Malasanità in Puglia
Coinvolto il PD dalemiano
E' accusato di finanziamento illecito
Appalti in cambio di assunzioni di parenti e amici e di finanziamenti illeciti ai DS-PD: è questa l'ipotesi investigativa su cui indaga la procura di Brindisi nell'ambito della scandalosa vicenda che riguarda la malasanità in Puglia.
Secondo l'accusa a spartirsi la torta erano soprattutto i dalemiani i quali, a partire dal 2007 hanno favorito nell'assegnazione degli appalti il colosso emiliano Manutencoop per ottenere in cambio assunzioni per gli amici degli amici e lauti finanziamenti al partito.
Nel registro degli indagati gli inquirenti hanno già scritto il nome dell’attuale capogruppo del PD alla Regione Puglia, Pino Romano, quello del consigliere regionale Antonio Maniglio, dell’ex collega Vincenzo Cappellini e dell’ex parlamentare Carmine di Pietrangelo. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, falsi in atto pubblico, abuso d’ufficio, corruzione e rivelazione del segreto d’ufficio.
Il capobastone Massimo D’Alema, che al momento non risulta indagato, viene tirato in ballo in decine di telefonate intercettate dagli inquirenti e ora al vaglio della magistratura. In particolare il nome di D'Alema viene menzionato durante una telefonata fra il dirigente della Asl brindisina Vincenzo Corso il quale parlando con l’imprenditore Vittorio Marra, amministratore delegato della società Revi, afferma: “Questo è arrivato al baffetto!”. Un “chiaro riferimento all’onorevole D’Alema”, annota fra l'altro il Nas dei Carabinieri, nell’informativa allegata agli atti, aggiungendo che “Corso, nella circostanza, fa riferimento al fatto che Marra era arrivato ad agganciare” l’ex presidente del Consiglio. E quindi: “Questo è arrivato a baffetto – dice Corso – non so chi ci hanno che sponsorizzano questi… Forse faresti meglio ad agganciarti qua…”.
In un'altra intercettazione si legge “ti ho dato un parente di Antonio Maniglio, non mio, sia chiaro… Tu sai chi… ma questo non c’entra io seguo Di Pietrangelo”.
Le conversazioni tra boss politici e imprenditori da favorire negli appalti vertono spesso su chi assumere e riguardano il gruppo dei consiglieri PD.
E c'è anche chi al telefono ricostruisce la catena di comando a cominciare “dal presidente D’Alema, poi in Puglia c’è De Santis, poi c’è Di Pietrangelo, Frisullo, Maniglio… La Torre in Puglia anche se a Roma…”. Della lista – includendo Frisullo che è stato condannato in primo grado per un altro fascicolo sulla sanità, quello legato a Gianpi Tarantini – oggi si contano tra gli indagati anche Di Pietrangelo e Maniglio. E in questa indagine – anch’egli indagato – ricompare il nome di Alberto Tedesco, già coinvolto in molte altre inchieste sulla sanità pugliese.
Emblematica l'intercettazione del direttore amministrativo Alfredo Rampino con un rappresentante della ditta Markas: “Tu hai vinto le gare, regolarmente… non mi interessa niente, non… per qualche assunzione… in pratica di politici… il Consigliere Romano…dico no !? Due tre dico, va bene! Loro come politici ne hanno tante tante persone, insomma… si vota quindi… sai, se no questi poi dicono., sai… ma voi state là, che cazzo fate che… sempre… nei limiti… le selezionate, le fate… non so… te ce li hai i numeri del Consigliere Romano.. eh allora fai riferimento a lui, so che prendete persone, poi le prendete… fate riferimento a lui… purché… se sono valide…”. E proprio parlando di Rampino e Corso, i carabinieri del Nas annotano che, nella conversazione ambientale del 19 marzo 2007, “parlano di far versare alla ditta Ediltecno Costruzioni srl del denaro sul conto corrente legato alla Tesoreria dei Ds”.
Secondo gli inquirenti il PD e i dalemiani in particolare sono talmente corrotti che sulla Sanità pugliese non si limitano ad arraffare posti di lavoro per parenti e amici. Arrivano a sottrarre alla Asl, per una giornata intera, un’auto di servizio che, per norma, doveva essere utilizzata in ben altro modo. Il chirurgo Salvatore Brigante decide di andare a Roma e chiede in prestito, alla struttura ospedaliera, una Fiat Ulisse. Gli investigatori lo fermano a Brindisi, sul mezzo viaggiano sei persone, e Brigante riferisce che deve raggiungere la capitale per un convegno sulla Sanità. Non sa Brigante di essere stato intercettato quando, non trovando un auto a noleggio, chiede aiuto alla Asl: “Ma è una missione istituzionale?”, gli chiedono. “No”, risponde, “una manifestazione che dobbiamo fare a Roma… con il Partito democratico… io siccome sono consigliere… sto nel consiglio nazionale del Pd, mi hanno chiesto un minimo di partecipazione, sto portando una decina di cristiani”.
18 dicembre 2013