Primo Maggio di scontri in Turchia
Giovani e lavoratori sfidano il divieto di Erdogan di manifestare nelle piazze simbolo della rivolta antigovernativa
Dallo scorso anno il premier Recep Tayyip Erdogan ha vietato le manifestazioni anche in occasione del Primo Maggio nelle grandi piazze simbolo della rivolta antigovernativa, Taksim a Istanbul e Kizilay ad Ankara. Un divieto che doveva essere garantito da un massiccio schieramento di polizia in tenuta antisommossa attorno alle piazze e a Istanbul da una blindatura di tutta la città. Ma le confederazioni sindacali di base Disk e Kesk erano decise a sfidare il divieto e hanno organizzato i cortei che sono sfilati fino ai posti di blocco e affrontato le cariche della polizia.
Migliaia di manifestanti a Istanbul sono riusciti a superare i posti di blocco della polizia che impedivano ai pullman dei sindacati di avvicinarsi al centro della città e riuscivano a raggiungere a piedi i due concentramenti previsti a Besiktas e nel quartiere di Sisli, davanti alla sede della Disk, da dove è partito il corteo diretto a Taksimcon alla testa lo spezzone degli operai delle fabbriche occupate Kazova, Greif e Fenis.
Il corteo è arrivato fino a via Halaskargazi, una delle principali arterie della città, sbarrata dagli agenti che non appena i manifestanti si sono avvicinati al grido di “questo è solo l’inizio, la lotta continua”, che è stato anche lo storico slogan del movimento per la difesa del parco Gezi, hanno fatto partire le cariche sostenute da un fitto lancio di lacrimogeni e da getti d’acqua urticante lanciati dai blindati. I manifestanti si sono spostati nelle vie laterali e ingaggiato scontri proseguiti per diverse ore.
La stessa sequenza si è ripetuta nella capitale Ankara dove 5 mila agenti hanno blindato Piazza Kizilay impedendo con la forza ai manifestanti di avvicinarsi e a Izmir.
Secondo l’Associazione dei giuristi progressisti (Chd) ci sono stati oltre un centinaio di feriti tra i quali almeno 50 manifestanti colpiti da proiettili di gomma e lacrimogeni sparati ad altezza uomo e 266 arresti. Le cariche della polizia hanno preso di mira anche giornalisti e fotoreporter che documentavano la repressione.
I sindacati volevano arrivare con i cortei in Piazza Taksim anche per ricordare la strage dei lavoratori dell'1 Maggio 1977 quando cecchini mai identificati aprirono il fuoco dal tetto di un hotel e 34 manifestanti persero la vita. Un eccidio che preparò la strada al golpe del 1980. I lavoratori erano in piazza per ricordare quello che in Turchia è conosciuto come il “primo maggio di sangue” e per chiedere maggiori diritti sindacali e un salario più alto, diritti negati dal governo neoliberista di Erdogan. La Turchia di Erdogan sta salendo nella classifica dei paesi economicamente più forti grazie al supersfruttamento dei lavoratori.
7 maggio 2014