Da Palermo a Milano
Le masse contestano Renzi in piazza
Nonostante i mass media di regime e il PD cerchino in tutti i modi di nascondere le notizie e minimizzare i fatti, la verità è che da Milano a Sirucusa, da Treviso a Palermo, da Modena a Napoli fino a Scalea, non passa giorno che il Berlusconi democristiano Renzi non sia clamorosamente contestato dalle masse popolari in lotta per il lavoro, la casa, scuola e università, sanità, pensioni e servizi sociali.
L'ultima contestazione in ordine cronologico è avvenuta il 20 maggio in piazza Sanità a Napoli
durante il comizio elettorale per le elezioni europee. Centinaia di lavoratori, disoccupati, studenti, giovani precari hanno accolto Renzi con una gragnuola di fischi e pernacchie e al grido di “buffone, buffone”, "Renzi l'abusivo sei tu", “vergogna, vergogna”, “vattene via da Napoli”. Renzi ha apostrofato come “provocatori” i manifestanti e subito dopo il suo intervento è scappato via a gambe levate evitando perfino di rispondere alle domande dei giornalisti.
Le stesse scene viste il 13 maggio a Secondigliano
dove Renzi, scortato da un cordone di poliziotti e auto blu, si è recato per una passerella elettorale presso la scuola elementare “Giuseppe Parini”, nel quartiere Secondigliano. Qui, anziché incontrare alunni delle scuole superiori o delle università, che di contestazioni ne hanno tantissime da fargli, ha preferito calcare le orme di Mussolini strumentalizzando i piccoli alunni come se fossero “balilla e figli della lupa futuro della nazione” mentre fuori i genitori dei bambini e decine di residenti, tutta “gente libera e incazzata”, lo contestavano sonoramente.
Centinaia di contestatori anche il 14 maggio a Palermo
durante il comizio in piazza Castelnuovo. I manifestanti hanno scandito slogan contro il premier urlando: “Buffone, vai a casa. Vergogna” e hanno esposto diversi striscioni con su scritto: “Piano casa, no Muos, stop sfratti”. Interrotto più volte durante il comizio, Renzi ha invocato l'intervento delle forze dell'ordine che a suon di manganellate hanno messo a tacere i contestatori.
A Milano
dove si è recato il 12 maggio per ribadire il suo impegno a salvare l'Esposizione del 2015 e nel "ripulirla dai ladri" in seguito agli arresti e alle inchieste giudiziarie, Renzi è stato clamorosamente contestato. Al suo arrivo presso la sede la società di Expo in via Rovello, accompagnato dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, Renzi è stato duramente contestato da centinaia di attivisti dei comitati per la casa che in via Dante hanno cercato di sfondare le transenne e il blocco dagli agenti in tenuta anti-sommossa. Durtante la contestazione i manifestanti hanno innalzato cartelli e tante bandiere rosse e srotolato striscioni con scritto “Sgomberiamo Renzi”. “Stop sfratti sgomberi e pignoramenti” e hanno urlato: “Vogliamo una sola grande opera, casa per tutti”.
A dir poco provocatoria la risposta di Renzi che, invece di ascoltare le ragioni dei manifestanti, ha fatto finta di niente e si è fermato per alcuni secondi a stringere le mani ad alcuni esponenti della Lega Nord che, proprio a ridosso dell’ingresso dell'Expo hanno allestito un gazebo per una raccolta firme contro l’euro e contro l’abrogazione del reato di immigrazione clandestina.
A Modena
centinaia di terremotati e alluvionati il 16 maggio hanno riservato a Renzi la stessa “accoglienza” di Monti e Letta. Il premier al suo arrivo in città per il tour elettorale è stato contestato dal comitato Sisma.12 che riunisce le popolazioni dei comuni danneggiati dalle scosse del maggio del 2012 e dalle recenti alluvioni. Quando il premier, intorno alle 18, è salito sul palco montato in Piazza Grande, dalla folla si sono alzati cartelli e striscioni: “Meno passerelle e più risorse per la ricostruzione”, “Ti ricordi di noi in campagna elettorale” gli hanno urlato i manifestanti. Dalla piazza sono partite anche bordate di fischi. Nel mirino le politiche per il lavoro e quelle per la casa: “Finché il Governo andrà avanti su questa strada saremo sempre qui a contestarlo”.
Altro che “la scorta non mi garba, non la voglio, grazie. La mia scorta è la gente”.
Appena le masse popolari prenderanno coscienza del fatto che Renzi è il nuovo Berlusconi democristiano salito a Palazzo Chigi per completare la seconda repubblica neofascista secondo il piano della P2, lo faranno scappare a gambe levate.
21 maggio 2014