Fuori l'Italia dall'Ue
L'Unione europea imperialista non si può cambiare. Va distrutta. Astieniti per delegittimarla e isolare le sue istituzioni e i suoi governi
Solo il socialismo può realizzare l'Europa dei popoli
Il 25 maggio si terranno le elezioni del parlamento europeo e, per la prima volta, del presidente della Commissione europea. Prima di decidere come votare, ogni elettrice e ogni elettore cosciente dovrebbe porsi la seguente domanda: Cosa è l'Unione europea (Ue) e qual è il suo scopo? Essa è una coalizione di Stati borghesi e di monopoli, cioè la concentrazione e la centralizzazione della produzione e del capitale nelle varie branche dell'industria, dell'agricoltura, del commercio, dei trasporti, ecc., il cui scopo è quello di curare gli affari e gli interessi dei monopoli europei, in concorrenza con i monopoli dei paesi delle altre regioni, per accrescere il loro potere economico, finanziario, commerciale e politico. Pronta a fare anche la guerra imperialista per accaparrarsi zone di influenza, mercati e materie prime.
L'Unione europea è quindi una superpotenza imperialista nemica dei popoli dei paesi più deboli e degli stessi paesi che ne fanno parte. Non l'hanno certo creata i popoli europei, altrimenti non patirebbero la politica di lacrime e sangue e dell'austerità che essa ha imposto loro per far uscire il capitalismo dalla crisi in atto dal 2008. Altrimenti non ci sarebbero 120 milioni di poveri, 26 milioni di disoccupati e il 60% della ricchezza detenuta dal 10% della popolazione.
Le istituzioni dell'Unione europea non sono altro che la sovrastruttura del sistema economico capitalista europeo di cui difendono gli interessi. Sul piano politico esse contano relativamente in quanto il potere politico è concentrato nelle mani del Consiglio dei capi di Stato e di governo.
Il parlamento europeo è solo un orpello per dare l'illusione che esiste una istituzione rappresentativa dei popoli europei. Non dispone infatti di poteri di indirizzo politico e di iniziativa legislativa. Approva il bilancio, escluso però quando si tratta di adottare le “disposizioni relative al sistema”. Conta talmente poco che è stato persino estromesso dalle trattative in corso tra l'Ue e gli Usa per un accordo di libero scambio denominato in sigla TTIP che dà tutto in mano alle multinazionali e alla finanza distruggendo i servizi pubblici e le piccole e medie aziende.
L'elezione per la prima volta del presidente della Commissione europea viene presentata come una democratizzazione dell'Unione, in realtà è solo uno specchietto per attirare alle urne l'elettorato che non ha fiducia nello Stato delle multinazionali e della finanza europee. L'elezione del presidente della Commissione europea nella pratica non potrà cambiare nulla in quanto l'articolo 102 del trattato di Maastricht del 1993 ha costituzionalizzato il primato della competitività nel mercato su qualsiasi altra cosa. Il che vuol dire che ogni decisione dei governanti e delle istituzioni europee deve essere subordinata alle necessità dell'economia capitalista dell'Ue.
Che vinca il destro Juncker o il socialdemocratico di destra Schulz o il socialdemocratico di sinistra Tsipras, nessuno di essi potrà sottrarsi a questa norma. Tanto più che non hanno alcuna intenzione di mettere in discussione il capitalismo europeo e la sua sovrastruttura istituzionale.
Il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord fanno un gran baccano sull'uscita dall'euro per attirare alle urne l'elettorato scettico verso l'Ue, ma sfuggono al problema vero che è quello di fare uscire l'Italia dall'Ue. La sovranità monetaria non basta, e da sola potrebbe essere controproducente per le masse, occorre invece battersi per la totale sovranità e indipendenza nazionale dall'Ue. Solo questo creerebbe migliori condizioni per lo sviluppo della lotta di classe contro il capitalismo, per il socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato.
I marxisti-leninisti italiani non sono nazionalisti, bensì internazionalisti. Come ha detto Lenin, il 28 dicembre 1919, “Aspiriamo alla stretta alleanza e alla fusione completa degli operai e dei contadini di tutte le nazioni del mondo in una unica repubblica sovietica mondiale”
. Ma per arrivare a questo bisogna distruggere in tutti i paesi il capitalismo e il suo Stato borghese, compresa l'Ue, che anche se fosse riformabile continuerebbe a sfruttare e opprimere i popoli, a essere razzista e antimigranti e a fare unicamente gli interessi dei monopoli e della borghesia.
Tirando le somme, la scelta elettorale di fondo del 25 maggio è tra sostenere l'Unione europea imperialista, votando i partiti della destra e della “sinistra” borghese, oppure opporsi a essa con il voto astensionista, non recandosi alle urne o annullando la scheda o lasciandola in bianco.
Non c'è altro voto che quello astensionista per delegittimare l'Ue e isolare le sue istituzioni e i suoi governi. Non c'è altro voto che quello astensionista per esprimere la convinzione che solo il socialismo può realizzare l'Europa dei popoli.
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
Il Comitato centrale del PMLI
Firenze, 12 aprile 2014