“Moderno autoritarismo” o moderno fascismo?
Note sul cretinismo e sull'opportunismo parlamentare dell'ex “rivoluzionario” Viale
Uno dei firmatari del manifesto “L'Altra Europa per Tsipras”, l'ex Lotta continua Guido Viale, è intervenuto con un articolo su “il manifesto” del 23 aprile (“Come i media preparano un regime”) per lamentare la scarsa attenzione dedicata dai grandi media nazionali alla Lista Tsipras, attenzione che sarebbe tutta concentrata sul duello Renzi-Grillo, “con Berlusconi ormai ai margini”.
Questo fatto, unitamente al “coro assordante delle ovazioni” e allo “spazio totalitario” che giornali e tv dedicano a Renzi, sarebbe per Viale la prova più evidente che i media preparano un “nuovo autoritarismo”, in un “contesto cambiato” ma “con lo stesso servilismo” con cui gli intellettuali e i giornalisti giurarono fedeltà al regime fascista nel 1931: “Non c'è più un regime fascista a imporre questo allineamento – precisa Viale - ; sono piuttosto questi allineamenti a creare le solide premesse di un “moderno” autoritarismo”.
Da questo contesto discenderebbe a suo dire “il silenzio calato sulla lista L'Altra Europa per Tsipras, l'unica che si presenta con un programma per cambiare radicalmente l'Europa (che è l'argomento di cui è proibito parlare) e non per abbandonarla insieme all'euro, né per continuare sulla rotta di quell'austerity difesa e votata fino a ieri come passaggio obbligato per tornare alla 'crescita'”, e discenderebbe anche la “presentazione di sondaggi che danno la lista per morta”.
Se interveniamo sull'intervento di Viale non è certo per negare che ci sia un servilismo totale dei media di regime per il Berlusconi democristiano Renzi, dal momento che siamo stati i primi, e per diverso tempo i soli, a denunciarne la sua “smisurata ambizione” incoraggiata e foraggiata dal grande capitale finanziario e industriale e il suo disegno golpista e piduista per “cambiare l'Italia” da destra. E quanto all'oscuramento mediatico lo conosciamo bene noi, che per la nostra campagna elettorale astensionista per le Europee (e non solo), non possiamo certo contare sulla sponsorizzazione de “il manifesto trotzkista” e il sostegno de “Il Fatto Quotidiano”, né sui pur minoritari spazi radiotelevisivi su cui può contare invece la Lista Tsipras, né tanto meno sui finanziamenti pubblici che gli arrivano da SEL del liberale Vendola. Anzi, a noi è stato tolto anche il diritto di affiggere i nostri manifesti elettorali astensionisti negli spazi fino a ieri riservati ai partiti che non presentano liste, a causa di una legge fascista e liberticida del governo Letta-Alfano che nessuno a parte noi ha denunciato, neanche SEL o la Lista Tsipras.
Se interveniamo è perché vogliamo smascherare il suo cretinismo e opportunismo parlamentare. In primo luogo laddove sostiene che i media “preparano un regime”, come se il regime neofascista fosse ancora di là da venire e ci venisse propinato lentamente e a piccole dosi, e non invece una realtà imperante da almeno un ventennio, dall'instaurazione della seconda repubblica e dall'avvento del neoduce Berlusconi, del quale Renzi è solo una versione più moderna e tecnologica. Tanto che Viale arriva a sostenere che “poco per volta, e a volte impercettibilmente, si scivola verso un nuovo regime e in questa temperie persino le critiche all'operato di Renzi vengono proposte come ragioni per un sostegno dovuto e ineluttabile”.
In secondo luogo perché oltre a considerarlo più una minaccia che una realtà, non lo chiama neanche col suo vero nome, regime neofascista, ma da buon trotzkista si limita a chiamarlo “moderno autoritarismo”, anzi come abbiamo visto nega espressamente che ci sia un regime fascista, sia pure mascherato sotto le nuove insegne e le nuove forme mediatiche di un moderno fascismo.
In terzo luogo perché, coerentemente col suddetto falso e riduttivo quadro, sottovaluta gravemente il Berlusconi democristiano Renzi e il suo disegno di “riforme istituzionali e costituzionali” golpista e piduista, parlandone solo come di un venditore di fumo, di una sua “cavalcata sul nulla”, fatta di “vuote promesse, di trucchi contabili e di nessuna capacità di progettare un vero cambiamento di rotta per l'Italia e per l'Europa”, e via banalizzando. Tant'è vero che si guarda bene dal sollevare il problema della sua cacciata dal potere con la lotta di massa.
Infine perché, per l'ex “rivoluzionario” Viale, l'alternativa a tutto questo sarebbe nientemeno che entrare nel parlamento europeo per “cambiare radicalmente l'Europa”, come se si potesse utilizzare quell'inutile orpello, per di più da una posizione di assoluta minoranza, per cambiare la natura capitalista e imperialista dell'Unione europea, un'unione fondata sui grandi monopoli e sulle banche e non sui popoli. Col che mira evidentemente a recuperare i voti degli astensionisti di sinistra, ma finisce anche per rilegittimarla e coprirla a sinistra, esattamente come con la tesi del “moderno autoritarismo” finisce per coprire a sinistra il Berlusconi democristiano Renzi e il regime neofascista.
14 maggio 2014