Renzi ha aumentato la Tasi
La Chiesa esentata: confermati i privilegi su Ici e Imu
Dal governo Letta-Berlusconi-Alfano a quello del berlusconi democristiano Renzi la musica è sempre la stessa: nuove tasse e stangate per le masse popolari e ulteriori, scandalosi, sgravi fiscali, privilegi e esenzioni a favore dei padroni e della Chiesa cattolica.
La conferma è arrivata puntuale il 28 febbraio col Consiglio dei ministri presieduto da Renzi che di fatto ha dato il via libera all'accordo preso da Letta con l'Anci che permette ai sindaci di aumentare la famigerata Tasi (Tassa sui servizi forniti dai Comuni: illuminazione, manutenzione stradale, vigili urbani etc) fino dell'otto per mille che equivale a una vera e propria stangata aggiuntiva con un maggior gettito stimato in 1,8 miliardi.
La norma dà mano libera ai neopodestà di alzare le aliquote di un altro 0,8 per mille, che significa arrivare al 3,3 per mille per le prime case e all'11,4 per mille sugli altri immobili. L'accordo prevedeva che in questo modo, anche se bisogna vedere cosa faranno effettivamente i sindaci, si possano raccimolare tra 1,3 e 1,8 miliardi in più; a questi soldi si aggiunge mezzo miliardo già destinato alle detrazioni dalla Legge di Stabilità.
Altro che “provvedimento che obbliga i sindaci a non generare rincari rispetto alla pressione che i cittadini subivano in presenza della vecchia Imu”.
Secondo il Servizio politiche territoriali della Uil la nuova configurazione delle imposte sulla casa potrebbe essere addirittura più grave del passato. Si calcola che per oltre 10,5 milioni di contribuenti (il 50% del totale), residenti negli oltre 5.600 Comuni che avevano l'aliquota Imu al 4%, la Tasi rischia di essere più pesante della stessa Imu. L'extra gettito equivarrebbe a soli 63 euro medi per le detrazioni. "Nelle nostre simulazioni – spiegano alla Uil - per la prima casa, si parte da un gettito medio, senza addizionale aggiuntiva, di 135 euro (198 euro senza detrazioni), ai 198 euro (261 euro senza detrazioni), con l'aliquota massima al 3,3 per mille. Mentre, per le seconde case, si può arrivare ad aumenti del 7,6% (64 euro) nel caso si applicasse l'aliquota dell'11,4 per mille. Si passerebbe, dunque, dagli 837 euro dell'Imu del 2013 ai 901 euro del combinato disposto Imu più Tasi. L'addizionale aggiuntiva – concludono gli esperti Uil - è soltanto l'antipasto di quello che può succedere nel 2015, quando l'aliquota massima della Tasi potrà arrivare al 6 per mille".
Dunque, mentre le masse popolari continueranno ad essere torchiate, il baciapile Renzi e il suo nero governo filo clericale non faranno pagare la Tasi alla Chiesa e lo hanno messo nero su bianco in un comunicato del 5 marzo in cui hanno precisato che la nuova Tasi nella versione finale del decreto legge “Disposizioni urgenti in materia di finanza locale” prevede in modo esplicito e dettagliato al comma 3 dell'articolo 1 lo stesso regime di esenzioni dell'Ici e dell'Imu che sarà valido per tutti gli immobili di proprietà degli enti ecclesiastici, luoghi di culto, oratori, sedi di associazioni di volontariato e tutto quanto svolge un ruolo sociale, compresi gli stabili di proprietà dello Stato, Regioni e Province e che hanno portato ad una elusione di centinaia di milioni di euro. Quindi la Chiesa continuerà a non pagare tasse non solo sui 25 immobili di proprietà del Vaticano che sono citati nei Patti Lateranensi, gli edifici di culto (chiese ed oratori) ma di fatto non pagherà un euro su tutto il suo ingente patrimonio immobiliare ivi compreso i palazzi in cui si gestisce il lucroso business del turismo religioso, la casa e l’ufficio del Vescovo e chi più ne ha più ne metta perchè tutto è regolato in base a una autocertificazione fatta dall’ente ecclesiastico e che nessun Comune ha la capacità di verificare e controllare.
19 marzo 2014