I NO TAV denunciano le “deliranti follie terroristiche”
Attribuita la paternità del documento a “poteri oscuri”
“Abbiamo più volte ribadito che il DNA del Movimento NO TAV è quello di essere un movimento popolare, di massa e pronto a praticare, a viso aperto, le necessarie forme di disobbedienza civile ma senza alcuno spazio per la violenza contro le persone”. Con un comunicato netto e che non lasciava adito a dubbi, il Movimento NO TAV prendeva le distanze da un comunicato dei sedicenti Noa, acronimo dei “Nuclei operativi armati” che recapitavano un plico all’Ansa di Torino.
Questo farneticante comunicato incita deliberatamente alla lotta armata con tanto di condanne a morte “immediatamente esecutive” e “da eseguirsi senza ulteriori comunicazioni” contro quattro persone schierate, a vario titolo, a favore della realizzazione del tunnel ferroviario. Nelle tre pagine del comunicato i sedicenti Noa parlano di superamento definitivo della stagione di “lotta pacifica” contro i lavori della tratta Torino-Lione, definita come “stagione delle rivendicazioni che piacciono al sistema”, incapace di contrastare “il governo dei padroni, il PD e i giornali capitalisti” che hanno colpito i protagonisti della protesta “sia sul piano economico, sia su quello della privazione della libertà personale”. Tanto è che i Noa annunciano di essere passati alla “fase operativa” e cioè alla lotta armata per “colpire i responsabili della repressione con la stessa durezza con la quale vengono colpiti i nostri compagni”. Gli obiettivi “sensibili” che il sedicente gruppo vorrebbe colpire ruotano attorno a quattro nomi: il dirigente della polizia e attuale senatore PD, Stefano Esposito, Massimo Numa, giornalista de La Stampa
, il quotidiano della famiglia Agnelli, e i magistrati torinesi che indagano sui NO TAV, Antonio Rainaudo e Andrea Padalino.
Alberto Perino, leader storico del movimento contro l’Alta velocità, respinge ogni accostamento tra NO TAV e minacce: “In vent’anni di protesta non c’è nemmeno una riga nella quale il movimento abbia giustificato la violenza contro le persone: queste minacce sono scritte da una mano diversa – continua Perino – da qualcuno che vuol fare del male al movimento”.
Molto fermo il comunicato dei valsusini in lotta: “Questa è la storia della nostra lotta ventennale, del nostro presente e del nostro futuro. Nessuno ha alcun titolo e nessuno può permettersi di strumentalizzare il Movimento e tanto meno di pensare di potersi sostituire al percorso di lotta che il Movimento NO TAV ha deciso e costruito, collettivamente, nella pratica quotidiana e a viso aperto. Conosciamo troppo bene i mandanti di queste operazioni vecchie di quarant’anni. Rispediamo al mittente (Governo & C) queste deliranti follie”.
Ha perfettamente ragione il movimento NO TAV a puntare il dito in alto sul governo, i servizi segreti e quella miriade di centri e di organizzazioni occulti da essi manovrati che hanno fatto della provocazione delirante e in passato anche efferata il metodo di governo per cercare di isolare e battere quei grandi movimenti di massa che non riescono con la repressione fascista e l'intimidazione giudiziaria a fronteggiare e piegare. Stragismo e provocazioni di Stato sono stati ripetutamente utilizzati in passato durante la Grande Rivolta del Sessantotto e le grandi battaglie di classe.
Il successo della mobilitazione di massa di sabato 22 febbraio è la migliore risposta ai mandanti di tali “deliranti follie terroristiche”.
26 febbraio 2014