Ancora una strage di migranti
Un naufragio nel Canale di Sicilia provoca 17 morti accertati e decine di dispersi
Aveva suscitato, almeno a parole, una generale indignazione da parte dei politicanti borghesi la morte, lo scorso 3 ottobre, di oltre 360 migranti nel tragico naufragio di Lampedusa (si veda Il Bolscevico
n. 37/2013), tanto da indurre l’Italia ad abrogare il famigerato reato di immigrazione clandestina e a istituire l’operazione Mare Nostrum nel quale è impiegata la Marina italiana con il compito di pattugliare un tratto di Mediterraneo e di soccorrere i migranti in avaria.
Ma tutto questo non ferma né può fermare il fenomeno dell’immigrazione dall’Africa e dal Medio Oriente, e lo scorso 13 maggio un barcone si è trovato in avaria ed è rapidamente affondato nel Canale di Sicilia: sono state tratte in salvo 206 persone mentre i corpi recuperati sono 17, tra cui 12 donne e due minorenni.
I superstiti hanno poi riferito alle autorità italiane che a bordo del barcone affondato si trovavano circa 400 persone, per cui si teme che molte decine di migranti siano affondati nelle profondità del Mediterraneo insieme all’imbarcazione.
L’ennesima strage si è consumata a 40 miglia dalle coste della Libia, a pochi giorni di distanza da un altro naufragio costato la vita a una quarantina di persone partite dalle coste orientali del paese nordafricano. Nella zona del naufragio sono stati immediatamente dirottati alcuni mercantili, che hanno soccorso i primi naufraghi e recuperato le salme, oltre a due motovedette della guardia costiera, una della guardia di finanza e le navi Sirio e Grecale della marina militare italiana.
L’Italia, per bocca del ministro dell’Interno Angelino Alfano e di quello della Giustizia Andrea Orlando ha apertamente accusato l’Unione Europea di totale latitanza riguardo al problema degli sbarchi dall’Africa settentrionale. Dal canto suo il commissario dell’Unione Europea per gli Affari interni Cecilia Malmstrom esprime a parole solidarietà all’Italia, ma è altrettanto chiaro che l’Europa non ha nei fatti nessuna intenzione di sobbarcarsi il problema dell’immigrazione proveniente dal Mediterraneo.
La situazione in Sicilia resta nel frattempo critica per gli sbarchi continui, con le strutture di accoglienza che sono al collasso da tempo.
Per eliminare questa tragedia che dipende dalle violente contraddizioni esistenti nel sistema imperialista non rimane che aprire le frontiere dei paesi imperialisti ai migranti e garantire loro l'assoluta parità di diritti con le popolazioni residenti.
28 maggio 2014