Saluto di Giovanni Scuderi all’Inaugurazione ufficiale della nuova Sede centrale del PMLI e de “Il Bolscevico” a Firenze
Una grande vittoria politica, organizzativa e finanziaria

Care compagne e amiche, cari compagni e amici,
benvenuti all’Inaugurazione ufficiale della nuova Sede centrale del PMLI e de “Il Bolscevico” a Firenze.
Permettetemi, anzitutto, di ringraziare dal profondo del cuore, a nome del Comitato centrale e dell’Ufficio politico del PMLI, tutti coloro, militanti, simpatizzanti e amici del Partito, che, in qualche modo, hanno reso possibile l’apertura di questa sede. Finanziandola, partecipando al trasloco, alla sistemazione e arredamento degli uffici, alla collocazione del materiale.
Ciascuno di loro, il cui nome rimarrà per sempre iscritto a caratteri d’oro negli annali del PMLI, ha svolto un lavoro utile e parimenti meritorio: dalla pulizia dei vetri delle grandi finestre, all’impacchettamento e allo spaccamento del materiale, all’imbiancatura della sede precedente, alla connessione dei computer, alla risoluzione dei problemi elettrici e dell’installazione del telefono, ecc. Un lavoro svolto sotto la direzione del compagno Simone Malesci, che tra l’altro ha ricercato e trovato il locale, e la compagna Monica Martenghi che ci hanno coinvolti nel lavoro di squadra in maniera impeccabile e dandoci l’esempio personale nel lavoro di sgobbo.
Il compagno Mino Pasca ha svolto un ruolo fondamentale per intranet, ossia la sistemazione della rete interna della Sede, e per la realizzazione autogestita de “Il Bolscevico” online, assieme a due generosissime compagne dirigenti, al grafico e fotografo storico del Partito e a un valente giovane compagno di base esperto rosso in informatica.
Date le nostre attuali forze presenti a Firenze e in Toscana, e non disponendo di risorse economiche e di mezzi adeguati, sembrava impossibile che noi riuscissimo in quest’impresa. Eppure ce l’abbiamo fatta, animati dallo spirito di Yu Kung che spianò le montagne.
Come nel 1968, quando abbiamo messo su, con l’aiuto determinante della Lucia e di altri compagne e compagni qui presenti, la prima cara Sede in via dell’Orto 26, una catapecchia abbandonata da anni e fatiscente, piena di ragnatele e di ratti. Come nel 1992 quando traslocammo in via Gioberti 101, che ci ha permesso, dopo 24 anni di avere una Sede finalmente ospitale e piena di luce, e che abbiamo usufruito per 21 anni. In tutto questo periodo è stata aperta ogni giorno, finché la vista glielo ha concesso, dal compagno Emanuele Sala che per molti anni ha viaggiato da pendolare, con abnegazione proletaria rivoluzionaria senza pari.
Ma lo sforzo fatto, non solo fisico, per questa nuova Sede, non ha precedenti. Lo meritava perché ci siamo sistemati molto meglio e perché l’affitto del locale di via Antonio del Pollaiolo 172/a è stato intestato ufficialmente al PMLI e a “Il Bolscevico”. Non così i precedenti.
Nel 1968, quando non avevamo nemmeno una penna e un foglio, una sedia e un tavolo, non ci sognavano che un giorno avremmo avuto tutte queste attrezzature, questo spazio e questa comodità. Ma non per questo sono cambiati, e non dovranno cambiare, lo stile e lo spirito di lavoro di via dell’Orto, caratterizzati da semplicità, modestia, sobrietà, essenzialità, adattamento, aiuto reciproco, difesa e rispetto del materiale del Partito.
Tirando le somme, possiamo ben dire che abbiamo compiuto un’impresa senza precedenti, che ha fatto crescere politicamente chi vi ha partecipato in riferimento allo spirito di Partito, al gioco di squadra, alla disciplina proletaria rivoluzionaria, alla responsabilità e all’impegno personale nel risolvere i problemi generali del Partito, alla consapevolezza che se non si tira tutti assieme la carretta è impossibile farla muovere e portarla alla destinazione.
Una grande vittoria politica, organizzativa e finanziaria, peraltro ottenuta in un momento in cui il Partito sta attraversando una estrema emergenza economica. Infatti l’ostacolo economico continua a essere il principale tra i cinque grossi ostacoli individuati che rallentano e rendono difficoltoso lo sviluppo del PMLI. Ormai è chiaro che da soli non possiamo risolverlo, e perciò abbiamo un assoluto bisogno di essere aiutati da tutti i sinceri fautori del socialismo a qualsiasi partito, gruppo o movimento essi appartengono.
La nostra povertà è il riflesso della povertà del nostro amato popolo. Nell’Italia capitalista di Napolitano, Letta e Renzi, i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Il 10% delle famiglie più ricche detiene il 46,6% della ricchezza delle famiglie. Quasi 10 milioni di italiani sono ufficialmente considerati in povertà relativa, e 4 milioni e 814 mila in povertà assoluta. Due milioni e 171 mila persone percepiscono una pensione di 506 euro al mese. I disoccupati hanno raggiunto la cifra ufficiale di circa 3 milioni, mentre altri 3,3 milioni non cercano più lavoro. Il 41,6% dei giovani è senza lavoro e pesano economicamente sulle loro famiglie. La disoccupazione e la povertà affliggono soprattutto le masse del Sud.
Nemmeno gli occupati se la passano bene. Il 12% di essi non ce la fa ad arrivare a fine mese. Inoltre sono sempre sotto il ricatto dei padroni: o fate come diciamo noi o chiudiamo o trasferiamo all’estero la fabbrica. L’ultimo caso è quello della multinazionale svedese Electrolux i cui lavoratori italiani dovrebbero quasi dimezzare il salario, da 1.400 euro a 700-800 euro per evitare la chiusura dello stabilimento di Porcia nel pordenonese.
Già da questi dati risulta chiaramente che la nostra società è divisa in classi, con profonde disuguaglianze economiche, sociali e territoriali. Ciò è intollerabile, e va cancellato. Per questo noi lottiamo contro il capitalismo e i suoi governi, per il socialismo. Abolire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, le classi, le disuguaglianze sociali e di sesso, le disparità territoriali, dare il potere al proletariato: questo è il nostro obiettivo strategico, questa la nostra missione storica, questa la grande bandiera rossa innalzata nel 1967 dai primi pionieri del PMLI, questo l’impegno solenne che ci siamo presi di fronte al proletariato, alle masse popolari quando il 9 Aprile 1977 abbiamo fondato il PMLI.
Nel frattempo dobbiamo essere i primi e i più risoluti nel denunciare le malefatte del capitalismo e dei suoi governi, centrale, regionali e locali, e nel difendere gli interessi immediati e quotidiani delle masse. Privilegiando il megafono alla tastiera, consapevoli che il rapporto diretto, stretto, attivo e propositivo con le masse non è assolutamente surrogabile dalla rete, che è un semplice supporto e non il vero terreno della lotta di classe.
Dobbiamo partire dai bisogni concreti delle masse, anzitutto il lavoro, il salario, la pensione, la sanità e l’istruzione pubbliche e gratuite, sia per aiutarle a soddisfarli, sia per conquistare la loro fiducia. Più esse si legheranno a noi e seguiranno le nostre indicazioni, più dobbiamo sforzarci di elevare la loro coscienza politica, fino a trasformarla in coscienza anticapitalista, rivoluzionaria e socialista. Dobbiamo concentrare il nostro lavoro sul fronte operaio e sindacale e sul fronte studentesco e giovanile impegnandoci a fondo nei loro organismi di massa. Alle ragazze e ai ragazzi più coscienti, avanzati e combattivi che lavorano, che sono disoccupati, precari, studenti dobbiamo chiedere di dare le ali al loro futuro combattendo contro il capitalismo per il socialismo.
Diamo battaglia al XVII Congresso della Cgil, prendendo l’esempio dei compagni di Catania e di Belpasso che si sono battuti bene e riportando delle vittorie, contro la destra della Camusso, per unire la sinistra sul documento due e per rilanciare la linea sindacale del PMLI. Smascheriamo l’Unione europea imperialista, chiedendo che l’Italia esca da essa e invitando l’elettorato ad astenersi alle prossime elezioni del parlamento europeo.
Lottiamo in prima fila contro il governo affamatore e servo del capitalismo Letta-Alfano e contro il nuovo cavallo della classe dominante borghese, il Berlusconi democristiano Matteo Renzi. Il suo primo atto da segretario del PD è stato quello di stipulare un patto col suo modello, il neoduce Berlusconi, per le “riforme” istituzionali e costituzionali che completano la secondo repubblica neofascista secondo il piano della P2. La proposta di legge elettorale che hanno concordato è peggio del porcellum, ed è simile alla legge fascista Acerbo di mussoliniana memoria.
Noi abbiamo in mano cinque assi, che nessuno in Italia ha. Con questi assi, che sono Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, noi possiamo vincere tutte le partite, e se anche ne perdessimo qualcuna siamo sempre in grado di rifarci. Ma se non li conosciamo bene e non sappiamo usarli, non vinceremo mai alcuna partita. Dobbiamo perciò sforzarci di capire bene ciò che ci hanno insegnato i nostri Maestri e applicare con intelligenza tattica e con dialettica i loro insegnamenti nel proprio ambiente di lavoro, studio e di vita.
Le nostre parole d’ordine politiche e operative sono quelle già conosciute e più volte rilanciate, e cioè: “Studio e azione, azione e studio”; “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare”.
Dobbiamo migliorare progressivamente il nostro lavoro, in base all’esperienza e alle nuove conoscenze ideologiche, politiche e storiche acquisite. Anche il lavoro di critica e autocritica va migliorato. Ci può essere qualche compagno che prende male le critiche e cerca dei motivi per giustificarsi. Ma che male c’è a riconoscere i propri errori? Tutti si sbaglia. Anche i nostri Maestri hanno commesso degli errori e non hanno avuto alcuna difficoltà ad autocriticarsi. Impariamo da loro e combattiamo l’individualismo e il permalosismo.
Chi sbaglia va criticato nelle dovute forme, secondo la normale procedura e con lo scopo di correggerlo e non di distruggerlo. Mai comunque gli va serbato rancore, specie se l’errore è stato fatto in buona fede.
Oggi più che mai occorrono le massime unità e solidarietà di classe e marxiste-leniniste di tutto il Partito. Dobbiamo aprire una nuova fase di unità e collaborazione politica e personale, in particolare nel Comitato centrale, per imprimere uno slancio rivoluzionario ancora più forte al nostro lavoro, per dare un corpo da Gigante Rosso al PMLI.
Nonostante siano passati 46 anni, considerando anche i dieci anni della preparazione del Partito, abbiamo ancora migliaia e migliaia di chilometri da percorrere, pieni di ostacoli e insidie e tutti in salita. Ma è normale per chi osa scalare le più alte vette e sconvolgere il cielo e la terra. Proseguiamo perciò con tranquillità e serenità la nostra Lunga Marcia politica e organizzativa sicuri che alla fine riusciremo a raggiungere l’ambita meta del socialismo.
Quello che non potremo vedere noi, lo vedranno i nostri figli e i figli dei nostri figli. Intanto facciamo bene il nostro lavoro di oggi. Non c’è al mondo cosa più bella, più utile e gratificante che dedicare la propria vita all’emancipazione del proletariato e dell’intera umanità.
Tutto per il PMLI, il proletariato e il socialismo!
Viva la nuova Sede centrale del PMLI e de “Il Bolscevico”!
Viva i sostenitori della nuova Sede centrale!
Avanti con forza e fiducia verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 

5 febbraio 2014