Lo ricorda Scalfari
Berlinguer rifiutò il leninismo
Il liberale anticomunista, già fascista e monarchico, Eugenio Scalfari, ha ricordato commosso sulle colonne de “La Repubblica” Enrico Berlinguer, già Segretario generale del PCI revisionista, nel trentennale della morte. L'ha paragonato a papa Francesco. Le tre pagine dell'editoriale illustrato con diverse foto dell'arcirevisionista portano il titolo “Berlinguer perché ti abbiamo voluto bene”.
Per testimoniare il ruolo svolto da Berlinguer nella decomunistizzazione del PCI, Scalfari ricorda le interviste che gli ha fatto. E dice: “Nel corso degli anni, dal 1977 all'84, le domande più importanti che gli feci e le risposte che ne ottenni furono sette: la natura del Partito comunista italiano rispetto agli altri e in particolare a quelli che operavano in paesi occidentali; il suo rapporto con l'Urss e col Partito comunista sovietico; il suo rapporto con il leninismo; la concezione che aveva della futura Europa; la dialettica in atto con i socialisti e con la Dc; la natura del centralismo democratico e il ruolo che il Pci doveva avere con l'Italia; il problema da lui sollevato della questione morale”.
Successivamente riporta, compiaciuto, una risposta di Berlinguer nel settembre 1980 riguardo al suo rapporto con il leninismo: “Lenin ha identificato il partito con lo Stato; noi rifiutiamo totalmente questa tesi. Lenin ha sempre sostenuto che la dittatura del proletariato è una fase necessaria del percorso rivoluzionario; noi respingiamo questa tesi che da lungo tempo non è la nostra. Lenin ha sostenuto che la rivoluzione ha due fasi nettamente separate: una fase democratico- borghese e successivamente una fase socialista. Per noi invece la democrazia è una fase di conquiste che la classe operaia difende ed estende, quindi un valore irreversibile e universale che va garantito nel costruire una società socialista". Missione compiuta. Grazie a me, sembra rivendicare gongolante Scalfari.
19 marzo 2014