Il livello più alto dal 1977
La disoccupazione giovanile sale al 41,6%
Le cause stanno nel capitalismo e nei governi che gli reggono il sacco
La piaga della disoccupazione giovanile segna un nuovo record dal 1977, ossia dall'inizio delle rilevazioni Istat, e si assesta al 41,6%, cioè 659mila giovani fra i 15 e i 24 anni senza lavoro. Che vanno ad aggiungersi ai 3,7 milioni che non studiano né lavorano rilevati il mese scorso dall'Istituto di statistica. Ormai, la tendenza è tutta proiettata verso il 50% di giovani disoccupati, soglia finora superata (abbondantemente) solo da paesi dove la crisi del capitalismo morde più ferocemente, nella fattispecie Grecia, Spagna e Croazia.
Il gravissimo dato, oltre a confermare l'aumento galoppante di questa emergenza sociale, va a braccetto con l'altrettanto inaccettabile aumento della disoccupazione generale, che passa al 12,5% a novembre 2013, ossia 351 milioni aspiranti lavoratori e lavoratrici in più rispetto al novembre 2012 che non riescono a trovare un posto.
La CGIL segnala infine che il 2013 è stato il terzo anno peggiore dall'inizio della crisi per quanto concerne il ricorso alla cassa integrazione, che nelle sue diverse forme ha superato il miliardo di ore.
A fronte di questa autentica piaga sociale, la segretaria della CGIL Susanna Camusso ha detto che “serve una svolta politica, investire e creare nuovi posti”. Giusto. Ma allora cosa aspetta a proclamare lo sciopero generale di otto ore con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi contro le politiche di massacro sociale attualmente in atto? Perché si ostina a restare sul carro del governo e di Confindustria anziché soffiare sul fuoco dell'opposizione di classe e di massa? Tutti motivi in più per appoggiare la mozione di sinistra “Il sindacato è un'altra cosa” agli imminenti congressi della CGIL e soprattutto per dare forza alla piattaforma sindacale dei marxisti-leninisti.
Sì perché l'aumento endemico della disoccupazione giovanile e generale ha una causa precisa, che è la politica economica perseguita dal governo Letta-Alfano in perfetta continuità con i suoi predecessori Monti e Berlusconi, tutta a vantaggio del grande capitale e della grande finanza a spese delle masse lavoratrici, popolari e giovanili.
La soluzione sarebbe mettere in campo un piano urgente per l'occupazione giovanile stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelata, ma questo non è nei programmi dei partiti inciucisti neofascisti di maggioranza, né di quelli dell'opposizione parlamentare, interessati soltanto a garantire ai padroni un vasto bacino di giovani sfruttabili a piacimento e facilmente ricattabili. Non fa eccezione il truffaldino “Jobs Act” del democristiano Renzi: un “contratto unico” ma senza diritti, garanzie e tutele e soprattutto senza articolo 18, quindi più precario dei contratti precari attualmente esistenti!
Per questo “l'unica vera alternativa passa dalla distruzione di questo sistema fondato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dalla sua sostituzione con il socialismo, la società dei lavoratori, con la classe operaia al potere”. Perché non si può immaginare un futuro “senza fare piazza pulita del sistema capitalistico che produce ciclicamente crisi come quella che stiamo vivendo, che si è dimostrato incapace di dare ai giovani lavoro e istruzione pubblica e gratuita, che ha creato il mostro del precariato, che permette ai padroni di chiudere le fabbriche e delocalizzare la produzione, che vorrebbe tagliare fuori dalla vita politica i giovani, che chiude gli occhi di fronte al problema della droga, al lavoro minorile, all'emigrazione giovanile e continua, macelleria sociale dopo macelleria sociale, a rubare il futuro a migliaia di giovani per ingrassare la grande finanza, il grande capitale, gli speculatori e i politicanti borghesi” (dall'Appello del PMLI “Giovani, date le ali al vostro futuro”).
15 gennaio 2014