A Reggio Emilia dov'era neopodestà il sottosegretario di Renzi
L'appalto se lo aggiudicò il cugino di Delrio
Alla faccia della trasparenza e del conflitto d'interessi
Sono destinate a fare molto rumore le vicende dell’appalto di 140.000 euro vinto nel 2009 dalla società del cugino del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio mentre quest’ultimo era sindaco di Reggio Emilia.
Tutto inizia quando sorse la necessità di ristrutturazione edilizia della scuola d’infanzia comunale Salvador Allende di Reggio Emilia, e fu bandita una gara alla quale partecipò, tra le altre ditte, l’impresa edilizia Delrio Bonfiglio & figli di Delrio Paolo Sas, amministrata dal cugino del sindaco, Paolo Delrio, che in qualità di socio accomandatario possedeva il 99% della società in accomandita semplice, mentre il restante 1% era intestato a sua moglie Enrica Montanari che lo deteneva in qualità di accomandante. Ma Enrica Montanari oltre ad essere cugina acquisita di Graziano Delrio era anche una sua dipendente in quanto funzionaria responsabile dell’unità appalti e contratti del comune emiliano, e fu proprio la dottoressa Montanari a diramare via fax il 16 maggio del 2009 gli inviti alle 20 società, tra cui quella di cui era socia insieme a suo marito, che l’amministrazione emiliana decise di coinvolgere nella gara a inviti. Peraltro la Montanari era a conoscenza già da un mese della gara, in quanto il 14 aprile la dirigente dell’ufficio tecnico “scuole e nidi di infanzia” del comune, Ilaria Martini, le comunica l’elenco delle ditte da invitare alla procedura.
La risposta delle società invitate, secondo le disposizioni del Comune di Reggio Emilia, doveva perentoriamente arrivare a quest’ultimo entro il 3 giugno, e solo in 4 risposero, tra cui la Delrio Bonfiglio & figli di Delrio Paolo Sas, e il 5 giugno l’ufficio appalti e contratti diretto dalla dottoressa Enrica Montanari, moglie del cugino del sindaco Delrio nonché socia del primo, decreta la vittoria… della società nella quale essa stessa ha una partecipazione! Incredibile: si aggiudicò l'appalto.
È vero che l’impresa aggiudicataria presentò l’offerta più bassa, ma è anche vero che la Montanari aveva conoscenza dell’esistenza della gara pubblica un mese prima degli altri contendenti, potendo bene favorire la propria ditta facendogli fare l’offerta più bassa.
Inoltre lo stesso giorno dell’aggiudicazione, il 5 giugno 2009, Paolo Bonacini, dirigente del Servizio Affari Istituzionali del Comune dal quale dipende l’ufficio della Montanari, richiede alla procura della Repubblica di Reggio Emilia il certificato del casellario giudiziale intestato ai due soci della Delrio Bonfiglio & figli di Delrio Paolo Sas, fatto imposto dalla legge per verificare la posizione giudiziaria dei soci di una società contraente con un ente pubblico. Ma nella richiesta i due nomi non sono altro che quello di “Delrio Paolo” ripetuto due volte, come se il dirigente comunale Bonacini sapesse che uno dei due soci fosse la Montanari e avesse voluto deliberatamente evitare la menzione del suo nome in un atto ufficiale del comune, un’iniziativa quest’ultima che difficilmente Montanari avrebbe potuto prendere da solo senza avere il beneplacito del sindaco che - lo si ricordi – era lo stesso Graziano Delrio che oggi è il braccio destro di Matteo Renzi.
Lo stesso Comune di Reggio Emilia, del quale Delrio è ancora sindaco in carica ma che è retto di fatto dal sindaco reggente Ugo Ferrari, è stato costretto - dato lo spudorato conflitto di interessi che coinvolge la cugina acquisita del sindaco e favorisce sfacciatamente suo cugino - ad avviare una verifica interna volta ad accertare se qualcuno nell’amministrazione si accorse della partecipazione azionaria della Montanari nella società di suo marito.
9 aprile 2014