Com’è successo a “Il Bolscevico” nei confronti degli ex presidenti Leone e Cossiga
Un deputato del M5S sotto inchiesta accusato di vilipendio al capo dello stato
Il fascicolo della procura di Roma è stato aperto a seguito della denuncia di Stella Bianchi del PD

 
Nessuno tocchi il nuovo Vittorio Emanuele III, Giorgio Napolitano! E’ proprio questo l'imperativo categorico vigente nel regime neofascista, confermato dall’incredibile quanto inquietante apertura di un fascicolo da parte della Procura di Roma a seguito di un esposto-denuncia depositato qualche giorno dalla deputata PD Stella Bianchi. Economista e responsabile nazionale del PD per l’ambiente, costei ha provveduto a denunciare il parlamentare del Movimento 5 Stelle Giorgio Sorial per aver apostrofato Napolitano definendolo “boia” e ha usato questa inaccettabile e falsa giustificazione: “Attaccare il presidente Napolitano significa attaccare l’intero paese e tutti i suoi cittadini” (sic!). Sorial è stato, dunque, iscritto nel registro degli indagati in base a quanto previsto dall’articolo 278 del codice penale, ossia i reati di offesa all’onore e al prestigio del presidente del capo dello Stato. Questi reati, residui del vecchio codice fascista propugnato da Rocco nel 1930 e voluto da Mussolini in difesa delle alte cariche del ventennio, prevedono come sanzione penale una reclusione che va da uno a cinque anni. Il procuratore aggiunto capitolino titolare dell’inchiesta, Giancarlo Capaldo, dovrà chiedere l’autorizzazione a procedere al ministero della Giustizia. L’episodio, anche se azionato singolarmente da Stella Bianchi, rimane comunque un fatto gravissimo che ricade sul nuovo corso del PD del Berlusconi democristiano Renzi ed è il terminale di settimane di duro scontro politico tra Napolitano e il M5S. Al punto che il partito di Grillo e Casalegno ha denunciato l’illegittimità e l’incostituzionalità di altri decreti, privi di coperture e approvati dalla Camere, intimando la oscura e presidenzialista regia dell’ex dirigente revisionista di destra del PCI, al punto da richiedere la sua messa in Stato d’accusa, il cosiddetto impeachement .
Noi marxisti-leninisti esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti del deputato del M5S Giorgio Sorial. Già in passato il PMLI e il suo organo di stampa “Il Bolscevico” sono stati oggetto di una grave repressione giudiziaria per aver denunciato le malefatte di Capi dello Stato del calibro di Leone e Cossiga. Nell'aprile 1972 fu addirittura il nostro Segretario generale, Giovanni Scuderi, a essere incriminato per "vilipendio al capo dello Stato'' in riferimento all'editoriale de "Il Bolscevico'' dal titolo "Un presidente, per chi e per che cosa'', riferito allora presidente DC Leone, anche se in questo caso il ministro di Grazia e Giustizia, cui spettava il nulla osta, non diede l'autorizzazione a procedere. Il piglio repressivo si ripropose 18 anni dopo, esattamente il 18 ottobre 1990, laddove venne aperto un procedimento penale ancora una volta a carico del compagno Scuderi, e di Mino Pasca e Monica Martenghi, rispettivamente allora Direttore politico e Direttrice responsabile de "Il Bolscevico'' e dello stampatore, con l'accusa di "offesa al prestigio del presidente della Repubblica'' in relazione all'articolo de "Il Bolscevico'' "Fare piena luce sui rapporti Cossiga-P2''. Il 20 aprile '91 l’allora Giudice per le indagini preliminari accoglie la richiesta di proroga di sei mesi dei termini di scadenza delle indagini preliminari avanzata dal Pm. Nel novembre del 1991 si apprese che indagini, che presumibilmente coinvolgono gli stessi compagni e lo stesso reato, riguardavano l'editoriale pubblicato su "Il Bolscevico'' del 29 marzo 1991 dal titolo "Attenti a Cossiga''.
Insomma il rinnegato Napolitano copia e supera i suoi predecessori, il democristiano di destra Leone e il picconatore golpista Cossiga. Oggi più di allora vi è la conferma che per la borghesia e i suoi servi di destra e di “sinistra” è “vietato” toccare la figura del Presidente della Repubblica, men che meno quella di Napolitano, osannata dal nuovo corso renziano e mai inviso al neoduce Berlusconi, pena denunce e carcere per chi osa disturbare il manovratore.

5 febbraio 2014