Al III Congresso nazionale della Flc-Cgil
I sindacalisti marxisti-leninisti chiedono lo sciopero generale e lanciano per la prima volta la parola d'ordine: “azzerare gli attuali sindacati e sostituirli con un unico sindacato delle lavoratrici, dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati”
Panzarella smaschera la natura neofascista e piduista del Berlusconi democristiano Renzi. Pantaleo abbaia ma non morde
Intimidazione fascista a due diffusori del PMLI
In una cornice carica di storia operaia e di forte valore simbolico della lotta contro le mafie, dal 10 al 12 marzo si è svolto presso la Città della Scienza di Bagnoli a Napoli il III° Congresso nazionale della Flc-Cgil che rappresenta la stragrande maggioranza dei lavoratori della scuola, università, ricerca e alta formazione artistica e musicale.
La scelta di tenere il Congresso nell'ex stabilimento dell'Italsider, teatro di tante storiche battaglie operaie, smantellato negli anni '90 e successivamente trasformato in un centro polifunzionale per la divulgazione della scienza e della cultura fortemente osteggiata dalla criminalità e colpita al cuore dal terribile incendio doloso del 4 marzo 2013, è stata accolta e condivisa da tutti i 528 delegati con grande entusiasmo e partecipazione.
L’Assise di Napoli è stata il culmine di un lungo confronto partito nei mesi scorsi con le assemblee di base molte delle quali però sono state poco partecipate o addirittura deserte: segno evidente di un dissenso diffuso alla linea fin qui espressa dalla Cgil. Solo 66.000 iscritti su un totale di circa 200 mila hanno espresso il loro voto sui due documenti congressuali e quindi il 96,3 per cento dei consensi ottenuto dal primo documento, che ha come prima firmataria Susanna Camusso, e il 3,7 per cento del secondo (primo firmatario Giorgio Cremaschi) non rispecchiano il reale peso degli iscritti. Ciò è particolarmente vero per il documento due che non ha avuto presentatori sufficienti a propagandarlo nelle varie assemblee.
Al congresso erano presenti, in forza al documento due, Antonella Casalini e Franco Panzarella, delegati a questa assise dal congresso regionale toscano Flc dove, entrambi, svolgendo un ruolo attivo, avevano partecipato ai lavori con forti e incisivi interventi e collaborato con altri delegati del documento due.
Il Congresso è stato aperto dal segretario generale dell'organizzazione Domenico Pantaleo, riconfermato alla guida della Flc, che però nella sua estenuante relazione introduttiva durata oltre 90 minuti non è riuscito nemmeno a pronunciare la parola sciopero limitandosi da perfetto demagogo e opportunista a una serie di critiche di facciata al governo Renzi e a quelli che lo hanno preceduto senza mai mordere sul serio e guardandosi bene dal chiamare la categoria e tutta la Cgil a uno sciopero generale di 8 ore con manifestazione sotto Palazzo Chigi, richiesta e discussa tra l'altro da molti congressisti.
Secondo Pantaleo Renzi è soltanto il rappresentante di un “sistema a vocazione autoritaria che dà al Presidente del Consiglio poteri padronali cancellando perfino la funzione elettiva e rappresentativa del Senato” e non certo il nuovo Berlusconi democristiano salito a Palazzo Chigi per completare la seconda repubblica neofascista secondo il piano della P2.
Anche sull'Unione europea imperialista il giudizio espresso da Pantaleo è stato di sostanziale appoggio “proponendo la visione di un'altra Europa che riaffermi i suoi valori di democrazia altrimenti le forze antieuropee ed euroscettiche riporteranno indietro l’orologio della storia”. Il tutto condito con una gaffe elettorale senza precedenti, criticata da molti congressisti, perché Pantaleo ha di fatto utilizzato la tribuna del Congresso per aprire la campagna elettorale delle europee affermando che: “Il partito socialista europeo e la lista Tsipras possono insieme ridare un orizzonte nuovo” all'Europa.
Pantaleo ha criticato il governo sulle politiche per il lavoro e l’economia: “Allentare le regole del lavoro, ridimensionando la contrattazione sindacale non crea occupazione, semmai diffonde precariato”; sulla controriforma Fornero, cavalcando l'onda di dissenso espressa da molti congressi di base e da molti delegati che sostanzialmente hanno rinfacciato alla Cgil di avergli lasciato campo libero, Pantaleo, pur riconoscendo che essa ha istituito “il peggiore sistema pensionistico europeo e la risposta del sindacato è stata molto debole” si è limitato a chiederne il “superamento” e non certo l'abrogazione totale e la modifica di “alcune linee di indirizzo per eliminare quelle rigidità che rendono nei fatti ingestibile il sistema pensionistico”.
La stessa carica demagogica il segretario della Flc l'ha usata quando ha parlato delle relazioni sindacali affermando di non avere “nessuna nostalgia della concertazione che ha portato a una progressiva istituzionalizzazione del sindacato... Noi rappresentiamo milioni di lavoratori e pensionati e siamo orgogliosi della nostra funzione e della nostra memoria” ma guai a parlare di sciopero e di lotta di classe.
In tema di scuola Pantaleo ha denunciato che il Documento economico-finanziario presentato dal governo contiene “interventi inaccettabili su valutazione, incentivi alle università, revisione del contratto degli insegnanti e reclutamento di dirigenti e docenti” e “si conferma l'intenzione del governo di negare il contratto e di imporre con la legge un nuovo sistema di valorizzazione individuale degli insegnanti... Deve essere chiaro a tutti – ha aggiunto il segretario Flc - che i nostri comparti hanno già dato e non c’è più nulla da tagliare. Scuola, università, ricerca e Afam sono stati i settori pubblici dove si è tagliato di più. Si incomincino piuttosto a tagliare le spese militari, cancellando innanzi tutto l’acquisto degli F35”.
Tutto ciò non è però sufficiente secondo Pantaleo per indire uno sciopero generale per sbarrare il passo al nuovo Mussolini tecnologico Renzi, ma basta “una mobilitazione unitaria di tutti i settori pubblici per imporre un confronto serio e per l’apertura immediata dei tavoli contrattuali”.
Tra i primi a intervenire con tutt'altro tenore politico il compagno Franco Panzarella, che durante i sei minuti di parola concessi dalla presidenza del Congresso è riuscito a smascherare la natura neofascista e piduista del Berlusconi democristiano Renzi chiedendo l'immediata indizione dello sciopero generale di 8 ore con manifestazione sotto Palazzo Chigi; ha denunciato il fallimento degli attuali sindacati e lanciato per la prima volta la nuova parola d'ordine del PMLI sul fronte sindacale, ossia: “azzerare gli attuali sindacati e sostituirli con un unico sindacato delle lavoratrici, dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati fondato sulla democrazia diretta e sul potere sindacale alle assemblee generali dei lavoratori e dei pensionati”.
Nel prosieguo del dibattito diversi altri interventi hanno espresso critiche alla linea espressa dalla direzione dell'organizzazione, alla poca democrazia interna e contro la politica del governo. Tra questi si è distinto un delegato della Sardegna che fra l'altro ha paragonato Renzi e il suo governo a “un'improbabile banda bassotti che saccheggia gli assetti istituzionali, diritti e libertà in nome di un presunto rinnovamento che puzza tanto di P2, di Gelli e di Craxi”.
I compagni delegati marxisti-leninisti si sono battuti come leoni per difendere e far affermare la linea sindacale del Partito e insieme agli altri delegati della mozione 2 hanno tenuto testa per quanto era possibile alla schiacciante maggioranza di camussiani. Per il documento due erano presenti 1 delegato della Valle d’Aosta, 2 del Piemonte, 3 della Lombardia, 1 del Veneto, 1 del Friuli Venezia Giulia,1 della Liguria, 3 della Toscana, 3 dell’Emilia, 2 del Lazio, 1 delle Marche, 1 della Puglia, 1 della Calabria; in tutto 20 delegati su 528 pari al 3,7% della platea congressuale.
I compagni Franco Panzarella e Antonella Casalini (già delegata a un precedente congresso nazionale della CGIL) con gli altri delegati del documento due hanno sottoscritto e presentato 4 ordini del giorno: uno sull’Invalsi (60 favorevoli, 157 contrari, 10 astenuti); uno sul Notav che ha ottenuto 51 favorevoli, 174 contrari, 34 astenuti; uno sul reclutamento, 20 favorevoli, 206 contrari, non hanno contato gli astenuti., uno sul testo unico ha ottenuto 30 favorevoli, 197 contrari, 1 astenuti. Mentre quello sul governo Renzi che pure si limitava a una debole e inconsistente critica sia sul piano politico che su quello economico e sociale, è stato assunto dalla commissione politica per sottrarlo alla votazione del Congresso. Una conferma lampante che Renzi non si può toccare e tantomeno criticare.
Mentre i documenti politici conclusivi sono stati votati in contrapposizione. Il documento alternativo ha ottenuto 20 voti favorevoli ossia più dell'area dichiarata se si tiene conto che al momento del voto alcuni delegati della mozione due erano già partiti. Gli astenuti a entrambi i documenti sono stati 14 molto probabilmente riconducibili all’area ex-CGILchevogliamo forse perché insoddisfatti della spartizione di posti e poltrone.
Ma c'è da dire che subito dopo la relazione e fino alle votazioni finali la sala del Congresso è rimasta praticamente semivuota e tutti i giochi e la spartizione delle poltrone è avvenuta nelle varie commissioni con accordi sottobanco e un vergognoso mercimonio fra le varie correnti. Gli interventi sono stati ascoltati pochissimo e spesso i delegati chiamati ripetutamente a parlare risultavano assenti. Il confronto non è quindi avvenuto nel dibattito congressuale, alla luce del sole, ma spesso gli accordi e le decisioni sono state prese nei corridoi e tra i tavolini del bar dai boss politici e sindacali.
Il compagno Panzarella parteciperà, come invitato con diritto di intervento, al congresso nazionale della CGIL.
Al termine della seconda giornata congressuale abbiamo assistito alla grave intimidazione fascista dei carabinieri a due diffusori del PMLI che diffondevano un volantino del Partito contro il governo Renzi e di cui diamo notizia a parte.
16 aprile 2014