Congressi di base della CGIL in provincia di Pisa
L'esperienza di Cammilli come relatore del Documento due
Alla Piaggio di Pontedera vince il Documento della sinistra della CGIL
Dobbiamo saper calare nella realtà i cinque Assi e la linea del PMLI
Il compagno Andrea Cammilli è stato relatore per “il sindacato è un'altra cosa”, il documento alternativo a quello della Camusso al 17° Congresso della Cgil che ha come primo firmatario Giorgio Cremaschi. In totale alla fine dei congressi di base che si concluderanno il 21 febbraio avrà svolto una dozzina di assemblee in vari posti di lavoro, tutti nella provincia di Pisa. In maggioranza in aziende del settore chimico e calzaturiero dove i lavoratori sono iscritti alla Filctem e un paio in ditte di autotrasporti dove la Cgil è rappresentata dalla Filt. In provincia di Pisa, pur largamente in minoranza, i sostenitori del documento numero due sono riusciti a svolgere il loro lavoro sindacale in modo abbastanza organizzato rispetto al resto della Toscana, riuscendo ad essere presenti nel 30-40% delle assemblee pur con notevoli differenze tra categorie. Ad esempio le aziende metalmeccaniche (Fiom) sono state quasi tutte coperte mentre il commercio (Filcams) e le aziende alimentari (Flai) molto meno. Qui si trova anche una delle roccaforti della Rete 28 Aprile: la Piaggio di Pontedera dove ha prevalso il documento della sinistra sindacale.
Quelle fatte dal compagno sono state in maggioranza assemblee dove erano presenti mediamente tra i 10 e i 30 lavoratori e dove fare un congresso non è facile: 10 minuti per ogni documento, breve dibattito e poi il voto. Certamente il tutto è molto riduttivo. Molti dubbi poi sorgono nelle fabbriche dove ci sono i “seggi aperti”, cioè dove i presenti votano alla fine dell'assemblea ma non si guardano le schede perché devono votare i lavoratori dei turni successivi. In questi casi all'apertura dell'urna oltre al funzionario Cgil, al 99% del documento 1, e allo scrutatore non c'è nessuno che può controllare la regolarità del voto. Gli stessi dubbi ci sono per i congressi di zona dei pensionati e per quelli che raggruppano le piccole aziende di un territorio, generalmente poco partecipate. Stranamente in questi congressi quando non ci sono rappresentanti del documento due votano sempre tutti gli iscritti (neanche uno malato?) e tutti per il documento della Camusso.
Alla luce di questa esperienza la nostra scelta di sostenere il documento “il sindacato è un altra cosa” è apparsa giusta non solo sul piano politico ma anche su quello organizzativo. Seppur con un numero esiguo di delegati e lavoratori, in provincia di Pisa la Rete 28 Aprile ha una coordinatrice, ha indetto delle riunioni, ha dei candidati per quasi tutte le categorie e anche il nostro compagno ha avuto la possibilità di organizzarsi conoscendo le assemblee, gli orari ed eventuali rinvii dell'ultimo minuto, altrimenti avrebbe dovuto arrangiarsi da solo. Questo è solo un aspetto perché ancora più importante è avere alle spalle il PMLI, il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del Partito. Questo ci offre la possibilità di affrontare in maniera adeguata tutte le questioni, tutte le tematiche politico-sindacali che ci si presentano davanti durante le assemblee e la vita sindacale in generale. Ma come ha detto recentemente il compagno Scuderi all'inaugurazione della nuova sede centrale del Partito e de “Il Bolscevico”, noi abbiamo in mano dei formidabili assi, i 5 Maestri e la linea del Partito, ma se non li sappiamo calare nella realtà dove operiamo diventano inefficaci.
Occorre che le compagne e i compagni siano preparati e conoscano la materia, in questo caso il mondo del lavoro, il sindacato, la politica economica e sociale e sappiano usare un linguaggio adeguato al livello di coscienza della platea che ci ascolta; senza rinunciare a portare i lavoratori e i pensionati sulle nostra posizioni avanzate ma senza ripetere delle formule come dei pappagalli, rischiando di non essere capiti, ma cercando di trovare una forma che sia comprensibile a chi ci sta ad ascoltare. Ma non basta nemmeno questo perché in certi casi ci siamo trovati di fronte dei relatori del documento uno che non erano dei grandi oratori e che, obiettivamente sembravano non poter spuntare un grande consenso, ma che sono stati votati perché essendo funzionari a tempo pieno conoscevano personalmente i lavoratori: per aver fatto con loro delle lotte per il contratto integrativo aziendale o semplicemente per aver aiutato degli iscritti in qualche vertenza. Insomma, sono stati chiaramente votati “sulla fiducia”, per conoscenza.
Facendo un breve bilancio di questa esperienza, seppur limitata, possiamo dire che i sindacalisti, i lavoratori e i pensionati marxisti-leninisti non devono agire, per quanto possibile, in maniera isolata ma collegati al Partito e, nell'attuale situazione, lavorare facendo parte integrante della sinistra sindacale pur con la nostra autonomia. Occorre conoscere bene la linea sindacale del Partito, essere preparati sulle vicende sindacali più recenti, essere dialettici e non schematici. Infine, ma non per importanza, cercare di mantenere un rapporto continuativo con tutti quei lavoratori che in un modo o nell'altro si dimostrano interessati alla nostra proposta sindacale.
19 febbraio 2014