Travolto dallo scandalo dei rimborsi gonfiati
Mastrapasqua costretto alle dimissioni
Al suo posto Letta vuole mettere l'ex ministro Treu
Antonio Mastrapasqua, soprannominato “mister 25 poltrone”, per un'intera settimana ha cercato in tutti i modi di rimanere aggrappato alla poltrona del più grande ente previdenziale d’Europa; ma alla fine, incalzato dalla magistratura e dal clamore suscitato dai sui numerosi incarichi e dal suo lauto stipendio è stato costretto a mollare l'osso e a rassegnare le dimissioni dalla presidenza dell’Inps.
Il 25 gennaio il vicepresidente di Equitalia nonché titolare di altre decine di incarichi in enti pubblici e società partecipate dello Stato, è finito nel registro degli indagati della procura di Roma con l'accusa di truffa, falso e abuso d’ufficio.
Lo scandalo riguarda la scandalosa storia delle cartelle gonfiate per portare a casa maggiori rimborsi all’Ospedale israelita, di cui Mastrapasqua è direttore generale, per un importo di 85 milioni di euro di cui 14 risultano al momento non dovuti.
L’inchiesta è partita da una denuncia del Nas di Roma del 16 settembre 2013. Ci sono casi di cartelle falsificate in cui le estrazioni dei denti sono state classificate in qualche caso come costosissime plastiche gengivali con innesto di osso. Particolare non trascurabile visto che la clinica non risulta accreditata col Servizio sanitario per odontoiatria, quindi non può esigere il rimborso delle prestazioni ambulatoriali erogate in quel reparto. Lo può fare invece per ortopedia.
Secondo la ricostruzione del quotidiano La Repubblica, infatti, Mastrapasqua, in veste di direttore dell’Ospedale, avrebbe girato all’Inps, di cui è presidente, contributi previdenziali sotto forma di fatture della Regione Lazio non liquidate.
Mentre l'associazione dei consumatori Adusbef, in una nota informa che Mastrapasqua “gode certamente del dono dell’ubiquità. Infatti, oltre alle 25 cariche note, dalla presidenza di Idea Fimit, la più grande società immobiliare italiana accusata di essere stata al centro di molteplici scandali immobiliari, alle molteplici poltrone nei collegi sindacali, ha anche un’altra serie d’incarichi. Il commercialista romano – uomo da 1.200.000 euro l’anno – è anche amministratore unico della Litorale spa, azienda per lo sviluppo economico turistico e occupazionale del litorale laziale”.
Come è possibile che da Palazzo Chigi, alla Commissioni Lavoro di Camera e Senato, fino al ministero del Lavoro e ai massimi vertici istituzionali e perfino sindacali, nessuno si sia mai accorto che Mastrapasqua e sua moglie, Maria Giovanna Basile, hanno collezionato oltre una cinquantina di incarichi? Come è possibile che nessuno si sia mai accorto che lady Mastrapasqua vanta ben 20 presenze nei collegi di sindaci delle più svariate aziende, dalla Rai ad alcune controllate dell'Aci, dall'Acea ad aziende sanitarie fiorentine e romane, dall'impiantistica all'immobiliare, dalla consulenza e pianificazione aziendale, a una merchant bank.
E siamo sicuri che ora grazie al decreto approvato in fretta e furia dal governo Letta-Alfano, si riesce finalmente a sapere quanti altri Mastrapasqua esistono in giro per l'Italia e a sfilargli la poltrona da sotto il sedere?
Nel caso specifico l'ascesa dei coniugi Mastrapasqua comincia nel 2004 con Antonio che viene cooptato in quota Forza Italia nel Consiglio di amministrazione dell'Inps. Decisivi risultano il legame stretto di moglie e marito con Alfredo Antoniozzi, vecchio democristiano poi divenuto berlusconiano, e soprattutto l'amicizia coltivata fin dai tempi del Liceo del San Leone Magno fra Antonio Mastrapasqua e Giampaolo Letta, figlio di Gianni, eminenza grigia di Berlusconi che ha portato il commercialista romano fino alla presidenza del “Grande Inps”, che ha inglobato in sé praticamente tutti gli altri enti previdenziali, dall'Inpdap all'Enpals. E da lì a tutti gli altri incarichi, presidenza di Idea Fimit, vicepresidenza di Equitalia, presidenze di collegi di sindaci, partecipazioni in altri collegi.
La conta delle potrone collezionate nel tempo dai Mastrapasqua non è ancora finita, dal momento che quasi ogni giorno ne spunta una nuova, a Palazzo Chigi si è già aperto il totonomine per decidere chi piazzare al posto di Mastrapasqua alla guida dell’Inps; al momento il candidato più probabile è l’ex Ministro del Lavoro Tiziano Treu, nominato durante il governo Dini e confermato da Prodi, primo artefice delle controriforme su lavoro e pensioni; amico e difensore della Fornero e della sua politica antioperaia, ma, soprattutto, grande estimatore, sostenitore e sponsor proprio di Mastrapasqua quando nel luglio del 2008 al momento della nomina di Mastrapasqua a presidente dell'Inps, Treu affermò in Aula “Annuncio il voto favorevole del gruppo democratico ritenendo il curriculum del candidato assai apprezzabile”.
Insomma il rischio è che una volta passata la bufera giudiziaria, l'Inps finisca dalla padella di Mastrapasqua nella brace di Treu!
Altro che “massima chiarezza” e “immediata approvazione del decreto sul conflitto di interessi” di cui ciancia il premier Letta.
5 febbraio 2014