Misure fasciste di Rajoy
Vietato protestare in Spagna
No alle manifestazioni davanti ai palazzi istituzionali e multe a chi insulta i poliziotti
Il governo di Mariano Rajoy ha preparato a fine dicembre il testo di una nuova legge che prevede misure fasciste per impedire le proteste di piazza, vietando in particolare qualsiasi manifestazione davanti ai palazzi istituzionali, dai cortei ai semplici sit in. Divieti accompagnati da pesanti multe a chi insulta o fotografa i poliziotti. Se questa legge fosse già stata in vigore non sarebbe stata possibile la nascita in quelle forme del movimento degli indignados, costruito attorno alle iniziative organizzate dalla tendopoli che per settimane occupò la Puerta del Sol a Madrid nel 2011, come le manifestazioni del gruppo “circondiamo il congresso” che ha fatto sentire la sua voce assediando le sedi delle istituzioni e le innumerevoli contestazioni sociali di denuncia degli effetti della pesante crisi economica sulle masse popolari.
Secondo il governo di destra spagnolo la protesta delle masse non dovrebbe in nessun modo “disturbare” l'operato di governo e parlamento, dei ministeri o delle assemblee regionali, neanche collocando striscioni o bandiere sugli edifici, e dovrebbe essere il più possibile irreggimentata dalla polizia tanto che le “forze dell'ordine” potranno stabilire delle zone di sicurezza ulteriori entro le quali saranno proibite semplici riunioni di persone.
I poliziotti diventeranno degli intoccabili, chi li insulta potrà esser punito con pesanti multe, multe che potranno arrivare fino alla cifra di 400 mila euro per chi fotografa o filma gli agenti. Altri gravi aspetti della legge fascista sono quelli che prevedono la cosiddetta "presunzione di verità" delle denunce degli agenti che sposta sul presunto colpevole l'onere di dimostrare la sua innocenza, non il contrario, e la possibilità per le guardie private di intervenire anche al di fuori degli edifici che devono sorvegliare per controllare, perquisire o arrestare un sospetto. Misure che limitano le libertà democratiche e che sono state criticate financo dal commissario dei Diritti umani del Consiglio d'Europa.
Attivisti di Democracia Real Ya, il movimento nato dalla protesta degli indignados del 15 marzo 2011, denunciavano che alcune misure sono state concepite “contro di noi, come il divieto di concentrazione delle persone in uno spazio pubblico o quello delle proteste davanti al parlamento. Un provvedimento così forte indica che il governo ci teme. Hanno paura. Ma noi no e siamo pronti a sfidare la legge” e annunciava le manifestazioni di protesta in programma davanti al parlamento catalano in occasione dell'approvazione della legge di bilancio. Gli attivisti di Democracia Real Ya respingevano anche il divieto di scattare e pubblicare foto di poliziotti in azione contro i manifestanti, immagini diffuse in passato sui social network che documentavano e denunciavano la repressione poliziesca.
Contro il progetto di legge fascista di Rajoy scendeva in piazza il 15 dicembre a Madrid anche il collettivo “Rodea el Congreso (circondiamo il Congresso, ndr)”; i manifestanti affrontavano le cariche della polizia che cercava di fermare il corteo nei pressi della stazione di Atocha.
15 gennaio 2014