Mobilitazione operai Fiat
In cinquemila al corteo. Tutta Termini si ferma in appoggio alla protesta
Lettera dei parroci: “Partecipate allo sciopero generale per il lavoro”
Dal nostro corrispondente della Sicilia
Operai, studenti delle scuole mobilitate, sindacati, famiglie, parroci in piazza a Termini Imerese per chiedere al governo risposte sul futuro dei 1.200 operai della Fiat e delle centinaia delle aziende dell'indotto in cassa integrazione fino a giugno. Per molti di loro sono già scattate le procedure di licenziamento. Tutta la cittadina nella provincia di Palermo si è fermata il 13 febbraio 2014 per la mobilitazione generale organizzata da Fiom, Fim e UIlm e per chiedere alle istituzioni di impegnarsi seriamente a trovare una soluzione positiva della vicenda Fiat, che abbandonando Termini ha dato il via ad un grave dissesto economico nella zona.
In cinquemila hanno partecipato al corteo per chiedere la reindustrializzazione del sito. Un lungo serpentone partito da Termini bassa è giunto fino a piazza Duomo. Al suo passaggio, il corteo è stato salutato con le saracinesche dei negozi abbassate in segno di solidarietà con la lotta.
La manifestazione si è svolta alla vigilia della riunione al ministero dello Sviluppo economico che si doveva tenere il 14, ma che è saltata per via della crisi di governo. I sindacati e i manifestanti chiedono di spostare la vertenza a Palazzo Chigi perché le istituzioni impongano a Fiat di tornare a Termini. Gli operai e le masse popolari del grosso paese del palermitano hanno le idee chiare: "dopo la Fiat può esserci ancora e solo la Fiat. Per questo serve un impegno diretto della Presidenza del Consiglio". A chiusura della manifestazione, il segretario della FIOM, Maurizio Landini ha dichiarato: “Non possiamo accettare che la Fiat si presenti al tavolo su Termini Imerese da osservatore. Il governo assuma le proprie responsabilità favorendo soluzioni industriali, la Fiat le proprie”.
Alla manifestazione ha partecipato anche il parroco della Chiesa Maria Santissima del Carmelo, Michele Albanese. Egli denuncia che "a Termini Imerese, rispetto allo scorso anno, sono raddoppiate le famiglie che si rivolgono al banco alimentare; c'è chi non riesce a pagare i propri debiti e si rivolge agli usurai".
I parroci qualche giorno prima in una lettera aperta, in cui la Fiat viene definita "la madre del progressivo dissesto economico della zona", avevano sollecitato la mobilitazione: "Vi chiediamo di partecipare e di far partecipare le persone che incontrerete”. In essa si sottolinea come la situazione a Termini Imerese “sia sempre più ingovernabile e tanti uomini e donne siano ormai giunti allo stremo dando segni evidenti di sofferenza”.
Il PMLI.Sicilia saluta con solidarietà di classe e militante la lotta degli operai Fiat ed indotto del comprensorio di Termini. E' giusto fare pressione sui governi nazionale e regionale, guidato dal rinnegato Rosario Crocetta, PD, che fino ad oggi non hanno mosso un dito per risolvere la questione. Ma noi auspichiamo che presto gli operai si impegnino a lottare per l'unica soluzione possibile: l'unica strada certa per salvare i posti di lavoro è la nazionalizzazione senza indennizzo della Fiat da parte dello Stato, e la sua riconversione produttiva in base a un grande piano collettivo per sviluppare il trasporto pubblico e l'innovazione tecnologica orientata a ridurre i consumi e l'inquinamento.
19 febbraio 2014