Il parlamento europeo spende 1 miliardo e 756 milioni per il 2014
Come se la spassano gli eurodeputati
14 mila euro di stipendio, pensione a 63 anni, ricca liquidazione
Lauto finanziamento ai partiti e ai gruppi parlamentari europei
Che il parlamento europeo sia una formidabile occasione di intrallazzi e di sprechi per una casta parassitaria di dimensioni continentali è cosa ben nota, come dimostrato dalla vicenda dell’eurodeputata Barbara Spinelli che, eletta nella Lista Tsipras, è rimasta ben incollata alla poltrona (e ai privilegi che essa offre) anziché rinunciarvi come aveva giurato di fare prima delle elezioni.
E’ opportuno quindi analizzare tutto lo sperpero di denaro che ruota attorno al parlamento europeo.
Il suo bilancio complessivo per il 2014 è di 1 miliardo 756 milioni di euro, e nella ripartizione delle spese il 35% viene impiegato per i circa 6.000 dipendenti che lavorano nell’amministrazione o nei gruppi politici, il 27% è destinato a pagare lo stipendio degli eurodeputati, le indennità giornaliere e di viaggio, e i loro assistenti accreditati. Rientrano in questo 27% anche il lavoro dei traduttori, peraltro indispensabili in una struttura dove si parlano ufficialmente 24 lingue diverse. Il 32% poi serve per varie spese amministrative, perché non bisogna dimenticare che il parlamento ha ben tre sedi di lavoro, Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo, mentre il rimanente 6% del bilancio va ai gruppi parlamentari, e non si tratta di piccole cifre.
Infatti i gruppi vengono finanziati con 59,8 milioni di euro - questo è il budget per 2014 - con distribuzione di fondi proporzionale alla presenza in parlamento, in cui la parte del leone la fanno ovviamente Socialisti e Popolari, con oltre 20 milioni di euro ai primi e circa 15 ai secondi, seguiti dai liberaldemocratici, da European Conservatives and Reformists, da Sinistra europea, Verdi e l’Efd, gruppo parlamentare che fa capo al leader dello UK Indepenedence Party, il britannico Nigel Farage.
Oltre al finanziamento ai gruppi, è previsto anche un finanziamento diretto ai partiti politici, che non coincidono con i gruppi e rispetto a questi hanno conti separati: ai partiti andranno complessivamente 20 milioni di euro, e più precisamente al Partito popolare europeo 9,5 milioni di euro l’anno, ai Socialisti circa 6,5, ai Liberaldemocratici 3 milioni, a Verdi e Conservatori inglesi 2 ciascuno e alla Sinistra europea 1,2 milioni.
I soldi destinati ai partiti devono ovviamente essere impiegati per l’attività politica (promozione, campagna elettorale, convegni) e tale importo è cresciuto esponenzialmente negli anni insieme con l’opacità dei relativi bilanci: infatti nonostante questi ultimi siano da sempre disponibili online, è anche vero che i partiti hanno l’obbligo solo di fornire il totale, ma non di rendicontare le singole spese, per cui i cittadini europei non sono in grado di controllare come vengano spesi.
Per quanto riguarda i singoli parlamentari, costoro se la spassano con 6.250 euro netti di stipendio mensile base, a cui va aggiunta l’indennità giornaliera di 304 euro e infine una cifra forfettaria di 4.299 al mese per generiche spese amministrative, una voce molto controversa perché non richiede giustificazione, per un totale quindi di circa 14.000 euro mensili nette. Le spese di vitto, alloggio e trasporto vengono rimborsate a parte. Ogni deputato poi ha a disposizione anche 21.000 euro complessivi per pagare fino a tre assistenti, soldi gestiti dall’amministrazione del parlamento e non dai singoli deputati. Senza considerare che gli eurodeputati percepiscono una cospicua pensione già a 63 anni con una ricca liquidazione.
Poi ci sono gli sprechi: infatti il parlamento europeo spende ben 205 milioni di euro l’anno per il mantenimento delle tre strutture di Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo (rispettivamente in territorio francese, belga e lussemburghese) verso le quali si spostano circa cinquemila persone (tra deputati e personale amministrativo) parecchie volte al mese.
A Bruxelles si riuniscono le varie commissioni, mentre a Strasburgo si tengono le sedute plenarie per 4 giorni al mese con l’esclusione di agosto, infine nel Granducato del Lussemburgo sono ospitati gli uffici amministrativi del parlamento insieme con la struttura del segretariato generale.
Insomma il bengodi per i partiti rappresentati a Bruxelles è un mangia mangia ai danni delle masse popolari europee.
9 luglio 2014