Il controsemestre popolare e di lotta
Iniziativa lodevole e utile, piattaforma condivisibile. Ma l'UE imperialista va distrutta e il governo Renzi va abbattuto
Sulla spinta dell'assemblea nazionale tenutasi il 23 aprile scorso, forze dell'opposizione di sinistra nella CGIL, del “sindacalismo di base”, movimenti sociali e reti di lotta, ossia una larga fetta delle forze politiche e sociali che hanno animato le piazze negli ultimi mesi, hanno lanciato il controsemestre popolare e di lotta in contrapposizione al semestre italiano di presidenza da parte di Renzi dell'Unione europea, che partirà il 1° luglio. L'obiettivo dichiarato è mettere in campo “la contestazione nei confronti dell'Unione europea fondata sui trattati neoliberisti, da Maastricht al Fiscal compact, e sulle politiche di austerità” e “un'alternativa politica, sociale ed economica ai Trattati dell'Unione europea”.
Fra i promotori figurano CGIL/Il sindacato è un'altra cosa, USB, Cobas, Rete 28 aprile, Clash City Workers, rete “Noi saremo tutto”, studenti di “Noi restiamo”, PRC, PdCI, PCL, Ross@-Movimento anticapitalista e libertario e altri. Il PMLI ha aderito sulla base della sua linea contro l'UE imperialista e il governo del Berlusconi democristiano Renzi.
Ci voleva proprio! In un momento d'oro in cui la credibilità delle istituzioni capitaliste europee è ai minimi storici, come dimostra il 45,8% di astensionismo alle elezioni del 25 maggio, questa iniziativa è veramente lodevole e utile.
La piattaforma rivendicativa è condivisibile e ricca di importanti rivendicazioni potenzialmente in grado di conquistarsi un largo sostegno di massa, a partire dai giovani. Si chiede, tra l'altro, “la fine immediata delle politiche di austerità e rigore”, “che l'Italia denunci unilateralmente il Fiscal compact e il MES” e che “venga cancellato il pareggio di bilancio”; la cancellazione della legge Fornero sulle pensioni e “tutte le leggi sulla precarietà”, un programma che blocchi licenziamenti, delocalizzazioni ed esternalizzazioni; lotta agli accordi tipo quello del 10 gennaio che strozza il diritto alla rappresentanza sul lavoro; combattere “le istituzioni, i poteri dell'UE e le varie politiche di austerità”; lottare contro “la politica di guerra e di riarmo”.
Le proposte dei marxisti-leninisti
Volendo partecipare attivamente alla costruzione di questo percorso, i marxisti-leninisti intendono dare il loro contributo al dibattito, in una normale dialettica di fronte unito.
Come abbiamo sopra detto, la piattaforma è condivisibile ma ci sembra non chiara la strategia. Appare tutta interna alla UE e alle sue istituzioni, senza mettere in discussione la presenza dell'Italia in essa. Una questione di fondamentale importanza, che va discussa, altrimenti il rischio è di finire per esaurire la grande carica antimperialista, antistituzionale e antigovernativa dei movimenti col riformismo e l'elettoralismo europeisti.
Se si vuole mettere in campo un'opposizione antiUE forte e radicale, che non si limiti a rivendicazioni riformiste a breve-medio termine ma che prenda di mira la causa che ha generato austerità, precarizzazione del lavoro, disoccupazione e così via, l'obiettivo strategico non può che essere quello di distruggere l'UE imperialista e abbattere il governo Renzi.
Non è quindi sufficiente la denuncia del Fiscal compact e del pareggio in bilancio, ma bisogna chiedere con forza l'uscita dell'Italia dall'UE. Coerentemente alle denunce de “l'Unione europea fondata sui trattati neoliberisti”.
E' necessario costruire l'opposizione di classe e di massa più vasta possibile, coinvolgendo la classe operaia e tutte le forze che animano le mobilitazioni di massa: lavoratori pubblici e privati, disoccupati, precari, studenti, pensionati, migranti, chi lotta per il diritto alla casa, NoTAV, NoMUOS, NoMOSE. Tutte queste forze dovrebbero unirsi per buttare giù il governo responsabile del Jobs act, del decreto Lupi sulla casa, dello stravolgimento neofascista e presidenzialista della Costituzione com'era nei piani della P2 di Gelli e Berlusconi. Ma è anche quanto di più forte e concreto si possa fare in Italia per colpire l'UE.
Va insomma costruita una mobilitazione forte, unitaria e duratura, con ampio respiro e con una strategia chiaramente antimperialista e antigovernativa. La sua organizzazione deve essere fondata sulla democrazia diretta in modo che tutte le componenti e i singoli aderenti del controsemestre possano partecipare all'elaborazione e all'approvazione della linea politica, programmatica e organizzativa. Questo è l'unico modo perché la forza che si aggregherà durante il controsemestre possa continuare a non dare tregua al governo del grande capitale e della grande finanza nostrani e ai suoi patron imperialisti europei anche oltre il semestre di presidenza italiana.
Solo così il controsemestre avrà un forte carattere anticapitalista, di cui parla nei suoi comunicati, nelle sue iniziative, fra i suoi aderenti. Sarebbe un'ottima occasione per tornare finalmente a discutere a livello di massa su come sconfiggere il capitalismo e con cosa sostituirlo. Questa è la madre di tutte le questioni, anche perché è per salvare il capitalismo in crisi che UE, “troika” e governo Renzi (e predecessori) hanno imbastito la macelleria sociale in atto. Prima si riscopre l'estrema attualità e validità del socialismo, la società dei lavoratori con il proletariato al potere, meglio sarà per la lotta anticapitalista. Il secolo scorso, nonché gli ultimi vent'anni hanno dimostrato il fallimento di tutte le altre ricette riformiste e parlamentariste.
I marxisti-leninisti sono pronti a entrare nelle strutture territoriali del controsemestre che si andranno a creare nell'ottica del lavoro di massa e di fronte unito, impegnandosi a collaborare per l'estensione e il successo delle battaglie e delle iniziative comuni, pur tenendo ferma la linea del PMLI sulla UE e sull'attuale governo italiano.
Auguriamo pieno successo alla manifestazione del 28 giugno a Roma che inaugura il controsemestre popolare. Che sia il primo rintocco della campana a morto per il governo del Berlusconi democristiano Renzi.
25 giugno 2014