Gli fanno da megafono “Il Corriere della sera” e “Il Messaggero”
Il superpoliziotto Alfano minaccia la chiusura “preventiva del centro di Roma”
il campidoglio del neopodestà “democratico” Marino approva dal PD al M5S all'unanimità una mozione che vieta i cortei nel centro
Non gli basta criminalizzare la protesta; non gli basta giustificare le manganellate contro migliaia di manifestanti con decine di feriti e arresti indiscriminati: adesso il governo del Berlusconi democristiano Matteo Renzi minaccia perfino la chiusura “preventiva del centro di Roma” ai cortei col chiaro obiettivo di soffocare con la violenza il dissenso e qualsiasi manifestazione di protesta contro il governo e la sua politica di lacrime e sangue, esattamente come avveniva durante il ventennio fascista.
L'ulteriore giro di vite di stampo mussoliniano contro la libertà di espressione e il diritto democratico di libera manifestazione ancora formalmente sanciti dalla Costituzione, ormai ridotta a brandelli, lo ha invocato il ministro degli Interni Angelino Alfano durante la conferenza stampa indetta nella sede del Ncd in seguito alla brutale repressione di massa attuata dalle “forze dell'ordine” contro la manifestazione nazionale del 12 aprile e lo sgombero di un edificio occupato a Roma in zona Montagnola del 16 aprile a cui hanno fatto seguito altri sgomberi nei giorni seguenti all’ex Hertz, di via delle Acacie a Centocelle, e a Tor Carbone.
Il superpoliziotto del Viminale non solo ha difeso a spada tratta i manganellatori in divisa responsabili dei pestaggi sulla base di inaccettabili “teorizzazioni” circa la liceità “democratica” delle violenze e la necessità di reprimere brutalmente il conflitto sociale, ma si è spinto a sconfessare il suo viceministro Filippo Bubbico e perfino il capo della polizia Alessandro Pansa che, opportunisticamente, avevano blandamente stigmatizzato qualche episodica violenza dei poliziotti.
“Se c’è qualcuno che sbaglia se ne occupano le autorità competenti” tuona Alfano agitando un paio di foto che ritraggono alcuni “manifestanti incappucciati” che cercano di difendersi dalla brutale carica dei poliziotti. “Questi sono i bravi ragazzi che si battono contro la precarietà?” ironizza “Che cosa si vuole dai nostri poliziotti, che dicano prego accomodatevi? O che difendano le nostre città?”. Di fronte a tutto ciò, minaccia Alfano: “Non è più accettabile il tentativo di saccheggio della città di Roma, non lo permetteremo più... Non vorremmo che ci costringessero a vietare a queste manifestazioni l'ingresso ai centri storici delle nostre città. Abbiamo già impedito tre volte che questo accadesse a Roma". Non contento, Alfano rispedisce al mittente anche l'ipotesi di attribuire ai poliziotti, come avviene ormai ovunque in Europa, un codice identificativo in modo da poter individuare subito gli agenti che si macchiano di violenze e provocatoriamente aggiunge: “Se questi sono i manifestanti mettiamolo a loro l'identificativo”.
D’accordo con il ministro degli Interni si dicono non solo i sindacati di polizia Siulp, Sap e Anfp, ma anche tutte le cosche parlamentari del regime neofascista, dal PD al Movimento 5 stelle, e la stampa di regime con alla testa “Il Messaggero” e il “Corriere della Sera”.
Il 23 aprile infatti il Consiglio del Municipio I di Roma ha approvato una mozione per rivedere i percorsi dei cortei nelle vie del centro, mozione presentata nei giorni scorsi dal consigliere della Lista Civica Marchini Lucio D’Ubaldo e votata all'unanimità, fatta eccezione per i consiglieri di Sel, da PD, Lista Civica Marino, Nuovo Centro Destra, La Destra, Fratelli D’Italia e Movimento 5 Stelle, tutti concordi sulla necessità di tutelare il centro storico di Roma chiudendo le porte alle manifestazioni. Alla faccia della vantata diversità del M5S rispetto agli altri partiti.
Lo stesso giorno, “Corriere” e “Messaggero”, hanno pubblicato, rispettivamente, un'intervista ad Alfano e un editoriale di Antonio Polito, in cui di fatto si invoca l'istituzione di un vero e proprio stato di polizia e si istiga allo squadrismo fascista contro i movimenti in lotta soprattutto in vista della grande manifestazione nazionale del prossimo 17 maggio contro il fiscal compact, il pareggio di bilancio in Costituzione e la privatizzazione e per i beni comuni promossa dal forum italiano dei movimenti per l’acqua. Una campagna stampa di chiaro stampo mussoliniano per cui chi protesta è un “terrorista” pronto a “devastare” e a “saccheggiare” il centro di Roma che, quindi, deve essere assolutamente “chiuso”, e il suo accesso deve essere vietato “preventivamente”.
Non è la prima volta che la destra prova a limitare il diritto di manifestare. Un tentativo analogo lo fece ad esempio nel 2011 anche l'ex neopodestà di Roma, Gianni Alemanno, che fece approvare due ordinanze, poi cancellate dal Tar del Lazio, che limitavano i cortei a determinati quartieri della Capitale.
Oggi ci riprova Alfano, segno evidente che con Matteo Renzi, la reincarnazione moderna e tecnologica di Berlusconi e Mussolini, il sogno della vecchia destra fascista e piduista di controllare e repimere le manifestazioni di piazza è a un passo dalla sua completa realizzazione.
30 aprile 2014