Manifestazioni in 40 città
Il popolo NO TAV solidarizza in piazza cogli arrestati e respinge l'accusa di terrorismo
Combattivo presidio davanti al cantiere in Valsusa. Partecipata manifestazione a Torino. Presenti i marxisti-leninisti a Napoli

La giornata di mobilitazione del movimento NO TAV del 22 febbraio scorso era in programma da tempo, in solidarietà con i 4 attivisti in carcere dal 9 dicembre scorso arrestati con l'accusa di “terrorismo”, per l'assalto al cantiere di Chiomonte, dove fu dato fuoco a un compressore. A questo si è aggiunta la necessità di dare una risposta di massa per tracciare una netta linea di demarcazione colla farneticante provocazione dei sedicenti “Noa”, acronico dei “Nuclei operativi armati” di cui parliamo in altro articolo. E quello che si è visto nelle piazze, in Valsusa, a Torino e in una quarantina di città italiane è la miglior risposta a chi, sapendo di pescare nel torbido, vuole assimilare il movimento popolare NO TAV al terrorismo.
Ancora una volta è il popolo della Valsusa, che si definisce “la valle che resiste” e che da oltre vent'anni si sta opponendo al progetto dell'Alta Velocità con tutte le sue forze, a essere protagonista. Circa 3 mila manifestanti hanno sfilato in un colorato corteo dalla stazione ferroviaria di Chiomonte fino alla centrale idroelettrica dove iniziano le reti invalicabili del cantiere TAV presidiato da centinaia di poliziotti e carabinieri. Il serpentone, chiassoso e colorato, dove erano presenti tutte le anime del movimento, intere famiglie, associazioni, militanti e amministratori locali, ha per l'ennesima volta portato la protesta davanti al cantiere con slogan, canti partigiani, musica.
Uno striscione con la scritta “NO TAV liberi”, è stato fatto volare all'interno del cantiere appeso ad un grappolo di palloncini rossi. “Questa è una giornata di partecipazione popolare straordinaria – ha detto Nicoletta Dosio esponente storico della lotta contro la TAV – perché il movimento NO TAV, per l'ennesima volta, risponde alle ridicole accuse di terrorismo manifestando la propria vicinanza a chi è accusato ingiustamente. Oggi non è in pericolo solo la libertà di chi si oppone al volere dei poteri forti, oggi è in pericolo la libertà anche di chi solo dissente”. Dello stesso tenore l'intervento di Alberto Perino: “La lotta contro il TAV è popolare e non violenta. Difendiamo la nostra terra. Purtroppo le forme di dissenso non vengono accettate: chi dissente viene considerato terrorista”.
In contemporanea si muoveva da piazza Castello a Torino un corteo a cui hanno partecipato alcune migliaia di manifestanti. Ad aprire il corteo uno striscione con la scritta “Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò libertà per tutti e tutte”.
Un corteo ha attraversato anche le vie di Milano. Lo striscione che lo apriva recava la scritta “Terrorista è chi devasta e saccheggia il territorio”. Alcuni manifestanti innalzavano cartelli con la scritta “Dissento ma non sono un terrorista”. Sono stati lanciati slogan contro l'Expo, il cemento e la 'ndrangheta.
In coda al corteo era presente anche un gruppo di famiglie accompagnate da bambini del movimento No Canal che si oppone alla creazione delle vie d'acqua in alcune zone di Milano per l'Expo 2015.
Presidi, manifestazioni cortei si sono svolti un po' in tutta la penisola. Al nord come al Sud. Da Ivrea a Trento e Trieste. Ad Adria si è svolta la manifestazione di tutti i comitati contro l'autostrada Ortre-Mestre (NoOrMe). A Genova si è svolto un presidio NOTAV Terzo valico. E poi manifestazione a Bologna, corteo a Ravenna. A Pisa manifestazione contro crisi povertà e sfratti. A Roma in solidarietà contro la repressione dei NOTAV a essere protagonista è stato il Movimento di lotta per la casa, mentre a Napoli sono stati i precari “Bros” presenti i marxisti-leninisti che hanno espresso la loro solidarietà ai precari. Presidi anche a Bari e Barletta. A Caltanissetta si è svolto un corteo NO MUOS contro la repressione e le lotte.
 
 

26 febbraio 2014