Al Congresso della Camera del Lavoro della provincia di Prato
Vitrano e Panzarella si battono per il documento due
I compagni contestano l'invito a Confindustria e Confartigianato e difendono in commissione politica e in Congresso l'emendamento al documento uno presentato col 25% dei voti FIOM per togliere la firma CGIL al testo unico sulla rappresentanza. Panzarella eletto al direttivo provinciale della Camera del lavoro
Si è svolto a Montemurlo il 5 e 6 marzo il congresso della Camera del lavoro di Prato. In 126 delegati hanno discusso per due giorni. Per la verità scarsa è stata la partecipazione al voto nelle assemblee di base. Su 28.401 iscritti alla CGIL nella provincia hanno espresso il proprio voto per uno dei due documenti in 4.527, cioè il 16% degli aventi diritto. Certamente i lavoratori sono stati scarsamente mobilitati e informati da parte dei dirigenti sindacali sui temi e i documenti sindacali. Non essendo stato possibile avere un relatore o esponenti della mozione due ad ogni congresso di base, le assemblee, sono state condotte dai funzionari camussiani a parte qualche sporadico caso. Così si devono registrare il 100% alla mozione uno da parte di FILLEA, NIDIL, SLC. Lo SPI raggiunge il 98,91%.
Guarda caso il secondo documento ha preso più voti nella FLC, laddove erano presenti i suoi relatori. In FLC ha conquistato 34 voti, pari al 12,83% degli iscritti. Probabilmente sarebbero stati di più, come anche nelle altre categorie, se per ogni assemblea di base fosse stato presente un relatore del documento due.
Il documento due a Prato ha raccolto 105 voti. La maggiora parte di essi vengono appunto alla FLC, dalla FP, 29, le due categorie che rischiano di essere prese direttamente di mira dal governo Renzi. Non da ultimo si può anche arrivare alla considerazione che, trattandosi di dipendenti pubblici per lo più a tempo indeterminato non devono certo subire il ricatto lavorativo.
Purtroppo la scelta di Landini di schierarsi a favore del documento uno ha fatto mancare il voto di massa degli operai. In 8 della FIOM si sono espressi per la mozione due. In percentuale la FIOM è comunque al secondo posto, con il 3,46%, dietro la FLC.
Al Congresso erano presenti come delegati della mozione due la compagna Vitrano e il compagno Panzarella entrambi della FLC. In quanto esponenti di minoranza avevano diritto a essere membri della commissione politica, di quella elettorale e della presidenza. Il compagno Panzarella è stato membro della commissione politica, la compagna Vitrano della presidenza e della commissione elettorale.
Il Congresso, si è aperto con la relazione del segretario uscente, Alessandro Fabbrizzi. Una relazione debole e quasi interamente centrata sulle possibili opzioni del governo Renzi per traghettare fuori dalla crisi il capitalismo italiano.
Nel suo intervento il compagno Panzarella ha stigmatizzato l'invito rivolto ai rappresentanti di Confindustria e Confartigianato a presenziare ai lavori congressuali, e, dopo un forte discorso di denuncia, ha lanciato la proposta del sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori delle pensionate e dei pensionati.
La compagna Vitrano ha denunciato i responsabili della strage di operai schiavi cinesi, ha chiesto l'abrogazione della Bossi-Fini, ha espresso solidarietà ai No TAV e ha chiesto al congresso di discutere i temi della democrazia sindacale profondamente in crisi.
Entrambi gli interventi con una forte caratterizzazione di classe sono stati applauditi.
Sollecitato dagli interventi dei compagni s'è aperto un dibattito nel quale, oltre ai dirigenti, sono intervenuti diversi lavoratori. Il tema della democrazia sindacale è stato molto dibattuto e, soprattutto i lavoratori, anche se sostenevano il documento uno, hanno tutti criticato il metodo “antidemocratico” e “decisionista” con cui la Camusso è pervenuta alla firma del testo che riguarderà milioni di lavoratori. I funzionari e i dirigenti, punti nel vivo, hanno tutti negato l'esistenza di alcuna questione di democrazia dentro la CGIL.
Il compagno Panzarella, in commissione politica ha difeso l'emendamento alla mozione uno, presentato con il 25% dei voti FIOM, che richiedeva il ritiro della firma della CGIL al testo unico sulla rappresentanza. I membri della commissione politica mozione uno hanno sostenuto che gli esponenti della mozione due non avevano diritto a votare tale emendamento. In sede di congresso all'atto del voto la presidente ha sostenuto nuovamente l'esistenza di una regola che impediva ai delegati della seconda mozione di votare l'emendamento. La compagna Vitrano ha chiesto che la presidenza verificasse la regola. A quel punto la presidente ha detto che in effetti non esisteva alcuna regola, ma che gli esponenti della seconda mozione “per opportunità e coerenza” non avrebbero dovuto votare l'emendamento alla mozione uno. Gli esponenti della mozione due ovviamente hanno dichiarato che attenendosi al regolamento avrebbero votato. Il compagno Panzarella ha esposto la dichiarazione di voto a favore e un burocrate sindacale quella di voto contrario. Alla votazione l'emendamento ha ricevuto 4 voti a favore. E' stato bocciato dalla maggioranza dei funzionari che così si sono assunti la responsabilità di non portare al congresso regionale, e forse anche oltre, la richiesta di almeno il 25% (percentuale minima per la presentazione di un emendamento) degli operai FIOM di Prato: a proposito di democrazia! Tra i sei astenuti persino la segretaria provinciale della FIOM, Manuela Marigolli.
Il compagno Panzarella è stato proposto ed eletto come esponente del documento due al direttivo provinciale della Camera del lavoro.
In conclusione gli esponenti della seconda mozione hanno saputo fare emergere le principali contraddizioni che si agitano attualmente nella CGIL, battagliando su di esse e rilanciando la linea sindacale del Partito tra i lavoratori presenti
12 marzo 2014