PD alla direzione di ATAF e recentemente promosso assessore, e contro la politica di taglio dei diritti dei lavoratori.
Dopo due giorni di sciopero a oltranza guidato dall'assemblea generale i lavoratori hanno ottenuto un accordo che prevede: - assunzione full-time per 8 lavoratori part-time, gli ultimi rimasti in azienda - la sospensione della procedura di spacchettamento aziendale conseguente alla privatizzazione che vedrebbe assegnare lotti di linee a ditte diverse, rimandata a dopo la gara regionale di appalto del Trasporto Pubblico Locale (TPL) - la revoca della disdetta del contratto integrativo (ora gli autisti sono obbligati a guidare continuativamente 4 ore e 30 minuti, con una pausa ridotta da 25 a 15 minuti).
L’accordo è stato firmato dalla RSU, quindi dai Cobas e dal SUL (uniche componenti della RSU) e sottoscritto poi da CGLL, UGL e FAISA. Sull'integrativo aziendale, disdetto dall'azienda a settembre, si aprirà un nuovo tavolo di trattativa che entro il 31 gennaio dovrà ridefinire: il nastro guida (le ore al volante), i giorni di riposo, il premio di produttività.
Incoraggiati dalle lotte dei lavoratori dei trasporti a Genova, a Roma e in tutta Italia, i lavoratori dell'ATAF hanno preso in mano la direzione della lotta decidendo tutto in assemblea, dalle azioni di piazza alla gestione della trattativa, portando a un livello superiore una mobilitazione che non è mai mancata contro i tagli e la privatizzazione voluta da Renzi, sono ben 11 gli scioperi dal 2011.
Il primo giorno di sciopero è all'alba di giovedì 5 dicembre. Alle quattro del mattino iniziano le assemblee nei depositi di Peretola e delle Cure per decidere come gestire la protesta a cui aderiscono praticamente tutti i lavoratori, indipendentemente dall'appartenenza sindacale o politica. Gli autisti ignorano l'appello dei sindacati confederali a rispettare le fasce orarie di garanzia, dai depositi non esce neanche un bus. Con un combattivo corteo attraversano, in andata e al ritorno, viale Matteotti. Il prefetto tenta senza successo una mediazione. L'assemblea riunita fino a notte fonda decide di proseguire la mobilitazione anche nella giornata di venerdì 6 sfidando la precettazione del prefetto Luigi Varratta. Davanti al deposito centrale di viale dei Mille prende vita un presidio dominato dallo striscione "Renzi nemico di tutti i lavoratori".
Venerdì mattina un combattivo corteo, aperto dallo striscione "Renzi bugiardo" (riferito alle sue dichiarazioni all'indomani della mobilitazione di Genova secondo le quali a Firenze la privatizzazione era stata fatta senza danno per i lavoratori) attraversa la città e arriva sotto la prefettura nella centrale via Cavour. Partecipano delegazioni di Genova e Roma, particolarmente folta.
Finalmente in serata l'accordo vittorioso approvato dall'assemblea, che durante la giornata aveva seguito praticamente in diretta tutto l'andamento della trattativa.
Questa vittoria rischia però di costare cara ai lavoratori ATAF, sui quali pendono ora pesanti provvedimenti giudiziari. 612 sono le denunce per aver ignorato la precettazione del prefetto nella giornata di venerdì, 412 quelle per non aver effettuato il servizio durante le "fasce di garanzia" nella giornata di giovedì. Le sanzioni previste per lo sciopero "selvaggio" sono da 250 a 500 euro al giorno a testa, più una multa di 25.800 per le organizzazioni sindacali che hanno indetto lo sciopero (Cobas e Sul che compongono la RSU).
Una bella vittoria, ottenuta con coraggio sfidando il muro delle bugie denigratorie su questa lotta. La stessa rassegna stampa della Camera del Lavoro fiorentina (CGIL) fino a domenica intitolava la rassegna stampa "stop selvaggio e passeggeri furiosi" riprendendo il titolo de "la Repubblica", giornale di riferimento del PD. I lavoratori dell'ATAF hanno sensibilizzato la popolazione a sostegno della lotta, sia nel loro comunicato che nelle locandine che hanno affisso alle paline delle fermate del centro cittadino.
Non da meno Renzi che tramite i twitter
del comune (che dovrebbero essere riservati alle comunicazioni istituzionali) ha sparso bugie e veleni tipo: "ATAF dal 2001 al 2009 ha avuto perdite per 42 milioni di euro. Oggi non costa un euro in più ai fiorentini”; "ATAF, lo sciopero arriva a un anno dalla privatizzazione: nessun posto di lavoro perso, non un centesimo in meno in busta paga”;
"ATAF, nel 2006 il biglietto era il più caro d’Italia, ora il meno caro del CentroNord. Dopo privatizzazione prezzi invariati”; “Nessuna linea tagliata con la privatizzazione, ma in precedenza per tagli del governo”.
Successivamente sono partiti i tentativi di recupero invece da parte della CGIL, che per non rimanere completamente tagliata fuori ha messo in moto l'ufficio legale per sostenere l'illegalità dello spacchettamento, ossia la divisione in tre del raggruppamento che un anno fa ha acquistato la vecchia ATAF pubblica (Busitalia-ferrovie al 75%, Cap al 25% e Autoguidovie al 5%), e alla disdetta dell’integrativo. Secondo i legali della CGIL gli articoli 16 e 18 della legge 42 della Regione che regola l’assegnazione del servizio di TPL chiunque acquisti un’azienda di trasporto prima di una gara per la concessione del servizio non può né dividerla né disdettare gli integrativi.
La decisa mobilitazione dei lavoratori ATAF come si vede è riuscita a rompere la cappa della concertazione filo-PD che nella nostra città è sempre stata attivissima nei tentativi di non far sviluppare le lotte contro le amministrazioni locali. Anche questo è un punto positivo a favore della vittoria di questa importante battaglia che oggi li vede all'avanguardia della contestazione della politica di privatizzazione e tagli di Renzi e in difesa dei diritti dei lavoratori. Una lotta e una vittoria da sostenere e che ci auguriamo siano da esempio e incitamento per affrontare i problemi della popolazione.
Nelle stesse giornate sono scesi in lotta anche i lavoratori del trasporto pubblico di Livorno e di Pisa dove, contro la disdetta del contratto integrativo hanno dato vita a un combattivo corteo e occupato il Consiglio comunale.
11 dicembre 2013