Renzi contestato duramente dalle masse a Napoli
La polizia di Alfano blinda la piazza e fa fuggire il Berlusconi democristiano da un ingresso laterale del teatro San Carlo
Vergognoso silenzio dei media del regime, compreso “Il Manifesto” trotzkista
Redazione di Napoli
Sabato 7 giugno, nella centrale piazza Trieste e Trento a Napoli, centinaia di manifestanti hanno "accolto" il presidente del Consiglio, il Berlusconi democristiano Renzi, con una clamorosa e dura contestazione.
Ospite della terza edizione della kermesse “La Repubblica delle Idee” organizzata dall'omonimo quotidiano, è stato letteralmente subissato dai fischi e dalle urla dei manifestanti, nonostante la solita militarizzazione attuata dalle "forze dell'ordine" del suo fedele gerarca dell'Interno, Alfano, con Digos, celere e carabinieri in assetto antisommossa. La "recinzione" costruita per contenere i manifestanti inviperiti non ha fatto demordere i coraggiosi contestatori antigovernativi e anticapitalisti, provocati da alcuni spintoni da parte degli agenti.
Tre giovanissimi dei centri sociali napoletani - cui va la nostra solidarietà militante – sono stati fermati e trattenuti in questura per diverse ore perché stavano svolgendo un semplice volantinaggio in piazza.
Alla protesta hanno partecipato i precari Bros, i disoccupati, i movimenti studenteschi, i “sindacati di base”, i comitati di lotta per la difesa della salute- ambiente della Campania e i dipendenti del consorzio fallito per il recupero dell'area Bagnoli; c'erano alcuni militanti della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI. “Renzi vattene!", "Stop Jobs act!" e "Stop biocidio”, chi ha inquinato deve pagare", alcune delle parole d'ordine degli striscioni esposti dai combattivi contestatori.
Nel frattempo si univa alla protesta la comunità senegalese napoletana scesa in piazza in seguito alla violenta aggressione di cui è stata vittima per mano della guardia di finanza il giorno prima, un ambulante senegalese. Iniziano gli slogan, i cori, si grida davanti alla città che non sono gradite le passerelle di questo odiato governo antipopolare egemonizzato dal PD.
Il premier è riuscito a evitare i manifestanti usando un ingresso laterale del teatro per andare a cinguettare col direttore di Repubblica
, Ezio Mauro, cui è seguito un incontro con il neopodestà di Napoli Luigi De Magistris.
Nella dura e bella giornata di lotta le masse hanno espresso tutta la loro rabbia e dissenso contro il governo Renzi e motivando politicamente le ragioni della loro protesta. Perché questo è un governo che ripetendo all'infinito lo slogan della “rottamazione” del passato e usando il volto “nuovo” e “giovane” del premier, sta portando avanti un attacco a tutto campo e senza precedenti alle condizioni di vita di milioni di donne, giovani e meno giovani, lavoratori, studenti, disoccupati e immigrati.
A conferma di ciò basti guardare al contenuto delle misure previste dai provvedimenti governativi più discussi degli ultimi mesi: il famigerato Jobs Act che col miraggio della “ripresa” dell'occupazione e dell'economia italiana comprime ulteriormente i salari, aumenta lo sfruttamento e il ricatto padronale a cui si è sottoposti in nome della “flessibilità” in entrata (come dimostrano le modifiche previste per contratti a termine e apprendistato) e in uscita (si parla infatti di una “riforma epocale” degli “ammortizzatori sociali”. E ancora: il Piano Casa firmato dal ministro ex berlusconiano Lupi che si limita a rispondere all'emergenza abitativa agevolando i grandi proprietari e attaccando chi è costretto a occupare una dimora, impedendogli il riconoscimento della residenza e l'allacciamento ai servizi pubblici. Questo è un governo che non si è fatto scrupoli nel rispondere alle sacrosante richieste di chi ha osato contestare il suo operato negli ultimi mesi solamente con arresti, fermi preventivi, denunce e manganelli di stile mussoliniani.
Risulta a dir poco vergognoso il comportamento dei media del regime, compreso il manifesto,
che hanno tenuto nascosta la notizia, o in qualche caso minimizzato i fatti e la verità della giusta contestazione a Renzi da parte delle masse popolari di Napoli e provincia. Un comportamento che dimostra in maniera chiara come i media asserviti al regime capitalista e al suo governo, usano le loro pagine come megafono solo per esaltare il nuovo Berlusconi e difendere gli interessi del capitalismo, censurando in modo vigliacco le rivendicazioni e i diritti di chi protesta e lotta nelle piazze. Esattamente come avveniva sotto la dittatura fascista di Mussolini.
11 giugno 2014