La 4ª Sessione allargata del 5° Comitato centrale del PMLI rappresenta una importante vittoria del Partito e delle masse
Il PMLI si dimostra una rossa fucina per la cultura del proletariato
Dice bene Scuderi che a vincere non sono i singoli ma il gioco di squadra. Il Partito ha bisogno degli intellettuali del popolo ma anche loro hanno bisogno del Partito
Il Rapporto di Scuderi dimostra che il PMLI è un partito solido, organizzato, deciso e compatto

 
 
Un partito solido, organizzato, deciso e compatto. Ecco cosa emerge dalla lettura del Rapporto del Segretario Generale compagno Giovanni Scuderi in occasione della 4a sessione allargata del 5° comitato centrale del PMLI.
Un resoconto attento e puntuale, chiaro in ogni suo passaggio senza alcun inutile giro di parole. I politicanti borghesi imbrogliano le carte e utilizzano ogni sotterfugio per ingannare le masse, non così il PMLI ! Il rapporto mostra la reale situazione del Partito senza alcuna sbavatura idealista. Un buon marxista-leninista, e Scuderi è un maestro in questo campo, deve sempre essere sincero, semplice ed esporre i fatti per come sono e non per come si vorrebbero che fossero. All’interno del PMLI tutto fila liscio senza intoppi? Non sussistono problemi organizzativi e politici? Crederlo sarebbe idealismo se non addirittura palese malafede! Come diceva il Mao: “Noi non crediamo a niente altro se non alla scienza, ciò significa che non bisogna avere miti. Sia per i cinesi che per gli stranieri, si tratti di vivi o morti, ciò che è giusto è giusto, ciò che è sbagliato è sbagliato, altrimenti si ha il mito.”  
Non bisogna quindi farsi un “mito” del Partito, bensì rimboccarsi le maniche per rinforzarlo e difenderlo così da farne un vero Gigante Rosso.
Scuderi non esita a “mettere sul tavolo”, citandoli uno ad uno, i problemi sorti in questi anni, i compagni che hanno tradito così come le difficoltà incontrate. Alcune sono state risolte positivamente e in modo dialettico, altre si sono invece rivelate di carattere antagonistico. Il Partito continuerà a fare tutto ciò che occorre per tenere le file serrate e per risolvere in modo dialettico le contraddizioni interne. Chi del resto non sbaglia? Unità-critica-unità, critica ed autocritica, ammettere serenamente i propri sbagli e non commetterli più, ecco dei punti cardine di un buon marxista-leninista. Se invece le contraddizioni interne sono antagonistiche? Se non si ha a che fare con un compagno in buona fede che sbaglia ma con un nemico del Partito che volontariamente intende fare danni? Un Partito come il PMLI deve temere una simile situazione? No, non deve temerla. La struttura leninista ed il centralismo democratico sono il migliore anticorpo a questi germi. I nemici possono e devono essere cacciati così da essere messi in condizione di non nuocere. Lenin affermava che: “Epurandosi un partito si rafforza.” Lo stesso, in situazioni non risolvibili dialetticamente, può e deve valere anche per il PMLI.
Il Partito, anche su questo preciso punto Scuderi non ha davvero peli sulla lingua, deve ancora risolvere tre importanti problemi che ne ostacolano la crescita. Se da un punto di vista ideologico il Partito è un Gigante Rosso tale non lo è purtroppo ancora nel corpo. Il PMLI versa in difficoltà economiche poiché a differenza dei partiti borghesi, ben ingrassati dai capitalisti, è esclusivamente autofinanziato. Terminata una sua attività esterna ora sopravvive solo grazie ai contributi dei militanti e dei simpatizzanti. Ciascuno di noi può e deve contribuire al suo finanziamento.
Può un Partito marxista-leninista crescere e svilupparsi tra le masse senza un cervello rosso che ne coordini, sulla base del centralismo democratico, il corpo? No, non può. Per avere finalmente un corpo da Gigante Rosso il Partito deve potere disporre, oltre ad adeguate risorse economiche, anche di un Centro con più dirigenti impegnati a tempo pieno per il Partito. Nello stesso tempo questo Gigante Rosso deve radicarsi tra le masse ed inserirsi in ogni movimento di resistenza al capitalismo ed alle sue corrotte istituzioni borghesi.
Scuderi delinea in modo chiaro i problemi ed in modo altrettanto chiaro il modo per risolverli: un maggior impegno, una maggiore dedizione ai propri compiti ed una attenta e costante vigilanza rivoluzionaria per salvaguardare il Partito e difenderlo dai suoi nemici. Lavorare meglio concentrandosi sulle priorità insomma, questo a partire dai dirigenti nazionali. Scuderi a differenza dei segretari dei partiti borghesi non tira le file cominciando dal basso, bensì dall’alto! I primi a doversi impegnare sono i compagni dirigenti che possono e devono essere un esempio di militanza marxista-leninista per i militanti ed i simpatizzanti attivi. Nel PMLI l’anzianità non fa grado. A differenza dei partiti borghesi o dei sedicenti partiti comunisti (falsi comunisti!) un ruolo dirigenziale nel PMLI non è un trampolino di lancio per una carica pubblica lautamente stipendiata, per uno scranno al parlamento o per un ruolo dirigenziale in una società partecipata. Nulla di tutto ciò, avere un ruolo dirigenziale non comporta onori e prebende di alcun tipo. Tutto ciò non solo non costituisce un ostacolo ma è anzi il miglior terreno di prova per selezionare i dirigenti marxisti-leninisti che non devono cercare nulla per se stessi ma tutto per il Partito!
Il compagno Scuderi, impareggiabile rivoluzionario marxista-leninista, così come non nasconde i problemi e le difficoltà del Partito nello stesso modo illustra i successi e le vittorie conseguite. Se l’autoreferenzialità e l’idealismo sono nemici del Partito anche la falsa modestia è assolutamente pericolosa! In un bilancio critico devono essere presenti gli errori ed i problemi così come i meritati successi. Occorre conoscere in modo completo gli ottimi risultati ottenuti così da poterli emulare e… migliorare!
Nonostante le enormi difficoltà il Partito ha conseguito e sta conseguendo importantissimi successi. In ogni manifestazione di massa spiccano sempre le rosse bandiere del PMLI. Le avanguardie rosse del Partito sono sempre in prima fila nel lanciare le parole d’ordine e nell’essere il primo punto di riferimento delle masse avanzate. In ogni iniziativa i compagni del Partito hanno saputo dare il meglio senza alcun inutile protagonismo individuale tanto caro ai trotzkisti ed agli anarchici. A vincere non sono i singoli individui ma le squadre. È il gioco di squadra a produrre risultati e, come ha brillantemente sintetizzato il compagno Scuderi, il giocatore che passa la palla a chi fa goal ha la stessa importanza del compagno che marca la rete. Questa semplice regola vale perfettamente anche nel Partito. Nessuno da solo può farcela, anzi…..da soli l’unica cosa che si riesce a fare bene senza nessun intoppo è….sbagliare! Nessuna questione deve essere lasciata nelle mani di individui soli in quanto è il lavoro collettivo che premia. Come Stalin ebbe a dire allo scrittore tedesco Emil Ludwig: “Individualmente non si può decidere. Le decisioni individuali sono sempre o quasi sempre decisioni unilaterali. In ogni collegio, in ogni collettivo si hanno uomini con l’opinione dei quali occorre fare i conti. In ogni collegio, in ogni collettivo si hanno uomini che possono esprimere anche opinioni errate. Sulla base dell’esperienza di tre rivoluzioni noi sappiamo che, all’incirca, su cento decisioni individuali non verificate e non corrette collegialmente, novanta di queste decisioni sono unilaterali.”
Il Comitato Centrale del PMLI, debitamente ripulito dagli elementi non marxisti-leninisti ha, con le sue commissioni, prodotto una mole enorme di studi e di analisi a carattere politico, storico ed economico. Tutte tematiche importanti strettamente connesse a temi di attualità. Nessuna vuota retorica propria degli scienziati borghesi, integerrimi baroni della cultura borghese e nel contempo servi senza ritegno nel difendere il capitalismo e la sua sovrastruttura statale da cui ricevono laute prebende. Quando si parla di cultura non bisogna mai dimenticare che esistono due culture: quella borghese (il liberalismo e l’idealismo) e quella proletaria (il marxismo-leninismo-pensiero di Mao). Mao affermava: “Nella società divisa in classi, ogni individuo vive come membro di una determinata classe e ogni pensiero, senza eccezione, porta un'impronta di classe.” Tenendo bene a mente questa netta distinzione il PMLI si è dimostrato una rossa fucina della cultura del proletariato! Oltre agli importantissimi documenti su temi di primo piano quali il governo Renzi, i giovani ed il precariato, Il Bolscevico ogni settimana è, con i suoi articoli, una rossa stella polare che indica la strada per il socialismo. Ciascuno di noi può e deve trasformarsi in una Penna rossa e collaborare con esso!
Il compagno Scuderi nel suo Rapporto ringrazia gli intellettuali del popolo che collaborano con Il Bolscevico, augurandosi che presto sappiano trasformarsi in Penne rosse al servizio del Partito. Gli intellettuali del popolo sono utili in quando dimostrano come anche i non-membri del Partito possano dare il loro contributo, modesto ma volontario, per conquistare l’Italia unita, rossa e socialista. Un rapporto unidirezionale? Un intellettuale del popolo al servizio del Partito dà senza nulla ricevere? No, le cose non stanno affatto così. Collaborare con Il Bolscevico implica mettere in gioco le proprie convinzioni, le proprie idee ed i propri errori. Cimentandosi nell’emulare le Penne rosse che scrivono gli splendidi articoli rossi non si può fare altro che prendere coscienza dei propri difetti e, poco alla volta, trasformare se stessi.
Il compagno Scuderi nel suo Rapporto indica anche il prossimo importantissimo obiettivo per il Partito: le vicine elezioni amministrative ed europee. Con l’arma dell’astensionismo, tattico per le elezioni amministrative e strategico per quelle europee, le masse possono e devono delegittimare le istituzioni borghesi. Ciascuno di noi deve capire fino in fondo che la sovrastruttura statale, sia essa quella del più piccolo comune così come quella del parlamento di Strasburgo, non è altro che il prodotto della base economica che la ha generata: il capitalismo. Il potere statale e comunitario non sono altro che strumenti al soldo delle banche, dei potentati economici, dei grandi monopoli e dei capitalisti. La macchina statale borghese è il mezzo con cui la base economica capitalista si assicura la pace sociale e con cui la classe dominante piega le altre classi. Questa macchina non può essere cambiata, neppure in minima parte, con il voto.
Fermo restando la netta distinzione tra astensionismo tattico e strategico, rispettivamente per le elezioni a carattere nazionale e quelle europee, in questo ben preciso momento storico il voto astensionista, anticapitalista e per il socialismo è l’arma giusta da usare. Le masse devono disertare le urne oppure annullare la scheda o lasciarla in bianco senza farsi attrarre dalla chimera del “voto utile” da dare al “meno peggio”.
Nessun voto parlamentare, che questo ci entri bene nella testa, potrà mai fare la differenza, o semplicemente incidere, sulla direzione della locomotiva Stato borghese, il capitalismo ne ha gettato le rotaie obbligandola ad un unico percorso. Le rotaie solidamente sistemate costringeranno sempre la locomotiva a proseguire il suo percorso caratterizzato dal dominio della classe borghese, dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dal razzismo e dal fascismo. Anche un nuovo macchinista come il socialdemocratico di sinistra Tsipras non potrebbe (ammesso che ne avesse l’intenzione) fare nulla per cambiarne il tragitto. Astenendosi le urne le masse otterranno l’unico importante risultato: quello di levare il combustibile alla locomotiva Stato borghese così da costringerla a fermarsi prima o poi! Favorendo l'assalto della rivoluzione socialista.

23 aprile 2014