Più di 7 milioni di pensionati sotto mille euro al mese
2 milioni non arrivano a 500 euro
La pensione delle donne inferiore del 30% rispetto a quella degli uomini
Più di quattro pensionati su dieci, pari al 42,6% dei 16,6 milioni di pensionati censiti nel 2012, ricevono meno di mille euro al mese di trattamento previdenziale e a stento riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. Ancora peggio se la passano altri 2,2 milioni, ossia il 13,3% di tutti gli ex lavoratori, il cui assegno non arriva nemmeno a 500 euro mensili e che sono costretti a fare letteralmente la fame.
Di contro ci sono circa 11mila pensionati d'oro, pari allo 0,1% del totale che guadagnano più di 10mila euro al mese e fanno la bella vita.
Un'odiosa ingiustizia del sistema economico capitalista; una vergogna inaccettabile specie se si pensa che il 26,5% dei pensionati ha meno di 65 anni, il 50,0% ha un'età compresa tra 65 e 79 anni e il 23,5% ha più di 80. E a rimetterci di più sono le donne che in media percepiscono una pensione del 30% più bassa rispetto agli uomini.
A dirlo sono i dati Istat che tra l'altro fanno riferimento al 2012: primo anno su cui si cominciano a evidenziare i devastanti effetti della controriforma Fornero che saranno sempre più accentuati sia nel breve che nel periodo.
Nel corso del 2012 – informa l'Istat – pur registrando una diminuizione 75 mila assegni pensionistici rispetto al 2011, la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche a carico dello Stato è stata pari a 270.720 milioni di euro, con un aumento dell'1,8% rispetto all'anno precedente, mentre la sua incidenza sul Pil è cresciuta di 0,45 punti percentuali (dal 16,83% del 2011 al 17,28% del 2012). L'importo medio annuo delle pensioni è stato pari a 11.482 euro, 253 euro in più rispetto al 2011 (+2,3%) a tutto vantaggio dei pensionati d'oro e di chi percepisce più di un assegno. In media ognuno di essi ha percepito 16.314 euro all'anno (358 euro in più del 2011) tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione.
Infatti, il 67,3% dei pensionati è titolare di una sola pensione, il 24,9% ne percepisce due e il 6,5% tre; il restante 1,3% è titolare di quattro o più pensioni. Una fetta che avvicina la metà del totale, cioè il 42,6% dei pensionati, percepisce un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese; il 38,7% tra 1.000 e 2.000 euro, il 13,2% tra 2.000 e 3.000 euro; il 4,2% tra 3.000 e 5.000 euro e il restante 1,3% percepisce un importo superiore a 5.000 euro. Quanto a tipologia di trattamenti, la stragrande maggioranza della spesa complessiva è stata assorbita dalle pensioni di vecchiaia, al 71,8% del totale; a seguire, quelle ai superstiti il 14,7%, quelle di invalidità il 4,0%; le pensioni assistenziali pesano per il 7,9% e le indennitarie per l'1,7%.
Le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati ma percepiscono assegni di importo medio pari a 13.569 euro (contro i 19.395 degli uomini); oltre la metà delle donne (52,0%) riceve meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (32,2%) degli uomini. Il 47,8% delle pensioni è erogato al Nord, il 20,5% nelle regioni del Centro e il restante 31,7% nel Mezzogiorno.
Gli effetti devastanti della controriforma Fornero si evidenziano anche dal saldo negativo tra le persone che hanno iniziato a percepire una pensione nel 2012 (i nuovi pensionati) pari a 626.408, e i 701.101 di persone che nel 2012 hanno smesso di esserne percettori. Inoltre risulta che il reddito medio dei nuovi pensionati (14.068 euro) è risultato inferiore a quello dei cessati (15.261) e a quello dei pensionati sopravviventi (16.403), che già nel 2011 percepivano almeno una pensione.
E la situazione purtroppo è destinata a peggiorare ulteriormente col governo del nuovo Berlusconi democristiano Renzi che ha già ripetuto chiaro e tondo che ai pensionati non sarà concesso nessun aumento e nessun vantaggio fiscale. Non solo, Renzi ha fatto capire che vuole mettere al più presto in pratica le indicazioni del commissario Cottarelli colpendo ulteriormente le pensioni di invalidità, di reversibilità e di guerra invece di stangare i pluripensionati d'oro alzando ad esempio le aliquote Irpef ferme al 43%.
9 aprile 2014