Lo afferma Rino Formica, ex ministro socialista, a “Il Fatto”
“I programmi di Gelli e Renzi sono uguali”
“I programmi di Gelli e Renzi sono uguali e oggi non c'è alcuna forza maggioritaria, compresa quella di Grillo, che si pone il problema della democrazia organizzata”: L'accusa è di quelle pesanti e che devono far riflettere, specie se a lanciarla, in un'intervista a “Il Fatto Quotidiano” del 3 maggio, è uno come Rino Formica, il navigato esponente socialista, più volte ministro al tempo dei governi di “pentapartito” degli anni '80 e sopravvissuto alla tempesta di Tangentopoli, che i segreti di quella stagione terminale della prima repubblica, in cui emergeva in tutta la sua pervasività il potere della P2, li conosce molto bene, e oggi come oggi non sembra essere legato da particolari vincoli di omertà rispetto a qualcuno, come poteva essere allora nei confronti di Craxi.
L'intervista è apparsa a due giorni di distanza dalla polemica scoppiata per la dichiarazione di Piero Pelù dal palco del concertone del 1° Maggio, quando il musicista fiorentino aveva definito Renzi “il Boy Scout di Gelli”, e riprende ma va anche molto oltre l'intuitiva accusa di Pelù. Rammentando che il Piano di rinascita democratica faceva suo il bisogno, costante dall'Unità d'Italia in poi, “di avere più concentrazione di potere e meno controllo democratico”, e che il suo “punto di applicazione è lo snervamento della democrazia politica e sociale organizzata”, ossia dei partiti e dei sindacati, Formica afferma infatti senza mezzi termini che “in questo ventennio il processo di depauperazione della democrazia organizzata è arrivato al punto finale con Renzi”.
Renzi come completatore del ventennio berlusconiano e del disegno della P2, è insomma l'accusa dell'ex ministro socialista, che a sostegno di essa porta un'argomentazione tanto inquietante quanto assolutamente lampante, per chi non si fermi alle apparenze, rispetto alla fulminante ascesa dell'ex neopodestà fiorentino: “La sua Opa (scalata di una società facendo incetta di azioni sul mercato, ndr) sul PD non è casuale – nota infatti Formica. E parlo di Opa perché Renzi non ha conquistato il partito dall'interno, ma dall'esterno, utilizzando quello strumento di ipocrisia democratica che sono le primarie. Adesso il secondo attacco è alla rappresentanza istituzionale. Mussolini, nel 1926, fece una leggina per mettere i podestà nei comuni sotto i 5 mila abitanti, eliminando i consigli comunali. Poi, poco alla volta, li mise in tutti. La rappresentanza fu completamente abolita”.
Anche Formica, cioè, individua la mano della P2 dietro la “irresistibile ascesa” di Renzi, così come dietro il programma di “riforme istituzionali e costituzionali” che si è subito affrettato a firmare col piduista Berlusconi, basato sull'Italicum ispirato alla mussoliniana legge Acerbo, sull'abolizione del Senato e delle Province e il rafforzamento dei poteri del governo a spese del parlamento e della rappresentanza, cosa che il PMLI aveva denunciato da solo fin dal primo momento. Ora, argomentando le sue accuse di “catto-massonismo” al premier, anche Formica denuncia: “Vede, quando io cito la massoneria, per quanto riguarda la maggioranza in sonno tra Berlusconi e Renzi, mi riferisco al metodo. Un metodo che porta a decisioni prese in modo occulto, in ambienti massonici o paramassonici. E poi non dimentichiamo la grande suggestione offerta dalla potente rete della massoneria toscana”.
A riprova di ciò Formica ricorda la vicenda dell'elezione di Lamberto Dini nel 1996 in Toscana nelle liste del “centro-sinistra”, con l'allora PDS che gli fece superare lo sbarramento del 4% mettendogli a disposizione i suoi voti, col risultato che subito dopo le elezioni, osserva l'ex ministro, “Dini fece un manifesto politico per riproporre le riforme del piano di Gelli. Questa spinta alla riduzione democratica ha una sola madre ma tanti padri, come si può notare”. L'infiltrazione della P2 nella “sinistra” borghese, cioè, non comincia solo con l'ascesa di Renzi, ma viene evidentemente da molto più lontano: era già ben marcata nel PDS, ma con Renzi ha conquistato addirittura la segreteria del PD.
Tant'è vero questo che “sulla decretazione d'urgenza sono previste riforme che non riuscirono nemmeno al fascismo. Per non parlare del Senato, che si vuole trasformare in un organo ridicolo e mefitico”, sottolinea Formica riferendosi alla cooptazione nel nuovo Senato dei consiglieri regionali: cioè dei consiglieri “degli organi più infetti e sputtanati dagli scandali”, i quali “saranno anche loro a decidere come cambiare la Costituzione e chi eleggere al Quirinale”. Da qui la conclusione dell'ex ministro socialista che “i programmi di Gelli e Renzi sono uguali e oggi non c'è alcuna forza maggioritaria, compresa quella di Grillo, che si pone il problema della democrazia organizzata”.
21 maggio 2014