Come il suo predecessore Cuffaro
Lombardo, ex governatore della Sicilia, condannato per mafia
Il fondatore del Movimento per l'Autonomia è stato condannato a sei anni e otto mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa
Dal nostro corrispondente della Sicilia
E' stato messo un altro punto fermo alla questione giudiziaria riguardante l'ex-governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, fondatore del MPA, costretto a dimettersi il 30 luglio del 2012, dopo essere stato raggiunto da un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio e da un'incriminazione coatta.
Raffaele Lombardo, che aveva richiesto il rito abbreviato, è stato condannato dal Giudice delle Udienze Preliminari (GUP) di Catania, Marina Rizza, in primo grado a sei anni e otto mesi di reclusione e ad un anno di interdizione dei pubblici uffici.
Nella sentenza Lombardo viene riconosciuto colpevole del reato di concorso esterno, mentre cade l’accusa di voto di scambio, considerata assorbita nel precedente reato. Parallelamente sono stati ridimensionati i dieci anni che erano stati chiesti il 18 settembre 2012 dall'accusa, sostenuta dai Pubblici Ministeri (PM) Jole Boscarino, Antonino Fanara, Agata Santonocito e Carmelo Zuccaro, coordinati dal procuratore etneo Giovanni Salvi.
Le disavventure giudiziarie di Lombardo iniziano nel 2010, quando il suo nome spunta in diversi verbali che registrano le deposizioni di collaboratori di giustizia. Non vi è dubbio, in questa fase del percorso giudiziario a carico di “Don Raffaele”: dopo il 2001 la mafia indica di far confluire voti sul MPA, considerato punto di riferimento. Come rivelerà il mafioso Maurizio di Gati “se ne avevamo bisogno ci potevamo rivolgere a quel partito per quanto riguardava sia gli appalti sia per altre cose”.
Nelle intercettazioni i boss parlano di accordi siglati con i vertici del Movimento e addirittura di incontri con Raffaele Lombardo e il fratello Angelo. Quest'ultimo ex deputato nazionale del MPA, che ha scelto il rito normale, è stato rinviato a giudizio, per concorso esterno in associazione mafiosa.
Il passaggio fondamentale sul quale si basano le accuse a carico dell'ex governatore riguarda l'interessamento di Lombardo per impedire il blocco dei lavori per il centro commerciale ICOM di Catania del gruppo Auchan, come si evince in un'intercettazione ambientale nello studio del potente editore catanese Mario Ciancio, che grazie allo scambio ha incassato ben 28 milioni di euro. Non solo, ad eseguire i lavori di movimentazione terra e a fornire il cemento per la realizzazione del centro commerciale era il mafioso Vincenzo Basilotta, suocero di Gaetano Anastasi, dirigente del Mpa di Castel di Judica.
In sostanza il processo all'ex-governatore ha evidenziato in tutta chiarezza l'esistenza di una vasta zona grigia fatta di relazioni illecite tra imprenditori mafiosi e filomafiosi e i vertici del MPA siciliano. Ad un'analisi politica antimafiosa non ipocrita doveva apparire almeno il sospetto di simili relazioni che non solo condizionavano evidentemente la linea politica del governo Lombardo, ma venivano anche messe in evidenza dalle indagini della Procura di Catania. Eppure il PD regionale siciliano non ha esitato a sostenere il governo Lombardo in crisi e con ciò a perpetuare un antipopolare sistema clientelare e filomafioso.
Aggiungiamo che anche il governatore Crocetta ha ampie responsabilità nella perpetuazione del sistema di relazioni illecite messo in piedi dal MPA. Infatti, pur di rimanere attaccato alla poltrona, non ha esitato ad accettare nella sua maggioranza ampi spezzoni del movimento fondato dal suo predecessore, transitati in nuove formazioni come Articolo4. Crocetta ancora, questa volta a causa della sua ipocrita antimafia di facciata, può essere nominato “traditore dei siciliani”.
26 febbraio 2014