Lo certifica la Commissione UE sulla lotta alla corruzione
L'Italia di Napolitano, Letta e Renzi è la più corrotta d'Europa
Le tangenti pagate valgono 60 miliardi l'anno. Le mafie ci sguazzano
La Commissione dell’Unione Europea ha espresso un pesantissimo giudizio contro l’Italia nel suo primo rapporto sulla corruzione in Europa, dove, tra l’altro, si legge che la nuova legge italiana contro la corruzione risulta totalmente inadeguata per gli standard europei in quanto “non modifica la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l’autoriciclaggio e non introduce reati per il voto di scambio”.
La cosa ovviamente non deve stupire, dal momento che proprio quando era al governo il pregiudicato Silvio Berlusconi si è ridotto il tempo di prescrizione per la maggior parte dei reati (tra cui quelli finanziari) ed è stato depenalizzato il reato di falso in bilancio, tutte mostruosità giuridiche che, dopo la caduta del pregiudicato di Arcore, né il rinnegato Napolitano né la sua creatura Letta né il compagno di merende di Berlusconi, ovvero Renzi, pensano lontanamente di riformare dal momento che sono parte integrante di una classe politica che ha fatto del voto di scambio la propria fortuna.
Naturalmente la corruzione, il malaffare e la delinquenza sono parte integrante delle economie capitalistiche, dove ovviamente a corrompere i vari pubblici ufficiali e anche i vertici politici sono i gruppi capitalistici che hanno in pugno lo Stato, tanto che, sempre secondo il rapporto, il 75% dei cittadini europei (in Italia sono il 97%) ritengono che la corruzione sia diffusa nel proprio Paese e il 66% degli stessi cittadini del continente (in Italia sono l’88%) è convinto che le mazzette e l’utilizzo di legami siano il modo più semplice per ottenere alcuni servizi pubblici. Insomma, la stragrande maggioranza degli abitanti dei Paesi capitalistici ritiene che tale sistema economico sia un sistema corrotto.
Eppure in Italia la situazione è più grave che nel resto d’Europa perché la corruzione nel nostro Paese comincia dalla testa, a cominciare dal governo centrale e dalle amministrazioni locali e a ciò si aggiunge la presenza delle organizzazioni mafiose (manifestazioni anch'esse del sistema capitalista di cui sono parte integrante) che finiscono per aggravare la condizione generale di illegalità: il valore della corruzione in Italia è di circa 60 miliardi all'anno, pari a circa il 4% del Pil italiano e pari all’ammontare totale della corruzione nella UE che la stessa Commissione stima in 120 miliardi. Anche se la Corte dei conti italiana rivede molto al ribasso la cifra di 60 miliardi, è indubbio che il fenomeno in Italia sia comunque molto più rilevante che nel resto d’Europa, complice la legislazione anticorruzione volutamente inadeguata che - lo rileva sempre la Commissione europea - frammenta le disposizioni sulla concussione e sulla corruzione previste dal codice penale, rischiando così di dare adito ad ambiguità nella pratica e limitare ulteriormente la discrezionalità dell’azione penale dei pubblici ministeri, mentre sono ancora del tutto insufficienti le nuove disposizioni sulla corruzione nel settore privato e sulla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti.
Insomma nel regime neofascista regna sovrana la corruzione.
12 febbraio 2014