In 8 anni Marchionne ha guadagnato 250 milioni di euro
Quanto ha guadagnato il nuovo Valletta della Fiat, Sergio Marchionne, mentre licenziava gli operai, chiudeva fabbriche e contribuiva ad incrementare il divario fra super ricchi e nuovi poveri?
Come amministratore delegato del gruppo Fiat Auto, Sergio Marchionne ha ricevuto un compenso fisso di 2,5 milioni di euro, mentre il compenso variabile è stato di 2 milioni. Come stock grant (cioè l'assegnazione gratuita e programmata di azioni), invece che lo stock option (meno “vantaggioso” perché dà il diritto di acquistare azioni di una società a un determinato prezzo d'esercizio), a inizio 2012 e a seguito del raggiungimento degli obiettivi di performance per gli anni 2009-2010-2011, gli sono stati assegnati 4 milioni di euro in azioni Fiat e 4 milioni di azioni Fiat Industrial. A partire dal 2013 gli sono stati elargiti incentivi che gli metteranno in tasca, nel triennio 2014-2015, 7 milioni di azioni Fiat (un terzo in ciascun anno), a condizione che rimanga in carica in ognuno dei tre esercizi.
Parlando di Fiat Industrial, come presidente esecutivo Marchionne ha ricevuto nel 2012 un compenso fisso di 1,3 milioni di euro, oltre a un variabile di 1,6 milioni. Totale: 2,9 milioni. Potrà poi ricevere sino a un massimo di 2.100.000 euro per il triennio 2013-2014-2015 e 1 milione in più nel 2015 a condizione che siano raggiunti determinati obiettivi finanziari tra il gennaio 2012 e il dicembre 2014. Chrysler gli ha poi riconosciuto un compenso di 1 milione di euro per sedere nel suo consiglio di amministrazione. Infine, come consigliere di Exor, la "cassaforte" di casa Agnelli, Marchionne nel 2012 ha intascato 40mila euro. E secondo i calcoli del Sole 24 Ore
, dal 2004 al 2012 Marchionne avrebbe incassato oltre 250 milioni di euro al lordo delle tasse delle quali, visto che è cittadino svizzero, ne ha pagate solo una parte in Italia.
Il nababbo in camicia nera è stato così ben retribuito e premiato perché ha reso un bel servizio alla Fiat degli Agnelli e non solo a loro ma all'intero capitalismo italiano. Quale? Non certo quello di aver salvato le fabbriche italiane della Fiat, visto che sono sotto pericolo di chiusura o trasferimento ancor oggi, ma quello di aver reintrodotto relazioni sindacali neofasciste, di aver annientato ogni diritto sindacale conquistato con dure lotte e sacrifici, per aver cancellato di fatto il contratto nazionale di lavoro, per aver peggiorato complessivamente e pesantemente le condizioni di lavoro, inserito meccanismi punitivi e persecutori in materia di assenze in fabbrica; cancellato le RSU e per aver messo limiti arbitrari e inaccettabili al diritto di sciopero; quello di aver tentato di annientare i sindacati più combattivi e recalcitranti alla sua politica aziendale che con piglio fascista e con tono ricattatorio da nuovo Valletta della Fiat, ha imposto agli operai del gruppo imponendo un accordo antioperaio, antisindacale, reazionario e neofascista che non ha precedenti, se non nel ventennio mussoliniano. Poi, è divenuto il modello dei capitalisti nostrani e dello stesso governo nei confronti dei dipendenti pubblici. E mentre faceva tutto questo ha ricevuto il plauso anche del Berlusconi democristiano, oggi segretario del PD, Matteo Renzi.
29 gennaio 2014