Gioco allo scavalco con la Camusso
Landini chiede a Renzi di lavorare insieme
Il premier: “Ogni volta che parlo con Landini imparo qualcosa”
Sembra che la polemica tra il fresco presidente del Consiglio, il Berlusconi democristiano Matteo Renzi, e la Cgil abbia superato la soglia delle semplici battute e sia salita di tono, alternando fasi di aspra discussione ad altre decisamente più collaborative. Soprattutto perché Renzi con il suo piglio ducesco va avanti per la sua strada e non ha intenzione di stare a discutere con le “parti sociali”, un atteggiamento che ricalca pari pari quello di Berlusconi. Entrambi usano mettere davanti al fatto compiuto i sindacati anche quando ci sono atti che riguardano direttamente l'economia e i lavoratori.
Ovviamente di fronte all'ennesima “riforma” peggiorativa del “mercato del lavoro” e all'annunciata riduzione dell'Irpef per i redditi sotto i 1500 euro lordi mensili le reazioni degli esponenti sindacali non sono mancate. Approvazione incondizionata solo dal segretario della Uil Angeletti che dice bravo a Renzi e al governo. Più articolata la posizione del crumiro Bonanni della Cisl che invita Renzi ad essere meno spavaldo verso i sindacati e ad abbassare le polemiche con la Cgil. Critica il decisionismo del Berluschino che comunque alla fine, secondo lui, riducendo l'Irpef ha fatto quello che chiedevano i sindacati anche se Renzi non lo vuole ammettere.
Scettica anche la segretaria della Cgil Susanna Camusso anche se le sue prime critiche sono state superficiali: Renzi ha “il culto della personalità” e deve ascoltare i sindacati. Poi ha fatto marcia indietro sposando le tesi di Bonanni: ha sbagliato metodo ma ha fatto quello che chiedevano i sindacati. Infine si è fatta più decisa minacciando lo sciopero e la mobilitazione se non si agirà a fondo per migliorare le condizioni dei lavoratori e dei pensionati. Le maggiori critiche le ha indirizzate verso il “Jobs Act” che Renzi spaccia come contratto unico che semplifica e favorisce le assunzioni ma che invece, ha detto la Camusso, aggiunge solamente un altro tipo di contratto precario. Semmai favorisce, aggiungiamo noi, gli industriali che in questa maniera per tre anni possono disporre a loro piacimento di lavoratori senza quasi alcun diritto e licenziabili in qualsiasi momento.
In questo tira e molla la Camusso è stata più volte scavalcata da Maurizio Landini. Il segretario della Fiom si è di fatto dimostrato il più collaborativo di tutti verso Renzi e il suo esecutivo. Un fatto che oramai non ci sorprende, dopo i ripetuti incontri tra i due e i reciprochi attestati di stima. Landini cerca di mantenere nella forma un linguaggio di sinistra ma nella sostanza dà credito a un presidente del Consiglio che si è schierato apertamente e da tempo contro i lavoratori, contro l'articolo 18, con Marchionne e il suo modello di fabbrica senza diritti.
Come si può definire la lettera aperta spedita da Landini a Renzi, e pubblicata in tutta evidenza sulla prima pagina del quotidiano “Repubblica”, se non un'apertura di credito al nuovo presidente del Consiglio che la borghesia ha scelto per curare i suoi affari senza passare neanche per il voto? Landini chiede a Renzi di lavorare insieme perché in Italia è a rischio la democrazia e questo rischio si combatte lottando contro la disoccupazione e per il lavoro. Assieme al lui? Ma non scherziamo! Renzi la democrazia la vuole ma restringere, basti vedere l' “Italicum fascistissimum”, ovvero la nuova legge elettorale, oppure il provvedimento che vuole impedire persino le affissioni dei manifesti a chi non presenta liste elettorali come ad esempio il PMLI. Per non parlare del lavoro, a meno che non si intenda nuova occupazione il suo “Jobs Act” e l'estensione del precariato.
Certo è a dir poco inusuale che il segretario di una categoria, quella dei metalmeccanici, scavalchi il segretario generale e parli direttamente con il presidente del consiglio. Tutto ciò non si spiega solo con l'attrito e la competizione tra Landini e Camusso ma evidentemente c'è un'intesa e un filo diretto particolare tra il segretario della Fiom e l'ex sindaco di Firenze. Poi nel merito delle richieste fatte da Landini, alcune condivisibili, come si fa a credere che uno come Renzi sia favorevole alla riduzione dell'orario di lavoro, a cancellare l'articolo 8 che concede la deroga ai contratti nazionali, o a istituire una patrimoniale seria?
Il Berlusconi democristiano Renzi ricambia la cortesia dal compiacente Fabio Fazio che nella sua trasmissione “Che tempo che fa” ha già ospitato più volte entrambi. Nella sua ultima apparizione Renzi ha lanciato tante frecciate contro i sindacati e la Cgil in particolare, cercando di far apparire la Camusso vecchia politicante e Landini giovane e dinamico. Le uniche parole positive le ha spese per il segretario della Fiom con cui “non è d'accordo su tutto... ma ogni volta che ci parlo imparo qualcosa”. Se non è amore questo!
Per noi marxisti-leninisti invece il governo guidato da Renzi prosegue sulla via delle “riforme” concordate con Berlusconi che stravolgeranno la Costituzione da destra, cercherà di risollevare il capitalismo italiano sulle spalle dei lavoratori e taglierà ulteriormente la spesa e i servizi pubblici e quindi non merita nessuna apertura di credito bensì la più dura opposizione di classe e di massa nei luoghi di lavoro, di studio, di vita e nelle piazze di tutto il Paese.
19 marzo 2014