La lista “Tsipras presidente” copre a sinistra l'Unione europea imperialista
Tra gli sponsor del leader di Syriza “il manifesto” trotzkista, i partiti falsi comunisti e SEL del neoliberale Vendola
Con la presentazione del suo programma al Teatro Valle Occupato di Roma, è cominciata l'8 febbraio scorso la visita in Italia di Alexis Tsipras, a caccia di consensi per la sua elezione a presidente della Commissione europea come candidato del Partito della Sinistra Europea (SE) alle prossime elezioni europee del 25 maggio.
Tsipras è il leader di Syriza, la coalizione che raggruppa i partiti della cosiddetta sinistra radicale greca, arrivata seconda alle ultime elezioni parlamentari e data attualmente in testa nei sondaggi. Il Partito della Sinistra Europea, che raggruppa alcuni partiti revisionisti, socialisti e trotzkisti europei, e che ha avuto tra i suoi fondatori e primo presidente Fausto Bertinotti, lo ha candidato alla corsa per la presidenza della Commissione nel congresso di Madrid del dicembre scorso, come simbolo di un'Europa “mediterranea e sociale” da contrapporre ad un'Europa “nordica e neoliberista” capeggiata dalla Merkel. Al parlamento di Strasburgo la SE aderisce al gruppo parlamentare GSU-NGL, che riunisce deputati di partiti della “sinistra radicale” ed ecologisti che si collocano a sinistra dei partiti socialdemocratici europei (il PSE, a cui aderisce anche il PD), e che hanno come candidato il tedesco Martin Schultz.
In Italia, come è emerso dal suo tour elettorale, Tsipras può contare sull'appoggio di diversi sponsor, come “il manifesto” trotzkista, che mette a disposizione pressoché quotidianamente le pagine per la sua campagna elettorale, come i partiti falsi comunisti di Ferrero e Diliberto, e come il neoliberale Vendola, che è riuscito a portare SEL ad appoggiarlo dopo aver vinto le resistenze della destra del suo partito favorevole invece al candidato del PD, Schultz. Inoltre è in corso di costruzione una lista per Tsipras presidente promossa da “movimenti e personalità della società civile”, sulla base di un appello che ha come primi firmatari Barbara Spinelli, figlia del padre storico del federalismo europeo, il rinnegato Altiero Spinelli, Andrea Camilleri, Paolo Flores d'Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli e Guido Viale. All'appello hanno subito aderito anche alcuni tra i principali esponenti trotzkisti dei movimenti, come Luca Casarini, Paul Ginsborg e Vittorio Agnoletto.
Un'operazione marcatamente antiastensionista
Tutto ciò rientra nel quadro di un'operazione volta a coprire a sinistra l'Unione europea imperialista, in previsione del massiccio astensionismo che si profila anche nell'elettorato di sinistra, fortemente disgustato dalla politica liberista e di massacro sociale della UE e della Banca centrale europea. Un'operazione che mira solo a condannare tale politica salvando però l'istituzione da cui promana, seminando l'illusione che si possano separare le due cose e trasformare un'unione capitalista e imperialista, dominata tra l'altro da un pugno di paesi più ricchi del centro-nord capeggiati dalla Germania, in un governo sovranazionale “democratico e illuminato”, sempre fondato sull'euro ma idealisticamente dedito ad assicurare il benessere delle masse, la pace e la giustizia sociale: “Un parlamento costituente, che si divida fra immobilisti e innovatori. Siamo sicuri fin d'ora che gran parte dei cittadini voglia proprio questo: non l'Unione mal ricucita, non la fuga dall'Euro, ma un'altra Europa, rifatta alle radici”, scrivono infatti i firmatari dell'appello per Tsipras.
Da parte sua, in tutte le occasioni, egli ha tenuto a rimarcare in mille modi che la sua non è una battaglia per uscire dall'Unione europea e dall'euro, nonostante il massacro sociale che sono costati al popolo greco ma, come recita il suo manifesto in dieci punti, solo contro il neoliberismo e le politiche di austerità, che “anziché supportare la moneta unica, l'hanno indebolita”, e insieme ad essa “hanno indebolito anche la fiducia dei cittadini nell'Unione europea e il supporto per avanzare e approfondire l'integrazione in Europa”. La sua sarebbe cioè una battaglia per “superare la divisione tra Nord e Sud dell'Europa”, per “ricostruirla su basi democratiche e progressive”.
Secondo il leader trotzkista si tratta di obiettivi pienamente raggiungibili attuando il suo programma in dieci punti, che auspica “la fine dell'austerità” e un “New Deal europeo”, attraverso finanziamenti a basso tasso alle economie in crisi, prestiti alla piccola e media impresa, la “sospensione” del Fiscal compact (l'obbligo del pareggio di bilancio e il ripianamento a tappe forzate del debito da parte dei singoli Stati, ndr), l'istituzione di “una vera e propria banca europea” prestatrice di denaro di ultima istanza, politiche di accoglienza per i migranti, una “Conferenza del Debito Europeo” simile a quella di Londra che nel 1953 alleggerì il debito alla Germania permettendole di risollevarsi, e una legislazione europea per colpire davvero l'economia e la finanza offshore.
Tsipras rivolge anche un appello ai partiti socialdemocratici europei affinché “facciano uno storico passo avanti” ritornando ad essere “una forza della sinistra democratica”; e un appello al loro elettore tradizionale “per prima cosa, perché eserciti il suo diritto di voto il 25 maggio, anziché astenersi e lasciare che gli altri votino al suo posto, e che voti per la speranza ed il cambiamento, votando la Sinistra Europea”.
Il che chiarisce qual è, al di là del suo ambizioso quanto chimerico programma politico, economico e sociale, il vero senso dell'operazione che sta dietro alla sua candidatura: coprire a sinistra la socialdemocrazia europea, vergognosamente appiattita sulle politiche ultraliberiste e razziste della Merkel e della destra, offrendosi come un'alternativa per recuperare i voti degli elettori di sinistra propensi ad astenersi, e riportarli così nell'alveo delle sempre più screditate e delegittimate istituzioni europee.
Una lista aperta anche a destra
Non a caso , sulle compiacenti pagine de “il manifesto”, il “giovane turco” Stefano Fassina, invita il leader greco e i promotori della sua lista ad incontrarsi con la “sinistra” PD “per costruire, sulla base di punti condivisi, un Manifesto per un'altra Europa per un percorso comune tra i candidati al parlamento europeo della Lista per Tsipras e i candidati del PD impegnati per la svolta”. Analogo invito ad allargare i confini della lista fino a mischiarsi con la “sinistra” socialdemocratica è rivolto, sempre dalle pagine de “il manifesto”, dal politologo Felice Roberto Pizzuti, collaboratore di “Sbilanciamoci” e tra i primi firmatari dell'appello per la Lista per Tsipras, il quale sottolinea che essa “è aperta al più vasto arco delle posizioni progressiste presenti in tutt'Europa, non implica l'adesione degli eletti alla GUE e non va intesa come contrapposta a quella di Schultz, sostenuta dalle altre forze di centrosinistra”.
Allo stesso coro si unisce anche Vendola, che dopo l'incontro con Tsipras ha dichiarato: “Per noi, quindi, Stati Uniti d'Europa, nel segno dell'Europa sociale, dell'Europa dei diritti, dell'Europa delle libertà, dell'Europa della solidarietà. É con questo spirito che noi abbiamo accolto non l'ennesimo mito della sinistra radicale, devo dire che i conservatori si accontentano di molto poco invece, noi ci accontentiamo di un ribaltamento degli attuali rapporti di forza che ci sono in Europa. Una forte affermazione di Tsipras è un contributo a cambiare la linea del partito del Socialismo europeo”.
In conclusione si tratta dell'ennesima trappola per ingabbiare gli anticapitalisti nell'elettoralismo, nel parlamentarismo e nelle marce istituzioni borghesi, nella fattispecie in quelle della UE imperialista. Un soccorso in extremis da parte dei liberali di “sinistra”, trotzkisti e falsi comunisti per impedire che venga ulteriormente delegittimata con una valanga di astensioni dalle masse popolari, e che queste prendano sempre più coscienza della necessità di affossarla per liberarsi dalla sua oppressione.
19 febbraio 2014