Migliaia di lavoratori in corteo contro i tagli e il “pacchetto” Renzi sul lavoro
In contemporanea lo sciopero dei ferrovieri USB, Or.S.A. e CUB
“No al grande imbroglio di Renzi” è lo struscione d'apertura di una vivace e combattiva manifestazione nazionale dell'USB, svoltasi a Roma il 14 marzo con migliaia di lavoratrici e lavoratori, sia del pubblico che del privato, arrivati nella capitale anche utilizzando ferie e permessi, per protestare duramente contro le misure sul lavoro e sulle privatizzazioni previste dal nuovo governo.
La componente più numerosa del corteo era quella dei precari della pubblica amministrazione che hanno dapprima protestato sotto Palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione Pubblica, simbolicamente chiusi dentro le “gabbie della spending review”, leggasi tagli ai servizi, ai salari, svendita del patrimonio pubblico, privatizzazione delle partecipate.
Il corteo si è mosso per raggiungere Montecitorio. C'erano migliaia di lavoratrici e lavoratori a tempo indeterminato e determinato dei ministeri, degli enti locali, della scuola e della Sanità, dei Vigili del Fuoco e della ricerca, gli ex-Lsu ATA delle pulizie, i tranvieri, i ferrovieri e i dipendenti delle partecipate che subiscono pesantissimi tagli, il blocco dei contratti, mobilità, chiusure e accorpamenti di uffici.
Tra le parole d'ordine scandite lungo il corteo: “per i servizi pubblici abbiamo le soluzioni. Contratto, diritti e assunzioni!” e, diretto a Renzi, “subito lavoro, Stato sociale! Ma quale svolta buona! Ve ne dovete andare”. Tra gli striscioni quello degli ex LSU Ata “Con la spending review, scuole sporche e stipendi di 200 euro al mese per i lavoratori ex LSU addetti alle pulizie”!
“Questa di oggi è la prima risposta contro il ‘pacchetto Renzi’ che respingiamo in blocco - ha dichiarato nel corso del corteo Massimo Betti, dell’Esecutivo nazionale USB Pubblico Impiego – e se la spending review andrà avanti non escludiamo lo sciopero generale”.
Era palpabile la carica antigovernativa del corteo e la sfiducia verso Renzi e il suo governo. Abbiamo “Un nuovo neo ministro – ha dichiarato una lavoratrice - che non ha mai lavorato, non ha mai timbrato un cartellino e quindi non può sapere cos'è il lavoro. Le risposte non possono essere quelle del lavoro a chiamata, né quelle dei tempi determinati a 36 mesi che abbassano la possibilità di fare ricorso per giusta causa in caso di licenziamento. Quindi niente fiducia a Renzi!”.
Alla riuscita del corteo hanno contribuito i ferrovieri USB, Or.S.A. e CUB in sciopero contro i turni di lavoro massacranti, che possono superare le dieci ore, la poca sicurezza sul lavoro, i continui tagli.
In testa al corteo decine di lavoratrici reggono lo striscione “Vigili del fuoco. Donne e precarie”. Poco dopo segue lo striscione: “Il primo job acts? Assumeteci”. Sono anch'essi Vigili del Fuoco. Lamentano una condizione lavorativa insostenibile: “lavoro precario, con contratto a tempo determinato. Ben che vada di venti giorni fino a un massimo di 160 giorni. Tutto là. Vorremmo dopo tanti anni di servizio avere la possibilità di essere stabilizzati. Siamo circa 56mila unità di servizio in tutta Italia tra volontari e discontinui e in alcuni casi ci sono anche colleghi con 20 anni di servizio. Per noi Renzi fa solo operazioni di facciata”.
Ci sono poi i lavoratori della scuola: “Le parole del governo sono assolutamente vuote alle nostre orecchie. Cottarelli (commissario ai tagli nominato da Letta ndr
.) dice che non toccherà la scuola. La scuola l'ha già devastata. E tra l'altro il 90% di quelle risorse di cui parla Renzi sono risorse già stanziate, che già erano nelle casse degli enti locali. Sta prendendo in giro il paese intero. Noi che sotto i tetti delle scuole ci lavoriamo e che spesso ci crollano in testa, sappiamo che è una balla colossale.”
Salutiamo con gioia militante questa grande manifestazione di cui appoggiamo le rivendicazioni. La combattività espressa in piazza da queste lavoratrici e da questi lavoratori dimostra come essi abbiano inquadrato molto bene il governo Renzi e non abbiano alcuna intenzione di concedergli fiducia.
Il PMLI già dal primo vagito di questo governo di destra lo ha bollato per quello che è e ha chiamato a spazzarlo via la classe operaia, i lavoratori, le masse popolari. I partiti della “sinistra” borghese da SEL, al PRC, al PC di Rizzo non hanno ancora minimamente inquadrato la pericolosità di questo governo, balbettano e gettano fumo negli occhi alle masse popolari, alimentando pericolosissime illusioni. Allora per dar forza alla lotta contro il governo Renzi, che queste lavoratrici e a questi lavoratori scesi in piazza il 14 marzo prendano in considerazione quanto scritto dal PMLI nel documento dell'UP “Spazziamo via il governo del Berlusconi democristiano Renzi” pubblicato all'indirizzo http://www.pmli.it/20140225_docUPgovernorenzi.html.
19 marzo 2014