Redditi fermi agli anni '80
La Tasi sarà più cara dell'IMU
Il reddito delle famiglie italiane torna ai livelli degli anni Ottanta. E' questo il primo e più crudo dato di un'indagine condotta da Nomisma, “Rapporto sulla finanza immobiliare”, in base a delle rilevazioni realizzate tra il 7 ed il 21 maggio 2014.
Non solo, nel 2013 il potere d'acquisto pro capite delle famiglie è diminuito dell'1,3% rispetto all'anno precedente, quindi se ne deduce che esiste un calo progressivo e continuo che, partendo dal 2007, anno precrisi, raggiunge quasi il 13% in 6 anni.
Per cercare di reagire alla contrazione del potere d'acquisto le famiglie italiane hanno iniziato ad intaccare i risparmi e, come conseguenza, si registra una contrazione della capacità di risparmio. Le famiglie hanno dovuto far ricorso al cosiddetto “tesoretto” addirittura per far fronte alle spese ordinarie.
L'emergenza reddito si fa particolarmente grave per quei 3,1 milioni di famiglie italiane che possono contare unicamente su un lavoro e la protezione della rete familiare allargata. Si tratta soprattutto di famiglie di giovani adulti (35-44 anni) con redditi fino a un tetto di 1.200 euro al mese che aspirerebbero all’acquisto di un’abitazione, ma il loro reddito e la loro condizione lavorativa, spesso precaria, non lo consente.
In 12 mesi si sono dimezzati gli aspiranti acquirenti della prima casa, che passano da 730.000 a poco più di 324.000, rispetto a un bacino potenziale di 1 milione di nuclei. Le giovani famiglie che hanno già un mutuo si trovano a sperimentare una condizione di notevole difficoltà e la percentuale di chi prevede un ritardo nel pagamento della rata passa dal 6,9% del 2013 al 10,5% del 2014.
Del resto le politiche governative sull'acquisto della casa non aiutano i redditi più bassi, da lavoro dipendente, sempre più tartassati da ingiusti balzelli.
La TASI, di recente imposizione, risultata più cara dell'’IMU, secondo lo studio del Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione della Federconsumatori che ha preso in considerazione 105 città capoluogo di provincia italiane. Infatti, mentre con l’IMU erano fissate per legge delle detrazioni fisse, con la TASI 2014, invece è più ampia la discrezionalità dei Comuni che avranno mano libera nel fissare le aliquote e le eventuali detrazioni. Adusbef e Federconsumatori fanno notare che le detrazioni, laddove applicate, saranno inferiori a quelle che si pagavano precedentemente con l’IMU e che la nuova tassa si attesterà nella media nazionale a 231 euro. Inoltre, spiegano le due associazioni, la TASI dovrà essere pagata anche da 5 milioni di famiglie che prima, grazie alle detrazioni sulla prima casa e basse rendite catastali, non pagavano l’IMU
Sono dati che confermano come, nonostante i governi continuino a stangare le masse popolari e a giustificare le ondate di tagli e tasse, agitando il miraggio di una ripresa imminente, la morsa della crisi non accenni ad allentarsi. Sono dati che, ben lungi da dimostrare una ripresa, dimostrano come le politiche governative, per ultimo quelle del governo del Berlusconi democristiano Renzi, siamo recessive, creino disoccupazione e miseria, tolgano potere d'acquisto, inaspriscano le disparità sociali e territoriali, nel tentativo di salvaguardare i comitati d'affari delle borghesie nazionali e del mostro capitalista e imperialista UE.
25 giugno 2014