Lacrime di coccodrillo di Napolitano. Vuoti comizi della Camusso, Bonanni e Angeletti che non hanno avuto nemmeno il coraggio di chiamare per nome Renzi
Lavoro, lavoro, lavoro gridano le piazze del 1° Maggio
A Taranto manifestazione per il lavoro, la salute e l'ambiente. Il cantante Pelù denuncia Renzi come “il boy scout di Gelli”. A Torino la polizia carica i manifestanti per difendere il PD contestato. A Pontassieve (Firenze) un operaio della Colacem porta la bandiera del PMLI fin sotto il palco dei comizi. A Firenze il PMLI assieme ad altre forze politiche, sindacali e sociali nelle piazze dell'Isolotto e dei Ciompi
Il PMLI da Milano a Catania invita il proletariato a lottare per il potere politico e il socialismo

Centinaia di migliaia di operai, lavoratori, compresi i precari, disoccupati, giovani, pensionati, sono scesi in piazza in tutta Italia per celebrare la Giornata Internazionale dei lavoratori. Quest'anno la rivendicazione principale che si è levata a gran voce è stata la richiesta di lavoro. Dalle grandi città ai piccoli paesini i lavoratori e le masse popolari hanno manifestato tutta la loro insofferenza per i sacrifici a cui sono sottoposti a causa della crisi capitalistica che perdura ormai da sei anni e che ha impoverito milioni di famiglie e gettato sul lastrico tantissimi lavoratori.
In tante manifestazioni abbiamo potuto vedere come il Berlusconi democristiano Renzi non gode di quel sostegno plebiscitario che gli attribuiscono i mezzi d'informazione di regime perché molti lavoratori sono già in netta opposizione o quantomeno molto critici verso il suo governo. L'elemosina di 80 euro a una parte di lavoratori (a pensionati, “incapienti”, partite Iva e disoccupati neanche quella) non ha illuso chi è venuto in piazza a chiedere occupazione, salari e pensioni più alti.
Non ci commuovono per niente le lacrime di coccodrillo del Vittorio Emanuele III, Giorgio Napolitano, che da una parte esprime solidarietà a chi soffre la crisi mentre dall'altra è tra quelli che contribuiscono a scaricarla sulla pelle dei lavoratori e delle masse popolari. Non ha perso l'occasione della cerimonia istituzionale per invitare i sindacati a "moltiplicare i loro sforzi per sviluppare rapporti intensi col mondo dei disoccupati e soprattutto dei giovani in cerca di prima occupazione, per vincerne l’isolamento e il possibile scoraggiamento, per scongiurarne l’esasperazione protestataria senza sbocco" e chiamandoli "a concorrere alla ricerca di soluzioni solidaristiche e innovative coraggiose e determinate".
Tradotto dal linguaggio criptico a quello comune è un invito a Cgil-Cisl e Uil a fare da pompieri per spegnere la rabbia che giustamente cova tra i giovani, i disoccupati e i precari a smetterla di opporsi alle controriforme dei vari governi, a voler difendere i diritti acquisiti dai lavoratori perché questo sarebbe vecchio e anacronistico. Invece accettare la flessibilità selvaggia, la disoccupazione a vita “compensata” magari da un assegno da fame garantito a tutti sarebbe coraggioso e innovativo. Un invito che tra l'altro trova le orecchie dei sindacati confederali ben disposte ad ascoltarlo.
Camusso, Bonanni e Angeletti hanno scelto quest'anno Pordenone per tenere il loro comizio. In questa città per dimostrare vicinanza e sostegno alla lotta dei lavoratori Electrolux per la difesa del salario, del posto di lavoro e anche per la salvaguardia delle fabbriche italiane che la multinazionale svedese vuole chiudere o spostare all'estero. Al di là delle frasi di circostanza però non c'è stata alcuna pressione verso il governo per richiedere impegni seri per favorire l'occupazione mentre sul “Jobs Act” e gli 80 euro i giudizi sono stati più favorevoli che critici. Tantomeno c'è stata la minaccia di sciopero generale per far cessare la politica di macelleria sociale del governo. Renzi non è stato neppure nominato. Altre manifestazioni importanti nel nord-est sono state quelle di Trieste e Padova .
La più importante di tutte nel Nord è stata senz'altro quella di Milano , anzi nel capoluogo lombardo ce ne sono state due, entrambe molto partecipate, a cui hanno preso parte i combattivi marxisti-leninisti di Milano, Sesto San Giovanni, Binasco e della provincia di Bergamo, che hanno tinto il corteo del suo rosso autentico, coinvolgendo con stile vivace, disciplinato e compatto i manifestanti circostanti, anzitutto gli operai dello spezzone della FIOM dietro la delegazione del PMLI al canto delle canzoni di lotta e al grido di slogan contro il governo Renzi. Belle immagini dei marxisti-leninisti sono apparse in alcuni servizi fotografici su internet come quello del quotidiano il Giorno. Alla manifestazione della mattina organizzata da Cgil-Cisl-Uil terminata in piazza Scala è seguita nel pomeriggio l'ormai consueta May Day Parade da sempre indirizzata contro il lavoro precario e quest'anno in particolare verso l'Expo che ne farà larghissimo uso. Presidiata da agenti e blindati antisommossa sono sfilati tanti gruppi e associazioni cittadine, centri sociali No Tav e no Expo. Tanti slogan contro Renzi, il Jobs Act e il governatore della Lombardia Formigoni. Importanti manifestazioni anche a Malpensa (Varese). Qui la parte più combattiva e determinata del corteo è stata rappresentata dai marxisti-leninisti dell'organizzazione di Viggiù, che ha saputo coinvolgere in un fronte unito di piazza gli operai della Agusta che hanno affiancato col loro megafono il PMLI e le lavoratrici dalla FILCAMS CGIL che insieme ai marxisti-leninisti hanno lanciato e proposto slogan contro le politiche antioperaie e antisindacali di Renzi. Altre importanti manifestazioni contro la precarietà dilagante nei servizi aeroportuali, si sono svolte a Bergamo , Brescia e in tutte le città della Lombardia.
Partecipato corteo anche a Torino . Qui la tensione era già alta per la repressione contro chi si oppone all'alta velocità Torino-Lione e per gli applausi di alcuni giorni prima degli agenti del SAP (il destro Sindacato Autonomo Polizia) ai poliziotti che hanno causato la morte di Aldovrandi. Quando lo spezzone con centri sociali, No Tav, Prc e altri gruppi politici ha contestato il PD e in particolare un suo esponente pro Tav, hanno cercato di mescolarsi con il resto del corteo si è scatenata la violenza poliziesca con durissime cariche che hanno causato numerosi feriti.
A Biella , appena giunti in piazza con le insegne i compagni del PMLI sono stati subito salutati con affetto e simpatia da decine di manifestanti: “I marxisti-leninisti non mancano mai” mentre altri dicevano “Siete inflessibili”. Nel pomeriggio i marxisti-leninisti hanno partecipato a Bajo Dora del Comune di Borgofranco d’Ivrea (TO) ad una bella festa popolare, allestendo nella centralissima piazza Bredda, il rosso gazebo di Partito.
Tante città della Liguria hanno visto sfilare i tradizionali cortei. Un grande e partecipato corteo si è svolto a Bologna . Anche qui ci sono stati momenti di tensione quando alcuni partecipanti con delle bandiere No Coop hanno contestato il vergognoso accordo sulle cooperative di servizi firmato da Cgil, Cisl e Uil. Altri cortei si sono svolti a Modena, Parma , Reggio Emilia , Forlì e in decine di città grandi e piccole della regione. I marxisti-leninisti presenti a Forli, Modena, Ravenna e Rimini e Parma hanno fieramente diffuso la posizione di classe del Partito sulla Festa e sono stati molto apprezzati dalle masse.
In Toscana una delle principali iniziative si è svolta a Piombino (Livorno). La chiusura dell'altoforno delle acciaierie farà perdere il lavoro a migliaia di persone e i lavoratori vogliono la sua riaccensione, rassicurazioni sul mantenimento del polo siderurgico toscano, con altoforno tradizionale o con il Corex purché sia assicurata l'occupazione. Svariate iniziative anche a Firenze, pur senza un corteo unitario. A parte l'iniziativa al chiuso della Cgil, due importanti iniziative si sono svolte in piazza dei Ciompi, alla cui organizzazione ha partecipato il Partito presente poi al presidio, all'assemblea aperta e al corteo, per il lavoro stabile e tutelato, contro il precariato. L'altra si è tenuta al quartiere Isolotto con pranzo, interventi di delegati operai, dibattiti, intrattenimento e corteo fino al parco delle Cascine. Anche a questa iniziativa hanno partecipato organizzativamente i compagni fiorentini del PMLI.
Altre iniziative si sono svolte in alcuni comuni della provincia come Pontassieve, Borgo San Lorenzo, Fucecchio . A Pontassieve un operaio del cementificio Colacem ha chiesto e ottenuto dai nostri compagni la bandiera del PMLI per portarla fin sotto il palco. A Borgo San Lorenzo dominava il rosso delle bandiere del PMLI insieme a quelle della CGIL, del PRC e del PSI.
Alla manifestazione di Prato presente il Partito che ha animato il corteo con parole d'ordine contro la politica del governo Renzi e per lo sciopero generale.
A Roma il consueto concertone in Piazza San Giovanni che per il secondo anno consecutivo ha avuto una sorta di contro concertone in Puglia a Taranto autorganizzato dal comitato “cittadini e lavoratori liberi e pensanti” con dibattiti e concerto musicale finale. Una risposta al ricatto dell'Ilva che vuol far scegliere tra lavoro e salute. Eloquente il titolo dell'iniziativa: 1° Maggio di lotta, sì ai diritti, no ai ricatti”. Tante polemiche per le frasi lanciate dal palco dal cantante Piero Pelù che ha definito Renzi “il boy scout di Licio Gelli”, individuando nell'ex sindaco di Firenze colui che porta avanti il programma della P2, ruolo svolto in passato da Craxi e Berlusconi. Pelù ha centrato il bersaglio e quando ha detto “non vogliamo un elemosina di 80 euro ma lavoro” e in seguito puntualizzato “onesto e ben retribuito” ha senz'altro interpretato i sentimenti dei lavoratori e delle masse popolari scesi nelle piazze per la festa del 1° Maggio.
Cortei organizzati dai sindacati confederali si sono svolti a Molfetta e Cerignola .
A Napoli Cgil,Cisl e Uil non hanno organizzato alcun corteo. Nonostante sia la capitale della disoccupazione, nessuna manifestazione lasciando campo libero alle prediche della chiesa e delle istituzioni. Comunque ci sono state tante iniziative organizzate da vari comitati e dai sindacati di base come quella di Bagnoli a cui ha aderito anche il PMLI. Per tutto il corteo i nostri compagni, con in alto le rosse bandiere del Partito, hanno insieme ai manifestanti lanciato slogan e cantato “L’internazionale”, “Bandiera Rossa” e canti partigiani.
In Sicilia manifestazione a Portella della Ginestra , dove il 1° maggio del 1947 i mitra dello Stato borghese e della mafia, imbracciati dalla banda di Salvatore Giuliano trucidarono 11 contadini e ne ferirono gravemente 27, alcuni dei quali morirono a seguito delle ferite. A Catania i marxisti-leninisti da soli hanno riportato tra le masse il significato politico e di classe del 1° Maggio, svolgendo nella centralissima piazza Stesicoro una diffusione e incontrando interesse tra lavoratori e giovani disoccupati.
Numerose iniziative si sono svolte nelle città della Sardegna. In alcune regioni come la Lombardia e la Toscana i lavoratori del commercio hanno dovuto scioperare per affermare il loro rifiuto alla deregolamentazione degli orari e al primo maggio lavorativo .
Ovunque sono stati presenti, i marxisti-leninisti non hanno risparmiato energie per far arrivare il loro messaggio d'incitamento al proletariato a lottare per conquistare il potere politico e il socialismo, l'unica strada per non rimanere subalterni alla borghesia e schiavi del capitalismo. In questa giornata, come in quella del 25 Aprile, viene alla luce tutto il potenziale di attrazione che ha il nostro Partito verso il proletariato, i giovani e le masse.
Di fronte al nostro atteggiamento combattivo, aperto e inclusivo in molti si sono avvicinati ai nostri spezzoni, hanno lanciato slogan e cantato assieme a noi anche perché in molte occasioni eravamo gli unici ad essere attivi, propositivi e battaglieri, con le bandiere e i fazzoletti rossi, i cartelli e i corpetti contro l'Unione Europea imperialista e il governo Renzi, con i volantinaggi. Anche altri diffondevano, ma generalmente per chiedere il voto per il parlamento borghese e quello della UE imperialista.
Alle istanze intermedie e di base del PMLI sono giunti i ringraziamenti dei dirigenti nazionali del PMLI, con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, per i “sacrifici che avete svolto al servizio del Partito e delle masse”. E i segnali provenienti dal proletariato e dalle masse non sono mancati: “Questi segnali ci incoraggiano a proseguire la nostra battaglia contro il nuovo governo di destra e la sua politica antipopolare, antigiovanile, antisindacale, anticostituzionale e piduista. Adoperiamoci soprattutto per far comprendere al proletariato che il suo compito storico è quello di conquistare il potere politico e il socialismo”.
Per le manifestazioni a cui ha partecipato il PMLI vedere i servizi a parte.
 

7 maggio 2014