Il salva-Renzi c'è nella riforma Madia
Tutto inizia quando da presidente della provincia di Firenze, tra il 2004 e il 2009, l'attuale capo del governo, si rende responsabile dell'assunzione irregolare e su chiamata diretta di quattro persone nello staff della sua segreteria. Ai quattro fortunati prescelti l'amministrazione stipula invece che uno di categoria C un contratto di categoria D, nonostante gli interessati non avessero la laurea, titolo di studio per il tipo di inquadramento.
Scoperto il reato e partito il processo, la Corte dei conti chiedeva ad inizio 2011, agli inquisiti un risarcimento superiore a 2 milioni di euro. Ma nell'agosto del 2011 arrivava per l'allora sindaco di Firenze la bonaria condanna in primo grado, quasi paragonabile ad un'assoluzione per la leggerezza della pena, a risarcire l'amministrazione statale di 14.535,12 dei circa 50 mila euro di danno erariale stabiliti. Il resto veniva diviso tra gli altri trenta condannati, tra cui Andrea Barducci, PD, attuale presidente della provincia di Firenze.
Nonostante l'evidenza del fatto, Renzi decide di ricorrere.
Cos'è il salva-Renzi
L’articolo 11 comma 4 del famigerato decreto legge della ministra Madia introduce la possibilità di stipulare contratti retribuiti secondo stipendi dirigenziali a prescindere dal titolo di studio posseduto. Scoppiano le polemiche sull'articolo e lo staff del Berlusconi democristiano promette di cancellare la norma, poiché, assicurano, si tratterebbe di un errore. Ma la norma viene riscritta con un oscuro giro di parole. Il salva-Renzi c'è ancora nel decreto Decreto Legge Madia, cioè il numero 90/2014 già pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Infatti il governo introduce una piccola modifica al Testo Unico degli Enti Locali con questa dicitura all'art. 11: comma 4. “All'articolo 90 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dopo il comma 3, è aggiunto, in fine, il seguente: “3-bis. Resta fermo il divieto di effettuazione di attività gestionale anche nel caso in cui nel contratto individuale di lavoro il trattamento economico, prescindendo dal possesso del titolo di studio, è parametrato a quello dirigenziale”.
Ciò significa che lo staff delle segreterie delle istituzioni borghesi, assunto a tempo determinato, non può svolgere compiti dirigenziali, ma i componenti dello staff medesimo potranno ricevere, a prescindere dai titoli di studio, lo stesso trattamento economico dei dirigenti.
In sostanza tra la condanna in primo grado e l'appello previsto per l'autunno 2014 il governo Renzi ha fatto sparire il reato per cui il premier è processato.
9 luglio 2014