La berlusconiana Federica Guidi, boss di Confindustria e nemica dei lavoratori, allo Sviluppo Economico
Il cruciale ministero dello Sviluppo Economico e con esso la sorte delle circa 160 vertenze aperte che rischiano di lasciare senza occupazione circa 120mila lavoratori, Renzi lo ha consegnato direttamente nelle mani della Confindustria nominando la berlusconiana Federica Guidi a capo del dicastero di Via Veneto.
Una nomina non condivisa in pieno da Napolitano che per quella poltrona aveva altri candidati. Infatti la Guidi nella corsa al dicastero ha battuto la concorrenza dell’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti, e ha di fatto preso il posto di Luca Cordero di Montezemolo, candidato della prima ora.
La sua ossessione per le liberalizzazioni selvagge e le strategie economiche adottate nelle aziende di famiglia non lasciano ben sperare per il futuro dal momento che la maggior parte di loro hanno delocalizzato in Romania, dove il costo di produzione è più basso e tagliato selvaggemente i posti di lavoro in Italia.
Estimatrice di Marchionne “Ha avuto il merito di aver stigmatizzato il fatto che abbiamo regole vecchie. Oggi quei problemi ce l’hanno anche tante imprese piccole e medie”. Sui diritti delle lavoratrici e le tutele sindacali dice: “Servono a stigmatizzare le diseguaglianze. Ma al primo posto c’è il merito... Non pretendo che i miei collaboratori lavorino 12 ore al giorno, come me. Ma non puoi fare affari con Cina, India, Brasile, se a volte non ti fermi la sera in ufficio. Non sarebbe uno scandalo lavorare 42 ore alla settimana e rinunciare a qualche giorno di ferie”.
Componente della Commissione Trilateral, amica del suo collega alle Infrastrutture Maurizio Lupi, la rampolla del capitalismo italiano, è figlia del padrone della Ducati Energia Spa Guidalberto, ex vicepresidente di Confindustria per un decennio. In Emilia, Guidalberto è considerato un recordman degli incarichi: tra società proprie come la Ducati Energia, aziende di cui è liquidatore (ben 31 le società nelle quali è stato nominato commissario: l´intero gruppo Fochi, più una quantità di aziende meccaniche) e incarichi "politici" ha avuto un momento in cui ha superato abbondantemente quota 40 consigli di amministrazione.
La Guidi tra l'altro non ha mai nascosto le sue simpatie per Berlusconi e i suoi governi, amica benvoluta sia dall'attuale presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che dal suo predecessore Luca Cordero di Montezemolo, la Guidi era stata persino cercata da Berlusconi negli ultimi anni come “volto nuovo del Popolo della Libertà”; nel 2012 era circolata l'ipotesi di una sua candidatura alle primarie del centrodestra e più recentemente Berlusconi le ha proposto un ruolo di primo piano alla vigilia del varo della nuova Forza Italia. Un'ammirazione reciproca con il neoduce di Arcore che per parte sua la Guidi ha avuto modo di rinnovare anche il 17 febbraio scorso accettando l'invito a cena a casa di Berlusconi. Non a caso è stato proprio Berlusconi uno dei primi a chiamarla per le congratulazioni di rito e per manifestare la sua grande soddisfazione: “Abbiamo un ministro pur essendo all'opposizione”, avrebbe detto trionfante ai suoi collaboratori il neoduce.
Nata a Modena il 19 maggio 1969. Laureata in Giurisprudenza, master in "Business Administration" e analista finanziario per due anni in Rolo Finance, la Guidi nel 1996 entra nell’azienda di famiglia, la Ducati Energia, nata dalla separazione nel 1926 dalla Ducati Meccanica, di cui oggi è vicepresidente, che è nata dall’unione di Ducati Elettrotecnica con la divisione generatori di Zanussi Elettromeccanica. Dal 2002 al 2005, è stata Presidente regionale dei Giovani imprenditori dell’Emilia-Romagna e Vicepresidente degli imprenditori della regione, poi nel 2008 subentra a Matteo Colaninno a presidente nazionale dei Giovani di Confindustria.
Oggi Ducati Energia, ha settecento dipendenti e un fatturato di 115 milioni di euro e un conflitto di interessi enorme se si pensa alle laute commesse con Poste, Ferrovie e Terna per la fornitura di biglietterie automatiche, sistemi per la sicurezza ferroviaria, veicoli elettrici come un quadriciclo per Poste Italiane, biciclette a pedalata assistita, oltre ai condensatori impiegati in campo elettrico ed elettronico.
Si tratta di una nomina condizionata da un conflitto di interessi che per certi versi è peggiore di quello berlusconiano. Infatti nel goffo tentativo di nasconderlo, la neo-ministra, appena nominata, si è dimessa da tutte le cariche nelle aziende di famiglia. Dimissioni formali che certamente non la renderanno per miracolo imparziale quando, come responsabile dello Sviluppo Economico, si imbatterà in una di queste. Tra le altre cose la Ducati Energia produce le macchine per il rilascio di biglietti che sono usate dalla Ferrovie. E sempre le Fs acquistano da lei i sistemi per gli impianti di segnalamento. Per non parlare delle aziende del gruppo Guidi che operano nell’eolico, un settore che beneficia di enormi contributi statali, o del caso più eclatante che riguarda la Polizia e le Poste, oltre a molti Comuni, che stanno acquistando un mezzo di trasporto prodotto da Ducati Energia. Si tratta di «Free Duck», che, come recita il sito dell’azienda presieduta da Guidalberto Guidi, costituisce un «innovativo quadriciclo elettrico leggero in grado di far fronte alle problematiche connesse alla mobilità, nel pieno rispetto dell’ambiente». Come si comporterà la ministra Guidi se, ad esempio, Alfano decidesse di rinnovare il parco auto della Polizia di Stato acquistando i mezzi della Ducati Energia?
E che dire dell'appalto bandito nel 2012 e vinto proprio dalla Guidi in qualità di vicepresidente con delega agli acquisti della Ducati Energia per la fornitura alla città di Firenze governata da Renzi del servizio di bike sharing? Un affare da 1,2 miliardi spesi per abbattere l'inquinamento nei comuni con più di 35 mila abitanti a livello nazionale che ha portato a Firenze 50 biciclette elettriche del valore di 1.200 euro l'una. Inoltre va detto che proprio mentre l'affare andava in porto alla presidenza dell’Associazione dei comuni italiani era appena arrivato Graziano Delrio, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio e firmatario del bando. Infine il 23 settembre del 2013, durante i mondiali di ciclismo in città, a inaugurare la mostra “2 ruote per la città del futuro” c’era proprio Guidalberto Guidi, sorridente proprio insieme con il sindaco Renzi. L’atto dirigenziale di chiusura dell’accordo è stato pubblicato il 14 febbraio scorso, esecutivo dal 17 e prevede un piano triennale per 60 mila euro, su un totale di 120 in accordo con il ministero dell’Ambiente che finiranno nelle tasche della Ducati Energia, quindi della famiglia Guidi.
26 febbraio 2014