Fondi neri e tangenti Finmeccanica
Cesa indagato per finanziamento illecito
A Napoli 4 arresti fra cui l'ex parlamentare di Fi Angeloni
Da Napoli a Roma: si allarga sempre più lo scandalo dei fondi neri e delle tangenti Finmeccanica inerente il Sistema di monitoraggio per lo smaltimento dei rifiuti (Sistri).
Il 24 marzo la Procura capitolina ha iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di finanziamento illecito ai partiti il capobastone dell'Udc, Lorenzo Cesa, deputato appena riconfermato segretario nazionale dei centristi. Il Pubblico ministero (Pm) Paolo Ielo ha ricevuto le carte dai colleghi partenopei che da oltre un anno indagano sul verminaio tangentizio che ruotava intorno al Sistri e che, appena due giorni prima, il 22 marzo, su richiesta dei Pm Catello Maresca, Marco Del Gaudio e Maurizio Giordano, ha indotto il Gip di Napoli ad emettere quattro ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Lorenzo Borgogni, ex direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica, di Stefano Carlini, ex direttore operativo della Selex Se. Ma., dell’ex parlamentare di Forza Italia Vincenzo Angeloni e di Luigi Malavisi. Per tutti gli arrestati le ipotesi di reato sono di associazione per delinquere e corruzione. Perquisita anche la casa dell’ex presidente ed amministratore delegato Pierfrancesco Guarguaglini, indagato numero uno dell'inchiesta.
A tirare in ballo il boss dell'Udc Cesa sono stati i fratelli Sabatino e Maurizio Stornelli, gli imprenditori (vicini anche a Propaganda Fide), che, dopo essere finiti in carcere un anno fa, hanno al fine deciso di collaborare con gli inquirenti e hanno raccontato che, attraverso un sistema di false prestazioni e fatturazioni gonfiate tra la Selex Service Management e diverse società affidatarie “compiacenti”, è stata costituita nel 2009 una provvista di fondi neri, per milioni di euro destinati, secondo l’accusa, al pagamento di tangenti.
In particolare Sabatino Stornelli, ex ad di Se.Ma., l’azienda che ha ottenuto l’incarico di creare il Sistri tramite un contratto secretato del governo Berlusconi, ai Pm napoletani ha riferito che: “La Sedin è una società già accreditata presso la provincia di Roma che svolge le medesime attività effettuate dalle società di Di Martino. La persona che gestisce di fatto la società è tale Nicola Lobriglio di Roma, amico di Borgogni e legato politicamente all’on. Lorenzo Cesa. (..) Qualche volta insieme a Lobriglio mi sono recato presso l’ufficio dell’on. Cesa in via due Macelli nei pressi di piazza di Spagna. Lobriglio mi diceva che dava sempre una mano a Cesa per le elezioni. (..) Anche in questo caso come per Di Martino il sistema delle sovrafatturazioni ha consentito la creazione di fondi neri che sono stati poi distribuiti in contanti”.
La Sedin è la società che ottiene una commessa da 7 milioni di euro più iva per la fornitura di 175mila chiavette Usb da usare sui camion per tracciare la posizione dei rifiuti. Anche Maurizio Stornelli conferma la versione del fratello: “La Sedin è riconducibile a Nicola Lobriglio, una persona di origine calabrese (..). Sono entrato anche in confidenza con lui tanto che mi ha raccontato di essere legato a famiglie mafiose calabresi (..). Tramite Borgogni affermava di aver poi provveduto a finanziare con i soldi delle commesse ricevute da Finmeccanica i suoi sponsor politici e segnatamente l’on. Lorenzo Cesa. Mi raccontava questa circostanza come un dato consolidato ormai nel tempo e riferibile già ad alcuni anni prima nel 2009. Il rapporto era sempre mediato da Angeloni. E anche in questo caso come la sv. mi contesta per averlo appreso da mio fratello Sabatino, ho provveduto a consegnare ad Angeloni una somma di 200mila euro recapitatami da Lobriglio a via Liberiana. Destinatario finale dei soldi a dire dell’Angeloni era sempre Borgogni. Ricordo di aver ricevuto la somma in due tranches: una volta fu lo stesso Lobriglio a portarmela a casa in via Liberiana, un’altra mi chiese di andarla a ritirare a casa sua a Mostacciano nei pressi dell’Eur. Ho poi consegnato i soldi ad Angeloni a via Liberiana (..) Lobriglio mi raccontò che era prassi che i soldi ricavati dalle sovrafatturazioni delle commesse Finmeccanica venissero poi destinati a finanziare i partiti ed in particolare, per quanto riguardava lui, il partito di Cesa”.
Una prassi tangentizia confermata dalle risultanze di altre inchieste in corso presso la stessa procura di Roma che indaga anche sui rapporti a dir poco torbidi fra alcune imprese romane e la cupola dell’Udc. Il 31 gennaio scorso ad esempio, l’imprenditore Tommaso Di Lernia, titolare di una società che prendeva appalti nel giro Enav e Finmeccanica, nell’ambito del processo che si sta tenendo a Roma ha dichiarato in aula di avere portato 200mila euro al segretario amministrativo di allora dell’Udc, Giuseppe Naro.
Nel filone romano dell’indagine è coinvolto anche Luigi Pelaggi, ex alto dirigente del ministero dell’Ambiente: è il dicastero che, nel progetto originario del Sistri, era chiamato a supervisionare l’efficacia di quel nuovo strumento di monitoraggio del traffico dei rifiuti. Anche Pelaggi, all’epoca capo della segreteria tecnica del Ministro Stefania Prestigiacomo, già citato negli atti dell’inchiesta su Finmeccanica e già ammanettato il 22 gennaio scorso nell’inchiesta milanese sulla bonifica dell’area ex Sisas, è tirato in ballo dai fratelli Stornelli. Stando alle loro dichiarazioni, alcune imprese che ebbero contatti con il giro di fatturazioni per il Sistri, “furono imposte” ai due fratelli “dal direttore generale Luigi Pelaggi”. La Procura romana sta ora ricostruendo e verificando il ruolo del dirigente ministeriale e alcuni flussi di denaro poco chiari che lo riguardano. Il resto dell’attività investigativa è ora puntata verso altri, eventuali “sponsor politici”. Nel fascicolo infatti ci sono ulteriori dichiarazioni di Maurizio Stornelli che indicano in Giovanni Sabetti, l’imprenditore già indagato e perquisito dagli inquirenti napoletani, come “uomo legato all’ex senatore Sergio De Gregorio” già al centro di altre importanti inchieste giudiziarie, tra cui ad esempio la compravendita dei senatori nel 2006, in cui è coinvolto direttamente anche il neoduce Berlusconi accusato di corruzione. Il processo è iniziato l'11 febbraio 2014 a Napoli e Berlusconi è accusato di aver dato tre milioni di euro a De Gregorio, all’epoca senatore dell’Italia dei valori (Idv), per passare al centrodestra determinando la caduta del governo guidato da Romano Prodi nel 2008.
2 aprile 2014