Oltre un quarto degli elettori diserta le urne, annulla la scheda o la lascia in bianco
Valdisieve, astensionismo record al 26,54% Rispetto alle scorse politiche un altro elettore su dieci nega il proprio voto ai partiti borghesi
Il PD raccoglie l'emorragia da destra e beneficia della scomparsa dell'IDV e di Scelta civica. Crollo del Movimento 5 stelle
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Rufina del PMLI
Prima di esaminare nel dettaglio il risultato del voto dei due principali comuni della Valdisieve (Pontassieve e Rufina) pensiamo sia il caso di fare una panoramica più generale sull'intera area che comprende, oltre ai comuni sopracitati, anche Pelago, Londa e San Godenzo. Tutti i media hanno sbandierato ai 4 venti l'affermazione plebiscitaria del PD nelle zone di origine di Renzi, attribuendogli percentuali intorno al 70%; invece il PD ha raccolto 15.158 voti su 30.842 aventi diritto che gli conferma il primato fra i partiti parlamentari e borghesi ma con un ben più ristretto 49,15% che rappresenta meno della metà dell'elettorato. Voti raccolti anche da destra, le cui forze raccolgono appena un 10,3% con poco più di 3.000 consensi, dalla contrazione del Movimento 5 Stelle (2.712 voti pari all'8,81%) e dal crollo dell'IDV che in pratica scompare assieme a Scelta Civica. L'astensionismo, nonostante il martellante invito al voto, si conferma di gran lunga il secondo “partito”: 8.184 elettori, pari ad oltre il 26% circa, hanno disertato le urne, annullato la scheda o l'hanno lasciata in bianco.
Il voto a Pontassieve e Rufina
Confrontando i risultati delle europee con quelli del 2009, emerge che nei principali comuni della Valdisieve il PD raccoglie 8.367 preferenze contro le 6.612 di cinque anni fa e si attesta al 51,3% sul corpo elettorale a Pontassieve mentre a Rufina i suoi voti sono 2.767 (1.960 nel 2009) pari al 46,6%. Questo aumento rispettivamente di oltre 11 e 12 punti è dovuto in particolare allo slittamento di voti da Forza Italia che globalmente ne perde oltre 1.500 pari a circa il 12% del corpo elettorale a Pontassieve e 749 a Rufina pari al 12,4%. Dobbiamo considerare anche la scomparsa dell'IDV che perde quasi 900 voti a Pontassieve e 261 a Rufina, con tutta probabilità a beneficio del PD stesso. A Pontassieve tengono nella pratica la cosiddetta “sinistra radicale” nel suo insieme e la Lega che perdono meno dell'uno per cento sul corpo elettorale mentre a Rufina le flessioni sono rispettivamente del 2,6% e dell'1,3%. L'astensionismo a Pontassieve passa da 3.736 unità a 4.328 che gli valgono un incremento di 4 punti percentuali; più modesto a Rufina, dove aumenta del 2,7%.
Raffrontando i dati con le politiche del 2013, dato più fresco e comunque indicativo, notiamo che il “centro-destra” nel suo insieme perde circa 600 voti a Pontassieve, in parte raccolti dal PD, che beneficia anche dalla scomparsa di Scelta Civica di Monti, perdendone però qualcuno a favore della lista del socialdemocratico Tsipras che a Pontassieve alza sensibilmente il numero di preferenze ricevute un anno fa da Ingroia, allora sostenuto anche dall'IDV. A Rufina guadagna qualcosa Tsipras (+1,2%) così come il PD incrementa del 4,8% accogliendo anche in questo caso gli ex-Scelta Civica e parte degli ex elettori di destra che hanno visto in renzi un’ottimo continuatore di Berlusconi. Pesante crollo del Movimento 5 Stelle che riduce le preferenze di quasi mille voti a Pontassieve (-5,6%) e di 530 a Rufina (-6,6%).
E' l'astensionismo che però fa il balzo maggiore aumentando in entrambi i comuni di oltre il 9% e portandosi al 26,5% sul corpo elettorale a Pontassieve e al 28,9% a Rufina, confermandosi il secondo “partito” subito dietro al PD. Riassumendo, a Pontassieve il PD raccoglie 8.367 voti su 16.315 aventi diritto (51,3%), lo segue il “partito” degli astensionisti al 26,5%, poi il Movimento 5 Stelle all'8,1%, Forza Italia al 4,9% e Tsipras al 4,4% degli elettori. Dati simili a Rufina dove il PD ottiene 2.767 voti su 5.940 aventi diritto (46,6%) fermandosi sotto il 50% del corpo elettorale, seguito dal “partito” degli astensionisti al 28,9%, poi il Movimento 5 Stelle all'8,9%, Forza Italia al 7,5% e Tsipras col 3,2%.
I risultati delle elezioni amministrative
Le amministrative a Pontassieve confermano i candidati del PD appoggiati anche da IDV, SEL e PSI, Monica Marini a Pontassieve che mantiene le preferenze raccolte dall'ultimo Mairaghi, ex sindaco piddino, con una percentuale intorno al 52,5% del corpo elettorale sommando il 44% della lista PD e l’8,5% della “civica” SEL–PSI–ex IDV. Mauro Pinzani a Rufina che rinnova il suo mandato col 52,3% degli aventi diritto. Anche in questo caso è evidente che il PD beneficia di gran parte dei 2.000 circa voti in meno raccolti da Forza Italia a Pontassieve (-659 a Rufina) e cede a sua volta una significativa quantità di voti al Movimento 5 Stelle che alla sua prima apparizione alle amministrative si attesta al 9,3% sugli aventi diritto con 1.526 voti a Pontassieve. Rifondazione, presente con una lista civica, dimezza i propri voti dal 4% all’ 1,9% pari a 350 preferenze in meno, cedendoli in parte al Movimento 5 Stelle ed in misura maggiore all'astensionismo.
Diverso il ragionamento per Rufina dove rispetto alle scorse amministrative non si è presentata alcuna lista a sinistra del PD (nel 2009 il PRC raccolse il 9,8%) e dove il Movimento 5 Stelle esordisce accogliendo 589 voti pari al 9,9%; è ipotizzabile tuttavia uno slittamento di voti al PD da destra ed al Movimento 5 Stelle dal PD e dagli ex PRC. L'astensionismo incrementa del 6,9% portandosi al 27,7% degli elettori a Pontassieve e del 3,8% a Rufina pari al 30,7% degli aventi diritto, segno evidente che la scelta di disertare le urne, di annullare o lasciare in bianco la scheda assume sempre di più un valore politico di rifiuto del sistema capitalista. Il crollo del Movimento 5 Stelle rispetto alle scorse politiche, dalla sua fondazione deterrente dell'astensionismo e della lotta di classe, conferma che l'interclassismo e il populismo non sono ritenute una valida alternativa al sistema proprio perché esse nella pratica lavorano per mantenerlo in piedi nelle sue fondamenta.
Quale democrazia potrà esserci in un Consiglio comunale, prendendo ad esempio quello di Pontassieve, nel quale 13 dei suoi 17 seggi saranno del PD e dei suoi stretti alleati? Il neo sindaco di Pontassieve, attraverso le due liste in suo sostegno, ha raccolto il 52% dei voti ma la democrazia borghese gli attribuisce il 76% dei seggi. Per questo il PMLI si rivolge ancora una volta a tutti gli astensionisti di sinistra, che sono la parte indiscutibilmente più numerosa, e a coloro che sono ancora legati all'elettoralismo borghese, a tuffarsi nella lotta di classe e combattere le istituzioni dall'esterno attraverso le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo che vanno create e le Assemblee e i Comitati popolari.
Le masse devono prendere coscienza che dall'interno delle istituzioni non potranno aspettarsi nessun autentico cambiamento ma neppure il sodisfacimento delle loro rivendicazioni che potranno essere conquistate solo con la lotta di classe anche attraverso la costituzione di Comitati di lotta su questioni specifiche.
11 giugno 2014