A Roma su iniziativa del Forum dell'acqua. Su diktat di Alfano, il prefetto vieta di passare sotto il ministero dell'Economia
50mila in corteo contro le privatizzazioni, le grandi opere e per l'acqua pubblica e i beni comuni
Slogan contro il governo Renzi. In piazza anche la FIOM, Cobas, USB, No TAV, No MUOS, reti campane Stop biocidio, studenti di Link e dell'UDS. Presente anche il PMLI
I Movimenti per la casa contestano la legge Lupi

E' stata una manifestazione antigovernativa tra le più grandi degli ultimi anni ed è stato il governo Renzi il bersaglio. Con i suoi 50mila combattivi partecipanti, dimostra che, contro l'ideologia della “pace sociale” propagandata dalle istituzioni borghesi, Napolitano e Renzi in testa, sta montando progressivamente tra le masse popolari italiane la consapevolezza che è necessario opporsi ai gravissimi danni sul fronte dei diritti sindacali e politici che l'attuale governo sta perpetrando in continuità con quelli che lo hanno preceduto. L'esecutivo Renzi è stato messo a nudo da questa straordinaria manifestazione essenzialmente su due piani: i feroci attacchi ai diritti dei lavoratori e delle masse popolari e le privatizzazioni; l'atteggiamento repressivo e criminalizzante profondamente antidemocratico, con cui Renzi sta tentando di reprimere con gli strumenti militare, giudiziario e legislativo, il “libero dissenso”.
La cifra di 50mila del 17 maggio, arrivati a Roma da ogni regione d'Italia, ha ancor più valore politico se si considera che è stata raggiunta in condizioni organizzative sfavorevoli per i movimenti e i comitati di lotta, vessati da ingiusti e costosi processi, da barbare multe, senza l'appoggio dei grandi partiti borghesi, ormai controparti, e a fronte di una capillare campagna di boicottaggio e criminalizzazione che, proprio alla vigilia della manifestazione, ha raggiunto il culmine con il divieto da parte del prefetto di Roma, ligio al diktat di Alfano, di far passare il corteo sotto il ministero dell'Economia. E va inoltre evidenziato il fatto che quei 50mila rappresentano solo la punta di un iceberg di milioni che subiscono i soprusi governativi ma che non hanno potuto essere a Roma o perché precari ricattati, o perché disoccupati senza risorse economiche.
La carica antigovernativa della manifestazione era del resto già presente nell'appello di indizione “per fermare la nuova stagione di privatizzazioni” del governo Renzi, per combattere la precarietà, la devastazione ambientale, per la riappropriazione dei beni comuni, per la difesa e l'estensione dei servizi pubblici e dei diritti sociali, per lo Stop al pareggio di bilancio, al patto di stabilità e al TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti d’America, in questo momento oggetto di negoziati segreti, che costituisce un attacco frontale a quello che rimane dei diritti dei lavoratori e delle masse popolari).

Il corteo
Il principale promotore è stato il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua insieme a decine di associazioni, tra cui i vari comitati di lotta locali: la Rete campana Stop Biocidio, i No TAV, i No MUOS. Presenti anche la FIOM, i Cobas, l'USB, gli studenti di LINK-Coordinamento Universitario e di Rete della Conoscenza a dare vita ad un animato corteo popolare, partito verso le 15 da piazza della Repubblica al grido di battaglia “Renzi vattene”.
Il primo striscione era quello unitario “Per i beni comuni, contro le privatizzazioni” delle forze promotrici. A seguire decine di altri striscioni dei blocchi tematici. Tra cui “Liberiamo Roma dai divieti, rendita e precarietà“, dei movimenti per il diritto all'abitare che hanno duramente contestato il decreto Lupi (piano casa), approvato i senato il 13 maggio. Con l'articolo 5 Renzi e Lupi prevedono una sorta di assedio militare agli occupanti di case, vietando e tagliando l’allaccio di acqua, luce e gas, negando la possibilità di richiedere la residenza nello stabile occupato, vietando a chi occupa di partecipare all'assegnazione di un alloggio per cinque anni.
Il PMLI ha sfilato nello spezzone della FIOM. In corteo anche lo striscione improvvisato di alcuni turchi marxisti-leninisti che hanno ricordato la tragedia dei minatori turchi morti causata delle scarse misure di sicurezza e immolati sull'altare del profitto, un tragico monito a quanto potrebbe succedere in Italia con il famigerato e contestatissimo in manifestazione Jobs Act di Renzi. Durante il corteo, fino a piazza Navona sono stati scanditi slogan contro il governo turco, come “Erdogan assassino”. Vicino al Partito lo spezzone del movimento per l'acqua pubblica e quello per il diritto alla casa del quartiere di Santa Croce. Numerosi stranieri colombiani, romeni e ucraini hanno animato il percorso del corteo. Una colombiana ha voluto indossare il berretto di un nostro compagno con la spilla di Stalin. Ovunque la bandiera del PMLI è stata ben accolta e il Partito ancora una volta si è dimostrato all'altezza dei propri compiti.
Musiche, balli e canti hanno animato tutto il corteo, soprattutto nello spezzone della rete dei teatri occupati.. Moltissime le bandiere dei No TAV, no MUOS, No Triv e No Grandi Navi. Tanti i cartelli ironici come “#Ci vediamo l'11: Renzi stai sereno#”, in riferimento al controvertice dell'11 luglio a Torino. Il Forum per l'acqua pubblica portava oltre allo striscione “ripubblicizzare l'acqua, difendere i beni comuni” un grande drappo fatto da decine di bandiere “12 e 13 giugno 2Sì per l'acqua bene comune” a ricordare la vittoria referendaria del 2011 disattesa in modo fraudolento dalle istituzioni. Un atteggiamento, insieme a quello delle regioni che continuano a privatizzare, definito da Alex Zanotelli gravissimo.
Quella del 17 è stata una riuscitissima manifestazione di massa che ha inchiodato alle proprie responsabilità governo, parlamento, istituzioni locali, partiti che hanno danneggiato gravemente le masse popolari con la presunta obbligatorietà e ineluttabilità delle privatizzazioni, dei decreti che cancellano i diritti dei lavoratori, della cosiddetta politica “austerity”.
La scelta politica più conseguente per coloro che sono scesi in piazza il 17 maggio è punire il 25 maggio l'immodificabile Unione europea, che ha enormi responsabilità nel massacro sociale delle masse popolari italiane, con l'astensionismo di massa che la delegittimi, ne isoli le istituzioni e ponga le premesse per la sua distruzione.
“Vogliamo costruire assieme un nuovo futuro”, hanno scritto nell'appello i promotori. Ma considerato che questa disastrosa situazione è generata dal capitalismo e dai suoi governi, per un “nuovo futuro” occorre cambiare il sistema economico, lo Stato e la classe dominante borghese, abolire lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, le classi e dare il potere al proletariato col socialismo. Come ha detto il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, nell'editoriale per il 37° Anniversario della fondazione del PMLI è necessario ““Capire che solo il socialismo può cambiare l'Italia e dare il potere al proletariato” ed è su questo futuro nuovo, ma sul serio, che “gli sfruttati e gli oppressi, i movimenti anticapitalisti, le ragazze e i ragazzi più coscienti, avanzati e combattivi che lavorano, che sono disoccupati, precari, studenti dovrebbero riversare la loro massima attenzione”!
 

21 maggio 2014