Documento della Cellula “Stalin” di Prato
Perché Prato sia governata dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo
NON VOTARE I PARTITI BORGHESI AL SERVIZIO DEL CAPITALISMO
Delegittimiamo le istituzioni rappresentative borghesi
Astieniti. Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

In occasione delle elezioni amministrative del 25 maggio i marxisti-leninisti pratesi invitano le elettrici e gli elettori a delegittimare i partiti del regime neofascista negando il proprio consenso alle varie cosche parlamentari e ai loro rispettivi candidati a sindaco disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco.
Da queste elezioni le masse popolari pratesi non avranno alcun vantaggio qualunque sia il candidato che risulterà vincente. Le urne servono solo per decidere se sarà la destra o la "sinistra" borghese a governare per i prossimi cinque anni il Comune. E tutto sarà fatto nell’esclusivo interesse della borghesia locale, dei padroni, della grande distribuzione e speculazione immobiliare.

Bilancio della giunta Cenni
Dopo 60 anni di governo ininterrotto della cosiddetta “sinistra”, abbiamo assistito negli ultimi 5 anni al completo fallimento della coalizione di “centro-destra” guidata dal neopodestà berlusconiano Cenni che ha pensato solo a salvarsi dai suoi guai economici e giudiziari e non ha mosso un dito per salvare il distretto tessile e manifatturiero dalla devastante crisi economica e finanziaria che dal 2001 e poi ancora dal 2008 si è abbattuta sulle masse popolari e lavoratrici senza soluzione di continuità con decine dimigliaia di licenziati, cassintegrati, precari e record assoluto di povertà e disoccupazione.
Cenni è stato un'autentica iattura per le masse popolari pratesi a cui lascia in eredità un bel “regalo” di 24 milioni di buco e un bilancio di previsione che impone tra 2014-2015 tagli alla spesa per altri 8,2 milioni di euro e maggiori entrate (leggi tasse) per 16,2 milioni. A essere colpiti sono soprattutto la casa, asili nido, sanità, scuole, cultura e sport con forti e ulteriori aumenti delle rette, tagli alle supplenze negli asili nido e materne comunali da cui ogni anno vengono esclusi centinaia di bambini costretti a iscriversi alle private. Ci sarà un maggiore incasso della Tari (la tassa sui rifiuti) di 2,7 milioni, di Imu/Tasi di 9 milioni, di oneri di urbanizzazione di 4,5 milioni. L’Imu su tutti gli immobili che non siano la prima casa passa dallo 0,96% all’1,06%. Mentre per la Tari oltre all’aumento del 6,5% è previsto un ulteriore ritocco della aliquota entro il 2014. Inoltre la giunta Cenni ha approvato un Piano strutturale che prevede il cambio di destinazione d’uso di ben 7 milioni di metri quadrati di terreni agricoli. Insomma una stangata senza precedenti per le masse popolari che grida vendetta al cospetto dello scandaloso “incarico di promotore culturale” da 70 mila euro più Iva regalati da Cenni a Vittorio Sgarbi con la torbida pratica dell'affidamento diretto e fiduciario da parte del sindaco il 24 aprile 2014.

Disoccupazione e povertà in aumento
Nella provincia di Prato, da gennaio a marzo 2014 si è registrato un incremento di quasi il 4% delle ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps, mentre nel primo trimeste 2014 sono stati 1.400 i lavoratori interessati dalla cassa integrazione in deroga.
Nel corso del 2013 gli occupati sono diminuiti dell' 1,5% rispetto all'anno precedente e di conseguenza la disoccupazione ha superato il livello record del 7% con un incremento del 2,3% su base annua. A farne le spese sono soprattutto i giovani (15–24) anni il tasso di disoccupazione è del 41,9%, di gran lunga superiore alla media regionale (28,9%) ma anche alla media italiana (35,3%). Tra questi spicca il 15,3% dei cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training) ossia giovani “scoraggiati” tra i 15 e i 29 anni che non hanno un’occupazione e non svolgono un’attività di studio o formazione perché ormai disperano di trovare un lavoro.
Secondo i dati raccolti dalla Caritas tra il 2012 e i primi sei mesi del 2013 i poveri sono aumentati del 3,4% in gran parte disoccupati, padri di famiglia tra i 35 e 45 anni, con un basso livello di istruzione e quindi con poche possibilità di trovare un nuovo lavoro.
Di pari passo si è aggravata anche la drammatica situazione abitativa con gli sfratti esecutivi che sono cresciuti negli ultimi anni in maniera esponenziale tant'è che Prato risulta essere la provincia toscana con il maggior numero di sfratti per morosità in proporzione al numero di abitazioni in affitto e in relazione al numero delle famiglie residenti. Nel 2010 la media era di uno sfratto ogni 266 famiglie (in Toscana uno ogni 610 famiglie).
A farne le spese sono anche i piccoli artigiani e i lavoratori autonomi titolari di piccole ditte a conduzione familiare vittime di fallimenti a catena che accusano i grandi industriali di aver spostato gran parte della produzione all’estero dove la mano d’opera costa meno e l’evasione fiscale è più facile da praticare.

Viabilità infrastrutture
A fare da contraltare alla declassata, completamente rifatta e fornita di ponti e sottopassi per favorire al massimo l’afflusso verso le centrali del consumismo sparse nella direttrice Pistoia-Firenze, a cui presto si aggiungerà anche il nuovo centro commerciale di Pratilia, c’è la viabilità cittadina che è ridotta a un enorme gruviera e langue in uno stato di completo abbandono. Per non parlare della sopraelevata al Soccorso un'opera dannosa del costo di 16 milioni di euro che Cenni ha imposto letteralmente sulla testa dei residenti infischiandosene delle proteste e che certo non risolve i problemi di viabilità e del traffico. Il sistema di trasporto pubblico urbano e interurbano è al collasso. Il fallimento della LAM (Linee ad alta mobilità) avviato dalla precedente giunta di “centro-sinistra” è sotto gli occhi di tutti ma all'orizzonte non si intravede nessun progetto di ptenziamento delle linee e del servizio che praticamente termina al calar della sera.
Sono state spese ingenti risorse pubbliche per progettare avveniristici “grattacieli” e “torri del vento” mentre il piano di ristrutturazione e rilancio del Museo Pecci costato milioni di euro pubblici sarà dato in mano ai privati che ne gestiranno i servizi e a pagare il conto saranno una decina di lavoratori considerati in “esubero”.

Immigrazione
Il dilagare del lavoro nero, precario e senza nessuna tutela sindacale favorisce il proliferare delle aziende illegali in gran parte in mano a padroni cinesi da cui però traggono grande profitto anche i capitalisti nostrani che sempre più spesso sfruttano e attingono al grande mercato di manodopera e ai servizi a basso costo offerti dagli immigrati. Il forte flusso migratorio in pochi anni ha dato vita a un vero e proprio distretto “parallelo” con un giro d’affari di decine di miliardi di euro frutto del bestiale supersfruttamento di manodopera clandestina pagata un euro all'ora come ha purtroppo confermato la strage di schiavi cinesi alla confezione Teresa Moda dove lo scorso 1° dicembre sono morti bruciati sette operai che vi lavoravano.
Buona parte degli immigrati cinesi lavorano per conto terzi nel settore delle confezioni subendo condizioni di lavoro bestiali che non risparmiano nemmeno i bambini. La comunità cinese è vittima di un'odiosa campagna razzista e xenofoba sfociata in varie aggressioni e provvedimenti repressivi con veri e propri rastrellamenti ordinati da Cenni per mano del suo assessore-sceriffo alla Sicurezza Aldo Milone. Non se la passano meglio gli altri immigrati albanesi, nigeriani, pakistani, marocchini e Rumeni che vivono di stenti e ammassati in fabbricati fatiscenti.

La nostra proposta astensionista
Insomma, cambiano i suonatori, ma in Piazza Del Comune la musica è sempre la stessa: condizioni di vita e di lavoro peggiori, corruzione, clientelismo, infiltrazioni mafiose, sprechi, privatizzazioni di tutti i servizi pubblici, anche i più essenziali come l'acqua, il gas e le farmacie comunali, tasse e tariffe sempre più esose, abbandono delle periferie urbane, scuole fatiscenti, strade piene di buche e pericolose, mancanza di case, cementificazioni selvagge, deturpazione dell'ambiente e del territorio, militarizzazione della città e mano libera ai neofascisti di Forza Nuova di aprire sedi, di tenere provocatorie manifestazioni pubbliche inneggianti al fascismo, contro i partigiani e la Resistenza.
Sul piano elettorale l’astensionismo rappresenta una potente arma di lotta e oggettivamente esprime un voto in difesa degli interessi della classe operaia, dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei pensionati a basso reddito, delle masse femminili, degli studenti e delle nuove generazioni contro la macelleria sociale dei governi locali e i piani piduisti e fascisti del governo Renzi.
Il voto astensionista marxista-leninista è un’aperta dichiarazione di guerra al capitalismo e di schieramento militante col socialismo, che delegittima, isola, indebolisce e disgrega le istituzioni rappresentative borghesi e i partiti che le appoggiano e ne fanno parte.
Ma l’impegno dell’astensionista marxista-leninista non può certo finire col voto astensionista, va continuato giorno dopo giorno, senza mai stancarsi, battendosi in prima fila nella lotta di classe nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università, nelle piazze. Sul piano politico e organizzativo ciò non è però sufficiente. Da tempo proponiamo all’elettorato di sinistra fautore del socialismo, quindi anche a chi non è astensionista, di creare in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti – compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni – che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime. Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini – eleggibili fin dall'età di 16 anni – devono essere rappresentati in maniera paritaria. I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
In lizza ci sono nove candidati alla poltrona di sindaco, uno in più rispetto a 5 anni fa, sostenuti da ben 24 liste, 5 in più rispetto alla precedente consultazione.
Un record di liste e candidati senza precedenti, ma nessuno di loro ha le carte in regola per meritarsi la fiducia delle elettrici e degli elettori pratesi.
Non la merita il candidato del “centro-sinistra” Matteo Biffoni sostenuto da sette liste (Pd, Sel, La Città per Noi, Rc-Fds, Scelta civica, Idv) che ha imbarcato di tutto: fascisti, trasfughi del centro-destra e ex sostenitori di Cenni, tra cui Salvatore Giaquinta, esponente dalla Destra-Fiamma tricolore; Massimo Taiti, presidente della Circoscrizione Centro per il centro-destra e 5 anni fa convinto sostenitore di Cenni con la Lista Taiti per Prato; Adamo Guerriero, consigliere del Pdl fino a qualche giorno fa e Salvo Ardita, ex segretario dell’Italia dei Valori.
Roberto Cenni sarà sostenuto da nove liste (Prato con Cenni, Forza Italia, Udc, Lega Toscana, Milone, Fratelli d'Italia, Alleanza sociale per Prato, Lega Nord, Io Cambio) che mette insieme la peggiore feccia berlusconiana in camicia nera e si allarga fino ai neofascisti di CasaPound e Forza Nuova.
Mario Tognocchi sarà sostenuto da due liste (Scaricare tutto tutti e lista Associazioni per Scaricare tutto tutti), una lista ciascuno per Emiliano Bonini (Indipendenti per Prato e Fare per fermare il declino), per Riccardo Bini (La città forte), per Carlo La Vigna (Ncd e Idee per Prato), per Mariangela Verdolini (M5S), per Gisberto Gallucci (Partito Umanista) e per Alessandro Rubino (Prato Viva).

Cellula “G. Stalin” di Prato del PMLI
Prato, 4 maggio 2014